Semplicemente bellissima la versione messa in scena nell'anglosassone atmosfera del Gigi Proietti Globe Tehatre Silvano Toti de Il sogno di una notte di mezza estate,
allegra commedia composta tra il 1594 ed il 1596, dove William Shakespeare si prende gioco dei giuramenti d'amore e dei capricci di Cupido. Nella composita opera si fondono tre mondi, ognuno con i suoi linguaggi: quello della magia, quello degli umili artigiani e quello delle corti. Storia senza tempo che invita a riflettere sulla forza dell'amore assimilata anche ad una dose di follia. Tutto avviene in un mondo onirico all'interno del bosco, abitato da fate, folletti ed elfi, traboccante di filtri d'amore e magiche creature. A questo luogo incantato si contrappone la rozzezza di un gruppo di artigiani che si reca nella foresta per provare una ridicola commedia che narra l'amore tra Piramo e Tisbe. Non possono poi mancare: i giovani amanti (Teseo e Ippolita, Ermia e Lisandro, Elena e Demetrio) ed il loro amore contrastato dal potere; un malizioso folletto (Puck) con i suoi incantesimi, un grezzo pseudo attore a cui spunta una testa d'asino. Nella notte di mezza estate, folle e piena di avvenimenti che coinvolgono tutto e tutti, Shakespeare ha saputo confondere il sogno con la realtà sfruttando le possibilità che il teatro offre avendo come risultato un sicuro impatto emotivo. Lo stile ed il linguaggio de Il sogno di una notte di mezza estate contribuiscono ancora di più a creare l'atmosfera estatica ed evanescente voluta dal grande drammaturgo inglese, la cui abilità risiede proprio nell'intrecciare mondi diversi con modi espressivi differenti. In questo allestimento, curato dal regista Roberto Cavallo, ci si immerge nella favola completa e ci si lascia incantare. Il sogno contiene altri sogni da decifrare e non ci si può concedere attimi di deconcentrazione trascinati come si è in un vortice di emozioni ed indicazioni sul senso della vita. Bellissimi i costumi di Manola Romagnoli che, seppure non riconducibili alla moda ateniese del tempo (la commedia è ambientata nell'antica Grecia), riescono a rendere onore e plasticità ai personaggi e, soprattutto, a colorare e movimentare un palco praticamente privo di scenografia (sono presenti solo alcune piccole gabbie utilizzate come lampada o come sedili). Scrupolosa e variopinta la regia, come d'altronde si addice a questo particolarissimo testo. Assolutamente coinvolgenti le musiche, soprattutto nel crescendo finale quando gli attori ritornano sul palco per raccogliere i meritatissimi applausi. Di grande pregio ed effetto la caratterizzazione data ai vari personaggi: Ermia (Valentina Marziali) fisicamente minuta ma con personalità spiccata e volitiva; Elena (Ughetta D'Onorascenzo) estremamente risoluta seppure nella sua disperazione; nobili cavalieri i due promessi sposi (Sebastiano Colla e Marco Paparella), accattivante l'interpretazione di Puck il folletto diabolico (Andrea Pirolli) e della fata (Cristina Noci) ai quali va riconosciuto il merito non solo del sapiente utilizzo di un linguaggio in rima, ma soprattutto la capacità di utilizzare il corpo quasi fossero saltimbanchi provetti. Ogni personaggio è stato adeguatamente caratterizzato; esilaranti le scene con gli artigiani aspiranti attori ed il loro spettacolo recitato interamente alla fine della rappresentazione. Geniale l'intuizione di far recitare il capo dei teatranti Peter Zappa (Marco Simeoli) con un improbabile accento napoletano. Un elogio a tutta la compagnia che mostra talenti e prove interpretative importanti. Tutti gli attori partecipano con euforia e impegno al grande "sogno". Merita poi un cenno il riferimento all'opera di Ovidio tratta dalle Metamorfosi, la storia di Piramo e Tisbe che si insinua come chiave di lettura meta letteraria nella vicenda principale. La favola ovidiana è rispettata (anche se nella messa in scena shakespeariana, dato il contesto della commedia, è più giocosa) quando viene data parola ad oggetti come il muro e il leone. Vale poi la pena di ricordare che la grandezza teatrale de Il sogno di una notte di mezza estate ha ispirato negli anni storie a fumetti (Corto Maltese con Sogno di un mattino di mezzo inverno), ouverture ed intermezzi musicali (Mendelsshon), opere musicali, manga, musical, film. Anche i Beatles eseguirono, seppure in modo molto comico e "disordinato" il quinto atto della prima scena dell'opera durante lo show Around the Beatles per celebrare il quattrocentesimo anniversario della nascita di Shakespeare. Commedia intramontabile che non conosce l'usura del tempo. Una festa per tutti con grande successo di pubblico e meritati applausi a scena aperta. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 3 agosto 2022. |
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