Scritto da Valeria Lupidi Venerdì 07 Febbraio 2025 09:59 Letto : 258 volte
Patrizia Masi, regista dell’opera, supportata dal famoso illustratore e autore di fumetti Fabio Visentin ed accompagnata dalla Compagnia Bolero, mette in scena una originale interpretazione del conosciutissimo poema omerico, raccontando le peripezie di Ulisse attraverso gli occhi di donne significative. In questo viaggio a ritroso, ripercorso da un eroe ormai vecchio (forse un po’ troppo) emergono emozionanti ricordi rivissuti, nello spettacolo, attraverso “quadri” nei quali i veri personaggi prendono vita. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 6 febbraio 2025. |
'Frammenti di Odissea, le donne del ritorno' Uno spettacolo diretto da Patrizia Masi. Di che cosa parla l‘Odissea lo sappiamo tutti, ma questa è la storia di una traversata a ritroso nel tempo. Un viaggio per mare rivissuto da un Odisseo già avanti negli anni, dall‘Ade. Ma è anche un ribaltamento. È la storia delle donne del ritorno. Donne che lo hanno avuto, lo hanno amato, tentato, posseduto. Tante, tutte. Calliope, Atena, Circe, Calipso, Nausicaa, Arete, Penelope, Euriclea, Aglaia, le Sirene. Nomi di donne che tornano a trovarlo, simili a risacche, nella memoria dell‘acqua, nello sciame di voci, di echi, nell‘improvviso scintillio di presenze davanti a un Eroe solo, smarrito, provato. Richiami nelle raffiche di vento, orme che il mare ha cancellato, onde lunghe di canti, frammenti di vita, che si accendono come lampare sul mare. Donne che lo hanno vissuto, sofferto e perduto. Perché anche Penelope lo perderà. Dopo averla riabbracciata, ripartirà per andare a scoprire che cosa c‘è oltre le Colonne d‘Ercole. Per la sua spaventosa voglia di riprendere il mare. È il senso di Odisseo il mare, l‘inconoscibile, l‘alterità, il viaggio. Lui sa che c‘è la fine, lo sa dall‘inizio che c‘è la fine. L‘importante della fine è che sia bella, e mai banale. Combattere contro i nemici, combattere per amore e finire. Quanto tempo riesce un uomo a stare con le cose che ama? E soprattutto perché accontentarsi e smettere di cercare? La vita di un uomo non si ferma. Odisseo è tutti noi. Un uomo che continua, un uomo che si ripropone, che sbatte contro il dolore e lo supera. Odisseo è la capacità immensa di continuare. Ci sono due modi di concepire il mondo: la terra e il mare. La terra è permanenza: ci stai, ti fermi, non ti muovi. La terra la comanda la donna. Il mare è maschio: insicurezza, incertezza, dubbio. Il mare è la metafora del cuore, come la terra lo è dell‘anima. Il mare è Arte, non sai mai dove ti porta. Odisseo aveva la straordinaria capacità che hanno gli uomini veri: non sapere mai se vinci o perdi, mettersi in gioco sempre, e affrontare l‘ignoto. TEATRO DI DOCUMENTI
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