Paolo Sorrentino vieni, devo dirti una cosa
Roma, Teatro Basilica, dal 23 al 24 marzo 2024

L’invito c’è stato, ma Paolo Sorrentino non è venuto. Nonostante ciò, uno scatenato Giuseppe Scoditti, in uno spettacolo raccontato nei modi più disparati, si rivolge lo stesso al grande regista commentandone le capacità artistiche e proponendogli una interessante collaborazione.

Partendo da un episodio realmente accaduto (un provino per un film di Sorrentino nel quale Scoditti non venne scelto), il noto talento comico si cimenta in diverse forme artistiche proponendo uno spettacolo che racchiude brevi filmati, stand-up comedy, teatro fisico e monologhi, il tutto sopraffatto da una comicità intelligente che sfruttando la satira e con elegante ironia, mette in evidenza quelli che, a detta di Scoditti, sono i maggiori pregi/difetti del regista partenopeo. 
Il protagonista descrive con molta arguzia il mondo dello spettacolo rimarcandone i paradossi e le assurdità e in questa messa a nudo di un universo a suo modo unico e perverso, scivola in una riflessione sui sogni e le ambizioni delle giovani generazioni di artisti e sulle loro difficoltà ad affermarsi ed a realizzare i propri obiettivi. 
“Paolo Sorrentino vieni, devo dirti una cosa” è il pensiero del protagonista che si materializza mentre parla col pubblico sperando che in sala anche Sorrentino sia presente ad ascoltare quello che il giovane attore ha da dirgli e soprattutto da proporgli. Scoditti sembra quasi inquieto sul palco, stupito ed impressionato dal gremitissimo Teatro Basilica e la sua ironia, mista a paradossi, cattura immediatamente gli spettatori. L’opera è un modo per esprimere tutto ciò che avrebbe voluto dire al regista ma non ha mai potuto o osato fare. E questo improbabile incontro potrebbe essere l’occasione per una collaborazione: realizzare un film che l’attore ha già in mente e che potrebbe eguagliare i precedenti successi di Sorrentino
Lo spettacolo, di cui Scoditti insieme a Gabriele Gerets Albanese (regista della rappresentazione) è autore, è una storia di libertà di espressione mostrata con garbo e leggerezza, una comicità attenta, mai volgare, un monologo tra il serio ed il surreale che non promette risate a crepapelle, ma instilla nello spettatore quel buon umore che solo le pièce intelligenti riescono a suscitare.

 

 

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 23 marzo 2024.

Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa

uno spettacolo di e con Giuseppe Scoditti
scritto da Giuseppe Scoditti
e Gabriele Gerets Albanese
regia di Gabriele Gerets Albanese
light designer Cristian Allegrini

Il giovane talento comico Giuseppe Scoditti (tra i fondatori di Contenuti Zero, attore nella trasmissione di Rai 2 Bar Stella e nell’ultimo film di Nanni Moretti) porta in scena un racconto che, pur partendo dal mondo dello spettacolo, diventa una storia universale sulla forza dei sogni, sulla difficoltà, soprattutto per le nuove generazioni, di realizzare i propri obiettivi e le proprie ambizioni. Tra diversi linguaggi che spaziano dal cinema, alla stand up, alla performance e al teatro di prosa, Scoditti esplora la realtà attraverso la satira, facendo divertire e riflettere il pubblico nel raccontare i paradossi della contemporaneità. Nel 2018 ho fatto un provino per un film di Paolo Sorrentino – spiega Scoditti – E non sono stato preso. Adesso vorrei dire delle cose a Paolo. Tutto quello che non gli ho detto dopo quel no. Questo spettacolo nasce esclusivamente per questo motivo. Tutto quello che avrei sempre voluto dire a Sorrentino ma che non ho mai osato dirgli. La grandezza è solo qualcosa che abbiamo inventato. Siamo arrivati a credere che la grandezza sia un dono riservato solo a pochi eletti, ai prodigi alle superstar. E che il resto di noi può solo stare a guardare. Ma la verità è che la grandezza è per tutti noi. Non si tratta di abbassare le aspettative, si tratta di aumentarle per ognuno di noi. Perché la grandezza non è nascosta in un posto speciale o in una persona speciale. La grandezza è ovunque qualcuno cerchi di trovarla. Se la grandezza non bussa alla tua porta forse dovresti andare tu a bussare alla sua. Non è una questione di grandi discorsi, di trionfi, di luci brillanti. Ma di sogni. Folli. E se le persone dicono che i tuoi sogni sono folli, se ridono per quello che pensi di poter fare, tu lasciali fare. Perché quello che non riescono a capire è che chiamare folle un sogno non è un insulto. È un complimento. Non chiederti se i tuoi sogni sono folli chiediti se sono folli abbastanza.

(Fonte: comunicato stampa)

Teatro Basilica
Piazza di Porta San Giovanni 10
Roma
www.teatrobasilica.com
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telefono: +39 392 9768519


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