Scritto da Paolo Marchegiani Domenica 08 Aprile 2007 20:59 Letto : 2566 volte
Oltre ad essere il co-fondatore della band tedesca ['ramp] accanto a Frank Makowski, Stephen Parsick ha collaborato artisticamente con Mind over Matter, Markus Reuter e Mark Shreeve dei Redshift. Si potrebbe dire, senza azzardare, che Hoellenengel rappresenti una sorta di sintesi musicale della immaginaria combinazione tra la soundtrack di Blade Runner, ad opera di Vangelis, e la produzione del geniale maestro del Dark Ambient Lustmord. A tal proposito sembra che l'artwork medesima lavori per suffragare questo ipotetico disegno: una cover bianca e nera dominata da un angelo scuro che sormonta una distesa di teschi. La musica dell'intero album è una commistione di melodramma e sfumature dark; Parsick a tal proposito cattura perfettamente il già menzionato sound del synth di Vangelis nel film di Ridley Scott fondendolo con le influenze più marcate di Lustmord presenti soprattutto nei pezzi più cupi quali la calzante Der Tod, traccia di esordio analoga ad una enorme coperta nera svelata pian piano dalle fasi drammatiche che ne seguono. Synths maestosi caratterizzano piuttosto le due tracce successive, Der Tod e Die Königin mentre Die Burg costituisce una selezione teatrale provvista di clangori metallici e sirene, risacche e rumori tipici delle imbarcazioni che con le loro chiglie scivolano sulle onde ma anche di tutte le possibili soluzioni elaborate dall'elaborazione e sperimentazione elettronica. Corde e pads rendono Der Lichenkeller un pezzo atmosferico ricco delle soluzioni care ad una immaginaria colonna sonora destinata ad un film di fantascienza. Der Barde è semplicemente la porzione più luminosa ed attiva dell'intero album, tributaria ancora una volta delle ambientazioni più care a Vangelis per un pezzo tra i più toccanti di Hoellenengel. Per converso, ed in voluto contrasto, Der Nullpunkt costituisce uno dei brani più tristi, in grado di gettare uno sguardo all'interno delle ombre dell'animo con studiata lentezza e tristi presagi per circa dieci struggenti minuti. Invece Einer Wartet Immer svolge quasi il ruolo di fantastico e metafisico ponte, con il suono di campane squillanti dal suono aperto e luminoso. Per molti versi Das Lied vom Ende contiene alcuni elementi analoghi alla precedente Der Nullpunkt, un pezzo lungo e sinistro, seguito a ruota da un altro brano-ponte, Das Observatorium, questa volta astratta e sperimentale elaborazione sonora. Gli ultimi due brani, Das Auge Des Horus, Auf Dem Boden Tote Engel Verstreut contribuiscono ad architettare una conclusione torva e fosca per questo fantastico viaggio creativo dell'immaginazione. Inserire il voto in centesimi, ad es: 70/100
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Stephen Parsick: All music conceived, improvised and performed live and straight to DAT Anno: 2005 |