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L’album dal suggestivo titolo
Nell’anno del signore è la seconda prova sulla lunga distanza dei
Pentothal (o “il Pentothal”, come nella breve bio su Facebook), gruppo nato nel 2004 e che ha all’attivo, oltre ai due album, un EP in inglese è un’intensa attività live che li ha visti al fianco di nomi importanti della scena “alternative” italiana (Bugo, 24 Grana, PGR, ecc.).
La proposta musicale è sicuramente interessante: un incrocio abbastanza visionario fra marcette da banda di paese o da circo con momenti di psichedelica pura supportati da una gamma di sonorità elettroniche spesso originali e inusuali. Su tutto, testi criptici dalle atmosfere oniriche, ai limiti del non-sense e spesso oltre. Se proprio vogliamo trovare un riferimento autorevole per lyrics del genere direi che l’accenno allegorico nella già citata bio del gruppo ad Andrea Pazienza può darci un indizio, del resto confermato dalla scelta del nome del gruppo, che a questo punto si deduce essere preso da quello che è forse lo psichedelico capolavoro del compianto fumettista. Come in “Penthotal” di Pazienza, con un po’ di attenzione (a volte ne serve molta) fra l’onirismo e l’apparente non-sense si trova più di un riferimento a fatti e cose della realtà e della società.
I testi de
Nell'anno del signore presentano una poetica che ha sicuramente elementi interessanti: immagini suggestive come "il diritto a baciare la pazza", personaggi ambigui, tipo i bambini alcolizzati dell'omonima traccia, o Perbellione, personaggio tratta dal mondo letterario intorno al quale si sviluppa uno dei pezzi più belli del disco. I testi non sono l’unica cosa ostica, a dire il vero: qualcuno potrebbe trovare di non facile ascolto i rapidi passaggi da atmosfere da fiera di paese, vagamente folk, a energici riff rock o a incursioni di sintetizzatori e rumori vari; alla fine però il pregio dei
Pentothal (soprattutto di
Alessandro Toto, autore di testi, arrangiamenti, nonchè l’uomo dietro tutta la pletora di strumenti che animano il disco ad eccezione di basso e batteria) è proprio quello di dribblare la classica forma canzone con un turbinare di sonorità prese da ambiti difficilmente conciliabili, senza però sovrastare l’aspetto cantautorale e senza danneggiare troppo la fruibilità dei pezzi. E’ sicuramente un album che va sentito più di una volta per essere apprezzato; un ascolto superficiale lascia più straniti dalla bagarre sonora che presi dalle melodie che, pur se non sempre in primo piano, ci sono e funzionano. Ovviamente non tutti gli episodi sono felici come i migliori del lotto ("
Canjatt", "
Bacia la pazza", "
Il maiale", "
La loggia"), e alcuni annoiano un po’, in questo ci sono sicuramente margini di miglioramento. Che sono anche ovvi, per un gruppo che ha comunque il merito di essersi lanciato in un’avventura musicale abbastanza particolare e inusuale.
80/100
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Alessandro "Toso" Toto: Voce, chitarre, synths Alberto "Albertus" Colantoni: Batteria Gianluca "Jeanpaul" Materiale: Basso
Anno: 2010 Label: Welcome Home Genere: Psychedelic Folk/Rock
Tracklist: 01. Il maiale 02. La loggia 03. Perbellione 04. Orde umane 05. Al sole 06. Canjàtt 07. L’altoforno 08. Bacia la pazza 09. Il male 10. Bambini alcolizzati
   

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