Scritto da HektoplasmaToxin Domenica 09 Settembre 2007 21:47 Letto : 3359 volte
Senza niente togliere al sicuro valore delle bands citate naturalmente, il progetto Folkearth si basa invece su fondamenta solidissime e vari distinguo, il gruppo si differenzia per certe assonanze celtic con innesti di strumenti tradizionali (in tante parti acustiche e corali) e di certo per la collaborazione di musicisti sopraffini che nelle loro bands di origine hanno gia dimostrato ampiamente il proprio valore. E non voglio nemmeno sentire che è sempre il solito risultato della somma di Bathory+Falkenbach+qualcun'altro perché è normale che una band del genere sia influenzata dai mostri sacri altrimenti si parlerebbe di un altro genere … Il cd nel corso di 17 tracce sciorina tutte le potenzialità del gruppo con un sound potente e calibrato, certamente non accarezzato da una registrazione super, ma è proprio questo il bello, una underground band si differenzia anche per la capacità di arrangiarsi senza bisogno di accorgimenti tecnici e moderni che certamente regalerebbero potenza e pulizia di suono ma sicuramente 'incellophanerebbero' il sound selvaggio e leggermente scarno, ma affascinante delle amplificazioni/distorsioni/suoni standard. La formula di Folkearth è ormai collaudata, voci maschili e femminili che mi ricordano lontanamente gli Inkubus Sukkubus, toni epici e narranti, scorribande al limite del black death rabbiosi e guerrafondaio e tanto, tantissimo pomposo metal sanguigno seppure mai auto-celebrativo e ridicolo (come spesso accade anche per i grandi nomi), magnifici fraseggi e melodie epico-arcaiche dal sapore folkloristico e pagano irradiano il concept sempre basato su temi mitici e storici in cui gli Dei con arti e culti lontani si riaccendono per cantare la propria gloria e gridare il proprio sapore di vendetta. Questo cd è certamente una priorità per la piccola etichetta russa Stygian Crypt che lo ha stampato e che crede fortemente nella band essendo il loro 3° disco che produce, da non dimenticare la partecipazione attiva di nomi come Magnus Wohlfart (Deus Ex Machina), poi dei gruppi come gli Italiani DeathArmy, i PaganReign, Yggdrasil etc.etc. per un totale di 30 componenti che non oso immaginare cosa combinerebbero se tutti vivessero e componessero nello stesso studio per qualche mese … RACCOMANDATO e consigliato, astenersi ai lagnosi della serie "è troppo di questo o è troppo quest'altro": loro sono semplicemente i Folkearth, viviamo in un mondo libero quindi li amerà solo chi sa assaporare l'epico all'eccesso, il folk diluito nel metal (power, black & heavy), e le sonate celtiche, i miti nordici così come quelli classici, il tutto variegato e mai seminale, per i puristi ci sono i generi padri nei quali attingere e soddisfare le proprie voglie di non contaminato … Le più belle: Hogtyd, Great God Pan (per il testo e il significato oltre alla musica naturalmente con accompagnamento di flauto e acustica), The Ridding Of The Queen Boudiccea, De Tause Fjell, Before the battle I embrace … ma tutto il resto è apprezzabile anche se qualche piccola caduta di tensione c'è, quindi prevedo che i Folkearth riescano in futuro a limare certe asperità e momenti morti. 85/100
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Belgium: Roman Samonin, Ralf Goosens Anno: 2007 |