Scritto da Valeria Lupidi Giovedì 21 Settembre 2023 09:57 Letto : 690 volte
Opera avvincente che non lascia riprendere fiato allo spettatore affascinato dalla potenza sprigionata dalle parole e dai gesti. Melania Giglio nei panni di Venere è entusiasmante, quasi straripante per la forza del ruolo e dell'interpretazione. Riesce a far ondeggiare il suo personaggio tra l'ironia e il dramma, così come la dea era stata immaginata dallo stesso autore. La sua performance è dirompente nel dare vita ad un personaggio che rivela la sua grande tenacia, ma anche le sue debolezze. Un elogio particolare merita poi la sua dote canora: la potente voce echeggia nell'interpretazione di due canzoni in lingua originale. Non meno interessante l'interpretazione del giovane Adone e del narratore (lo stesso Shakespeare) che partecipa emotivamente al dramma vissuto dalla dea. La regia di Daniele Salvo è un tratto assolutamente distintivo, ricco di suggestioni e riflessioni. Originale la gabbia di legno e vetro posizionata al centro del palcoscenico da cui il narratore Shakespeare muove le fila di burattini che raccontano la storia dell'opera, dove Adone viene imprigionato e che funge da vetrina per ammirare l'amore e la morte. Un bellissimo ed intramontabile esempio di teatro elisabettiano. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 settembre 2023.
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Venere e Adone Arena Gigi Proietti |