Solo i non più giovanissimi possono ricordare lo sceneggiato Il segno del comando con protagonista un brillante Ugo Pagliai nelle vesti di un professore coinvolto in strane e misteriose vicende.
Proprio Ugo Pagliai e la sua interpretazione, fanno da sfondo allo spettacolo in scena dal 21 al 23 ottobre al Teatro Trastevere. Siamo nel 1971 ed Eufemio Zocca (Massimiliano Ferretti) prende possesso del suo nuovo appartamento e, guardando svogliatamente la televisione, si imbatte nello sceneggiato Il segno del comando. Da qui cominciano a prendere vita nella sua nuova casa - e nella sua mente - strani personaggi raccontati dal protagonista e da una fantomatica donna che sporadicamente appare in scena. La storia è tutta narrata in prima persona dal protagonista e, in alcuni momenti, si fa un po' fatica a seguire gli eventi anche perchè i vari personaggi che entrano nella vicenda sono tutti interpretati da Massimiliano Ferretti che, repentinamente, cambia voce per dare vita ai suoi immaginari interlocutori. Sicuramente questo frequente cambio di persona riesce a dare un po' di movimento allo spettacolo che, basandosi prioritariamente sul racconto che fa il protagonista della sua esperienza, a momenti risulta un po' statico anche per il tono cantilenante usato nella narrazione. Elemento simpatico è rappresentato invece dalle incursioni femminili in scena (Caterina Lambiase), con la rappresentazione di due donne molto caratterizzate, ma in grado di creare un diversivo e strappare qualche risata al pubblico. Una commedia particolare, a momenti complicata del suo dipanarsi e con qualche piccola "scivolata" nella recitazione. Azzeccatissimo l'arredamento vintage del palco. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 21 ottobre 2022. |
Non aprite a Ugo Pagliai |