Scritto da HektoplasmaToxin Giovedì 30 Settembre 2010 22:53 Letto : 1952 volte
Gli innesti cinematografici tratti presumibilmente da B-movies, costante del genere, non sono scontati ma sarebbe ok se si capisse qualcosa di più poiché in lingua madre, la maniera un pò "groovy in sickness" non disdegna discese nel grind granitico e squadrato ma tali esperienze sono ridotte all'osso poiché per la maggiore abbiamo un sound tridimensionale con notevoli sfumature. Tali sfumature sono più chiare e nitide nella prima parte del disco per poi lasciare spazio a ritmi più serrati e tendenti ad un mood più punky e marcio sempre corredato da una impeccabile interpretazione strumentale, nella prima parte del disco c'é invece un'ovazione al proto grind di scuola Napalm Death/Brutal Truth e soci con qualche scorribanda nel death e nel mood anni '90 seppure rivisitato. Ossessivi e senza troppi fronzoli si dipanano in escursioni coraggiose nella velocità pura e nei controtempi, ed é irrinunciabile il desiderio di non distaccarsi troppo da un genere che ormai scorre nelle loro vene più del sangue umano, i pezzi di maggiore interesse sono infatti quelli seminali e dirompenti, con l'assenza di un brano principe che rubi l'attenzione... Niente da eccepire quindi per un album più che dignitoso, la componente hardcore emerge decisamente tra le composizioni ma nessuna caduta verticale nella musica scontata e noiosa (cosa che capita spesso in questo genere molto omogeneo), invece qui c'é maestria nel miscelare le dosi, e le track come "Vzkaz" e "Matro" sembrano coniate per imprimere capacità di movimento sull'ascoltatore, e le atmosfere cupamente postmoderne ed ossessive del restante del cd incarnano il vero senso del progetto, una delle migliori del settore. E poi "U'" (al limite con l'insano divenire dei primi Carcass o dei mitici seminali Blood) , "Arrows" e "Poodles" chiudono il cerchio di un album maturo e poco votato alla innovazione e sperimentazione, cercando di "percuotere" l'ascoltatore con chitarre 'motoseganti', batteria imperiale e basso diametralmente perfetto ed altisonante, l'incisività delle due voci poi fa il resto, e rende la proposta varia e ortodossa al medesimo tempo, il che resta comunque priorità di ogni buona band che cerchi di seguire i dettami intoccabili di un genere, specialmente estremo. Alquanto integralisti i nostri cechi si dimostrano all'altezza senza dover dimostrare niente, le prodezze le hanno già inanellate con gli album dei Cerebral Turbulency... Mozza il respiro questo debut, il respiro dei fan di vecchia data del death grind e del metal hardcore non-fighetto... ReMoLab è destinato ad un successo oscuro ma credo che sarà apprezzato soprattutto dai veri amanti del genere e dai puri nostalgici di un'era ormai perdutamente passata che ha dato fasto e creato numerosi altri sottogeneri. Splendida confezione digipack bianco limitato per i collezionisti da procurare assolutamente e direttamente dalla Khaaranus, label personale del geniale batterista. Hail Grind to the Core!!! 77/100
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Kubis: Chitarra Anno: 2010 |