Una divertente ed intrigante storia di coppia infarcita di tradimenti, inganni, ripicche, dal sapore agro-dolce e con una potente carica emotiva.
Un classico “romanzo d’appendice” con una narrazione fitta di vicende, di personaggi e colpi di scena che coinvolgono il pubblico per le situazioni tratteggiate a forti tinte. "L’Anatra all’Arancia", famosa pièce degli anni 70 dell’inglese W.D. Home, adattata dal francese Sauvajon, già conosciuta al grande pubblico per il celeberrimo omonimo film di Luciano Salce interpretato da Ugo Tognazzi e Monica Vitti, ritrova vita nella versione “italianizzata” messa in scena da Claudio Gregori, in arte “Greg” nell’ inconsueto ruolo di regista. Gilberto (Emilio Solfrizzi) e Lisa (Carlotta Natoli) vivono una crisi di coppia zeppa di gelosie, tradimenti e disattenzioni, che cercano di comporre amichevolmente durante un affollato fine settimana nella loro casa in campagna. La rappresentazione si snoda come una partita a scacchi nella quale si muovono i vari personaggi, ma ogni mossa mette a nudo le loro emozioni e le contraddizioni proprie di una storia d’amore. I protagonisti, nel corso dello spettacolo si trasformano, attraversano diversi stati d’animo rappresentati da un’alternanza di movimenti vertiginosi o flemmatici che la raffinata regia mette sapientemente in rilievo. Dialoghi intensi dai quali emerge tutto il livore prodotto dai tradimenti, la gelosia nei confronti degli amanti, le bassezze dell’animo umano, conditi con battute sottili, punzecchiature a prima vista casuali, ma funzionali a comporre un quadro d’insieme che svela l’importanza della valorizzazione del rapporto di coppia e quanto sia necessaria la condivisione. Emilio Solfrizzi offre un’ottima interpretazione del cinico Gilberto sfoderando tutte le sue doti di comico. Più algida l’interpretazione di Carlotta Natoli, profondamente calata nel ruolo di moglie tradita che pur cercando un riscatto non riesce ad abdicare al ruolo di madre e moglie. La pièce è molto ben strutturata e l’ambientazione nel salotto di casa consente, attraverso le varie porte presenti sul palco, di alternare le entrate e le uscite dei protagonisti con grande sincronismo ed accuratezza. La rappresentazione scorre piacevolmente e le battute di Solfrizzi, accompagnate da una prorompente mimica, sono molto apprezzate dal pubblico. Accattivante la caratterizzazione degli altri personaggi. Unico elemento, a parere di scrive, leggermente dissonante è l’eccessivo ricorso al bar (seppure parte del costrutto narrativo): Gilberto è spessissimo con un bicchiere di alcol in mano (anche alle 9 di mattina) e questo offusca un po’ l’immagine del personaggio che nella narrazione dimostra grande controllo e intelligenza nel pianificare il suo disegno (da abile giocatore di scacchi quale si dimostra). L’opera è sicuramente gradevole, un perfetto connubio tra comicità ed emozioni ed il finale, anche se un po’ scontato, lascia gli spettatori certamente soddisfatti.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 23 dicembre 2023. |
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L'anatra all'arancia
di W. D. Home e M. G. Sauvajon
Compagnia Moliere
in coproduzione con Teatro Stabile di Verona
con
Emilio Solfrizzi Carlotta Natoli Ruben Rigillo Beatrice Schiaffino Antonella Piccolo
regia Claudio Greg Gregori
Teatro Quirino Vittorio Gassman via delle Vergini angolo via Minghetti
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