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Due anni dopo il discusso
Deadwing, che non ha certamente avuto il pregio di creare un plebiscito di consenso tra i loro ammiratori, i
Porcupine Tree danno alle stampe questo
Fear Of A Blank Planet, loro primo lavoro per l'etichetta Roadrunner.
Steven Wilson lo aveva annunciato, dopo le avventure con
Aviv Geffen nel progetto
Blackfield non avrebbe più avvertito il bisogno di sprigionare le sue infatuazioni pop nei
Porcupine Tree.
Ecco perchè ci troviamo logicamente a doverci misurare con un album tra i più 'progressivi' realizzati dalla band almeno dai tempi di
Signify, uscito almeno dieci anni addietro.
Come il titolo dell'album sottolinea, il soggetto del lavoro è uno sguardo spietato sulla evoluzione della nostra società divenuta apertamente indifferente, troppo fredda ed impersonale.
L'album si apre con la traccia eponima
Fear Of A Blank Planet, buon pezzo trascinante ed in perfetta continuità con gli standard che il gruppo inglese ci ha offerto negli ultimi tempi.
L'album prosegue con una splendida ballad intitolata
My Ashes. Pezzo che
Richard Barbieri ha scritto a quattro mani con
Steven Wilson. Da segnalare il passaggio di
Barbieri a nuove sonorità delle sue tastiere su questo lavoro.
Il brano svela dei
Porcupine Tree raffinati, dolci ed emozionanti e impegnati in superbi arrangiamenti di chitarre. Si giunge dunque al momento clou dell'album. Quanti avevano avuto la fortuna di ascoltare il nuovo lavoro dal vivo nel corso dell'ultima tournée della band non sono rimasti sorpresi, uno dei brani era stato esattamente pescato da questo mazzo. Un pezzo cardine della durata di oltre diciassette minuti che un pò tutti si attendevano di poter ascoltare nella sua versione studio.
Il brano in questione è
Anesthetize. Titolo che non è in nessun modo comparabile con il resto dell'opus e che senza ombra di dubbio ne costituisce un vertice anche con riferimento all'intera produzione dei
Porcupine Tree.
Anesthetize consta di tre grosse sezioni. La prima è denotata da una vena piuttosto intimista, cupa e sensibile che conduce l'ascoltatore in una climax ascendente verso la parte centrale del brano, decisamente più greve, accattivante e dinamica.
Questa sezione è denotata da un refrain netto e che difficilmente uscirà a breve dalla testa dell'ascoltatore al quale si mescola un eccellente riff particolarmente aggressivo nella cui combinazione risiede il segreto della riuscita del pezzo.
La soglia sonora si sviluppa devastante per sboccare nella terza sezione del brano, decisamente più dolce, delicata e sottile.
Una sorta di quiete dopo la tempesta. Da segnalare nel pezzo il solo molto valido del chitarrista dei
Rush, Alex Lifeson. Dopo questa mezz'ora circa di follia, si potrebbe pensare di essere incappati nel migliore lavoro in assoluto del gruppo.
Ma sfortunatamente i circa venti minuti residuali, pur risultando di buon valore, appaiono meno convincenti.
Sentimental, Way Out Of Here, con la collaborazione di
Robert Fripp dei
King Crimson e
Sleep Together sono senza dubbio dei buoni pezzi, ma il loro versante a tratti generico non tiene testa con la prima quota dell'album generando l'impressione di un'asimmetria nelle orecchie dell'ascoltatore.
In effetti la sensazione che balena ascoltando
Fear Of A Blank Planet è che i
Porcupine Tree fossero quasi riusciti nell'intento di partorire l'album perfetto ma che alla resa dei conti ci si ritrovi tra le mani 'solo' un gran bell'album con almeno mezz'ora ad altissimi livelli.
75/100
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Steven Wilson: Voce, chitarra, piano Richard Barbieri: Tastiere, synth Colin Edwin: Basso Gavin Harrison: Batteria, percussioni Robert Fripp, Alex Lifeson: Chitarra
Anno: 2007 Label: Roadrunner Records Genere: Progressive Rock
Tracklist: 01. Fear of a Blank Planet 02. My Ashes 03. Anesthetize 04. Sentimental 05. Way Out of Here 06. Sleep Together
   

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