Nell'ambito del Fringe festival di Roma, il 20 luglio il Teatro Vascello ha proposto lo spettacolo TE.T.TE il cui titolo è già tutto un programma. Le "tette" sono infatti le protagoniste di tutta la piece, prodotta da La fabbrica delle bambole e portata in scena da Serena Abbà e Martina D'Alonzo. Questa importante parte del corpo femminile viene utilizzata come manifesto per raccontare storie, lotte, pregiudizi e sfruttamenti. L'opera mostra, in senso letterale, un seno femminile, attorno al quale si snoda la storia dell'essere donna, dall'innamoramento giovanile alla vecchiaia, passando per l'età adulta, la gravidanza, la ricerca di un ruolo. La morale che ne esce è triste: nonostante le lotte e l'emancipazione della donna, il corpo femminile viene ancora mercificato nella pubblicità, nelle immagini, in televisione e sui social. Apprezzabile l'intento di generare nello spettatore questo tipo di riflessioni e lodevole l'originalità della modalità comunicativa: per gran parte della rappresentazione le due attrici sono celate dietro un paravento dal quale, attraverso delle aperture, fanno apparire a volte le gambe, altre le braccia, il viso e ovviamente le "tette". Nel complesso lo spettacolo è gradevole, ma non particolarmente avvincente, specchio, forse, della sua ideazione durante il problematico periodo del lockdown dovuto alla pandemia. Vulcanica l'interpretazione di Serena Abbà, leggermente più sotto tono quella di Martina D'alonzo. Va comunque elogiata l'arditezza del tema e la volontà di rappresentarlo. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 luglio 2022. |
TE.T.TE.
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