Un tuffo nella storia del teatro del passato con il suo fascino e le sue miserie, ricordando grandi artisti che hanno segnato epoche e scandito momenti unici.
Partendo dalla domanda "come erano gli spettacoli del passato?" la rappresentazione Risate di gioia ripercorre i momenti salienti della storia teatrale tra l'ottocento ed il novecento. Due attori non troppo famosi - Elena Bucci alias Tortorella e Marco Grosso alias Umberto - si ritrovano la notte di capodanno in un teatro abbandonato ed immaginano di far rivivere sul palco i grandi artisti che, prima di loro, hanno calcato quelle scene. Tanti sono i personaggi rievocati, molti conosciuti per l'impronta che hanno lasciato o per le innovazioni che sono stati in grado di apportare, altri meno noti ma fondamentali per la riuscita di una pièce: suggeritori, portaceste, generici. Tutta l'opera è frutto di studi, visione di documenti, ricerca di biografie ed aneddoti che i due protagonisti raccontano ed interpretano in un surreale viaggio nell'arte della recitazione e nella passione che il teatro sprigiona. Come ricorda Elena Bucci "Lo spettacolo si inscrive in un disegno che comprende le drammaturgie originali La pazzia di Isabella – vita e morte dei Comici Gelosi, Non sentire il male – dedicato a Eleonora Duse, Bimba – inseguendo Betti e Pasolini, Parola di principe e A colpi d’ascia tratta dal libro omonimo di Thomas Bernhard per arrivare alle ricerche Archivio vivo e All’antica italiana, progetti e spettacoli rivolti allo studio, alla documentazione e al racconto della storia delle arti a partire dalle testimonianze degli stessi artisti; un racconto dal vivo dove arti e saperi possano intrecciarsi. Cerchiamo suono, immagini e incanto di un patrimonio della tradizione che dimostra intatta la sua sovversiva e rivoluzionaria vitalità. È immensa la folla di coloro che non riusciamo a nominare, che non riusciamo ad incarnare, ma sentiamo il loro respiro, il sogno, l’azzardo e ne traiamo forza per cantare nel buio", ed in questo appassionato ricordo i due artisti sul palco danno prova di tutto il loro amore per l'arte teatrale. La loro interpretazione è superba: su un palcoscenico disadorno riescono a trasformare se stessi e le scene che interpretano in un vorticoso susseguirsi di dialetti, personaggi, comicità e grande tristezza, senza mai rallentare il ritmo della narrazione. Una grande prova d'artista per uno spettacolo che è un tributo al teatro. Unico elemento, a parere di scrive, che forse appesantisce un po' la rappresentazione è la lunghezza: due ore senza alcuna pausa rischiano di far scivolare l'attenzione del pubblico. Per un approfondimento sull'opera, il 22 settembre, dopo la rappresentazione, gli artisti saranno disponibili ad incontrare il pubblico per parlare dello spettacolo e raccontare il loro lavoro di ricerca, drammaturgia e regia. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 19 settembre 2023. |
RISATE DI GIOIA Teatro Vittoria |