Straordinaria prova di Giuseppe Pambieri e Carlo Greco nella pièce di Didier Caron “Nota Stonata” diretti da Moni Ovadia.
Il testo è stato tradotto dal francese dallo stesso Carlo Greco ed è un kammerspiel con due soli attori, un confronto sulla memoria della tragedia dell’Olocausto con una messa in scena minimale. In lingua originale “Fausse Note” è stato a lungo rappresentato in Francia interpretato da Pierre Deny e Pierre Azéma con la regia di Didier Caron e Christophe Luthringer. L’azione si svolge nel camerino del direttore della Filarmonica di Ginevra, il Maestro Hans Peter Miller, dopo un’esecuzione della sua orchestra che lo ha reso scontento e nervoso e in attesa della nomina a direttore dei Berliner Philarmoniker, il posto che fu di Herbert Von Karajan. Mentre si rilassa, ascoltando l’adagietto dalla Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, irrompe pretestuosamente nel suo camerino un ammiratore, tale Léon Dinkel, che si rivelerà sempre più inopportuno, fastidioso e poi, infine, devastante per la sua vita. Nella cornice storica della caduta del Muro di Berlino, in cui la Germania si ricompone e torna ad essere il paese unitario che era stato prima del conflitto, la vita del direttore Miller cambierà profondamente svelandone in modo traumatico un passato tragico e criminale, carnefice di un innocente anche se al contempo vittima della personalità del padre. Un gesto istintivo e ricorrente che ha fatto in pubblico ne ha tradito l’identità, permettendo al figlio dell’ucciso di riconoscerlo. Malgrado la regia di Moni Ovadia sia essenziale e a tratti didascalica, in particolare nell’uso del videowall sul quale appaiono brevi spezzoni degli orrori a cui fanno riferimento i protagonisti, col risultato talvolta di rompere la tensione drammatica evocata dal confronto dialettico fra i personaggi, “Nota Stonata” resta una performance di pregio grazie a una notevole interpretazione attoriale. La scenografia di Eleonora Scarponi è spoglia, priva di quel tanto di sfarzo che ci si potrebbe immaginare nel camerino di un direttore d’orchestra: una scelta all'insegna della sobrietà che contribuisce a enfatizzare visivamente i due protagonisti. Così come - all'opposto - la ricercatezza e la cura del dettaglio presenti nei costumi di Elisa Savi permettono ai due personaggi di risaltare e di catalizzare l’attenzione dello spettatore. Le musiche sono, forse, poco presenti rispetto ad un’azione collocata in un contesto musicale, tuttavia questo uso circoscritto del suono permette al confronto fra i due antagonisti di emergere in tutta la sua drammaticità. E’, infatti, su una sola nota stonata di un’esecuzione al violino di “Eine kleine Nachtmusik” di Mozart che si è giocata la vita di un uomo e si sta giocando il futuro di Miller/Greco. Da questa rappresentazione sono Pambieri e Greco a spiccare in modo dirompente, rendendo “Nota Stonata” uno spettacolo drammaturgicamente efficace. Man mano che la verità viene svelata da Dinkel/Pambieri e crollano le menzogne sulle quali si regge la nuova (falsa) identità di Miller, l’atteggiamento emotivo dei due protagonisti si ribalta. I due attori riescono in modo brillante a trascinare lo spettatore attraverso fasi contrastanti fra confessioni, ritrattazioni, giustificazioni, debolezze verso la catarsi del finale, dove Miller, credendo di essere stato ormai smascherato di fronte al mondo, cede sempre più alla disperazione. Un testo che mette in luce l'aspetto più privato e interiore dei crimini del nazismo, rappresentati da angolazioni e con sfumature diverse, senza tuttavia che se ne perdano di vista le responsabilità individuali e collettive. Uno spettacolo che sta già diventando un classico
La recensione fa riferimento alla rappresentazione del 17 gennaio 2023
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di Didier Caron
con Giuseppe Pambieri e Carlo Greco regia Moni Ovadia
traduzione Carlo Greco scene Eleonora Scarponi costumi Elisa Savi luci Daniele Savi - foto Pino Lepera assistente alla regia Mario Brandolin ufficio Stampa Francesco Fusco
produzione Golden Show Srl e Teatro della Città di Catania
Dal 17 al 29 gennaio 2023
Teatro Vittoria - Piazza di Santa Maria Liberatrice, 10, 00153 Roma
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