Per i 20 anni del musical dedicato a Madre Teresa di Calcutta, che ricorrono quest'anno, la produzione (la medesima di "Forza venite gente"), ha deciso di coinvolgere nuovamente il cast originale, quantomeno con riguardo agli attori principali. E ciò è un bene, se si pensa che Giada Nobile, l'attrice che interpreta la santa, si evidenzia sia per la voce straordinaria, sia per la capacità, quale attrice, di sapersi calare perfettamente nella difficile parte, segnatamente con riguardo alla postura. E' impossibile assistere a quest'opera prescindendo dalla religiosità che dovrebbe comporre il substrato di ognuno: il messaggio sotteso alla rappresentazione, infatti, è che siamo una goccia che fa l'oceano più grande, uno dei messaggi cardine di nostro Signore Gesù. Al di là del messaggio religioso veicolato da questo musical, e concentrandosi su meriti squisitamente attoriali, un plauso va rivolto a tutto il cast: nella semplicità della regia e delle scenografie, gli artisti tutti hanno saputo toccare e trasmettere con forza i concetti che Teresa, questa piccola grande donna, ha saputo insegnarci, non con le parole, ma con la sua vita di ogni giorno dedicata a chi soffre, a chi è dimenticato e perseguitato. In particolare, ha colpito chi scrive l'impegno manifestato dai giovanissimi - per questioni anagrafiche, assenti nelle rappresentazioni di 20 anni fa - molto realistici nella difficile interpretazione loro affidata, segnatamente relativa a personaggi che si trovano ai margini della società. Le musiche sono apparse tendenzialmente a vocazione gioiosa, con l'effetto di riempire il cuore di gioia, mentre della scenografia va apprezzata la capacità di cogliere il contesto generale, cioè l'ambiente degradato che rappresenta la compagine ove vivevano i bisognosi oggetto dell'interesse di Madre Teresa. Concludendo, il messaggio sotteso a questo musical incarna perfettamente lo scopo perseguito in vita dalla donna albanese: carità e amore, come substrato di un modus operandi inalterato nel tempo, anzi, sempre rinnovato con forza, non importa se con riferimento all'accoglienza dei poveri, all'aborto inteso come soppressione di una vita, alla riabilitazione delle donne di strada. Il concetto che rimbomba potentissimo, lasciando la sala, a rappresentazione conclusa, è che la piccola suora Teresa ha dato amore a tutti, quell'amore che, in tutte le sue forme, è infinito. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 luglio 2023. |
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