Quest'opera teatrale, adattamento del noto romanzo "Les Liaisons dangereuses", firmato nel 1782 da Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, è certamente assai complessa.
Lo scritto vanta diverse trasposizioni cinematografiche (la più nota delle quali è quella diretta nel 1988 da Stephen Frears con un cast eccezionale composto da Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman e Keanu Reeves) e addirittura un'opera lirica (andata in scena nel 2019, all'Aja). Orbene, questa interpretazione teatrale si àncora graniticamente alla stesura di stampo epistolare propria dell'originale romanzo, pur con lievi varianti. Sei le persone sul palco, quattro attori (che interpretano la Marchesa de Tourvel, il Visconte di Valmont, la giovane Cecile Volanges, la Marchesa di Merteuil) e 2 ballerini (verosimilmente Raphael Danceny e, ancora, Cécile de Volanges). I primi sono riparati da altrettanti leggii e leggono la corrispondenza intercorrente tra i nobili, concedendosi - pur sporadicamente e limitatamente ai soli Corinne Clery e Francesco Branchetti - brevi spostamenti verso il centro del palco, ove offrono alcune occasionali interpretazioni, pur prive di parlato; in primo piano, invece, i ballerini concretizzano una rappresentazione in bilico tra danza ed interpretazione, quest'ultima analogamente scevra di parole. Così rappresentata, l'opera merita piena concentrazione da parte del pubblico, chiamato a porre massima attenzione alla stratificata comunicazione epistolare intercorrente tra i quattro, contestualizzando, tra le altre cose, il fattore temporale (la data di stesura di ogni lettera è citata da ciascun interprete ad ogni inizio lettura). Branchetti è il più enfatico, tra i presenti sul palco, a tratti addirittura caricaturale: più nello specifico, ci ha colpiti la piena capacità dell'attore di incarnare perfettamente la oscena, laida, finanche perversa attitudine del Visconte di Valmont, personaggio oscuro, seduttore cinico ed insensibile. La sua regia, tuttavia, patisce il rigoroso legame con la struttura del romanzo, ed è totalmente penalizzata dalla presenza dei pulpiti utilizzati dai quattro lettori, francamente troppo invasivi, giacché in grado di creare una frapposizione piuttosto marcata con il pubblico. Inoltre, la corposa lunghezza dell'opera non è stemperata da una pausa, pur minima, cosa che rende ancora più difficoltosa la partecipazione degli astanti. In tal senso, un maggior movimento della compagine attoriale (senza la presenza, cioè, dei quattro fastidiosi orpelli) e un copione recitato, invece che letto, peraltro valorizzato da una sceneggiatura analoga a quella del lungometraggio (colloquiale quindi, non epistolare), gioverebbero enormemente all'opera tutta, rendendola certamente più fruibile. Infine, se da un lato è apparso efficace il gioco di luci e ottimi i costumi di scena (purtroppo, non sempre apprezzabili, in quanto inesorabilmente nascosti, come detto, dagli invasivi leggii), le musiche sono gestite in maniera non ottimale, essendo alternate troppo repentinamente: gioverebbe, in tal senso, dissolverle più gradualmente sia in entrata, sia in uscita, peraltro con leggera e delicata frapposizione dell'una sull'altra. In sintesi, questa rappresentazione teatrale si sostanzia in una occasione mancata, perché non perfettamente in grado sia di sublimare una trama intricata ma oltremodo seducente, sia di far emergere la oggettiva bravura del blasonato cast attoriale.
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Le Relazioni Pericolose
di Pierre Ambroise-François Choderlos de Laclos Regia Francesco Branchetti Compagnia Ass. Cult. FOXTROT GOLF
Con Corinne Clery Francesco Branchetti Isabella Giannone
Traduzione e adattamento di David Conati
Musiche originali Pino Cangialosi
TEATRO MARCONI Viale Guglielmo Marconi, 698/E 00146 Roma RM
https://www.teatromarconi.it/ Telefono: 06 594 3554 Direzione Artistica: Felice della Corte
Biglietti: Intero 16,00 Ridotto 13,00
Ufficio stampa: Elisa Fantinel
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