Interessante commedia che analizza, con sottile ironia, i complicati e stratificati meandri cerebrali che connotato il substrato di un giovane uomo.
L'approccio è affascinante giacché gli autori scelgono una duplice rappresentazione visiva, dividendo il palco in due parti: sul lato sinistro è presente il soggetto, con i suoi monologhi macchinosi, espressione di un disagio interiore, e i suoi dialoghi con la fidanzata, con cui ha un rapporto di apparente tolleranza; sul lato destro, la sua interiorità, spalmata su coscienza, istinto, super-io, inconscio, ciascuno dei quali interpretato da quattro attori distinti. Questa visione dualistica è offerta anche a livello narrativo: talvolta la formula scelta vede impegnati i due fronti del palco in misura alternata, pur con uno scambio repentino tra l'una e l'altra realtà; altre volte, invece, le due realtà coesistono in sincrono e ciò offre una visione estremamente avvincente, permettendo una diretta percezione di quanto viene vissuto dal soggetto in termini interiori e di proiezione esterna. L'opera è riuscita in entrambi i casi, anche se i momenti più gustosi si registrano nel secondo alveo, specie in presenza della fidanzata, il cui ingresso (la donna entra in scena soltanto due volte, poche, a modesto parere di chi scrive), consente di affrontare questioni afferenti al complicato rapporto tra i due sessi, sempre con gustoso taglio umoristico. La gestione piuttosto esemplare di una inedita quinta parete - quella che separa virtualmente l'uomo dai suoi quattro stati mentali - è sublimata da una recitazione impeccabile dei sei attori e da una durata saggiamente contenuta sui 60 minuti. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 21 gennaio 2023. |
TUTTO A POSTO di Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre
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