Opera teatrale che si sostanzia in un lungo ed avvincente monologo da parte di Giovanni Scifoni, capace di operare in termini incredibilmente stratificati, esternando molteplici talenti artistici in maniera del tutto complementare, quali la recitazione, l'imitazione, il canto, il disegno, finanche la danza. Quanto precede è sublimato da quattro elementi aggiuntivi: una efficace capacità espressiva, che recupera un linguaggio antico ma ammaliante; la ricorrente presenza di ilarità varie, linfa vitale di un substrato espositivo comunque sempre profondamente rispettoso; un indirizzo attualizzante, concretizzato grazie alla presenza di imitazioni contestualizzate di personaggi a noi contemporanei (chiamati in causa per avere, essi stessi, il nome di battesimo in comune con il Santo toscano); una sublime contestualizzazione sonora operata da un manipolo di musici in grado di maneggiare perfettamente strumenti di chiaro retaggio medievale. Il risultato di quanto sopra si sostanzia in una pièce che esprime due attitudini in una, quella di far commuovere e di far ridere, grazie ad una sceneggiatura solida che, coraggiosamente, presenta un San Francesco atipico, mai banale, descritto quale il più grande artista della storia, animato da un pizzico di visionaria follia, autore di prediche che, a guardarle oggi, appaiono quali autentici capolavori, in grado di stravolgere il peso specifico e il significato recondito comunemente attribuiti agli elementi della natura. L'opera, infine, stimola considerazioni sulla pericolosità delle tentazioni che potere, piacere e denaro offrono nel quotidiano, un approccio, quello appena descritto, ulteriormente trasversale se si considera il periodo storico attualmente vissuto, che vede prevalere la forma a scapito della sostanza, l'apparire a danno dell'essere. Lontana dal concretizzarsi quale mera operazione religiosa, questa rappresentazione garantisce il pieno ossequio alla fede cristiano-cattolica pur muovendo da prodromi squisitamente laici, con un approccio credibile che rispetta ed onora le figure di Dio, di Gesù e di San Francesco. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 5 dicembre 2023 |
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