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Elio Volpini (FLEA, ETNA, UOVO DI COLOMBO)




Con i suoi "Ut Jimi" e "Power Of Souls", Elio Volpini può senza dubbio essere annoverato tra i migliori chitarristi Hendrixiani, attento ricercatore di suoni e in possesso di uno stile rispettoso della tradizione del grande musicista americano.
Tuttavia, il suo nome è certamente evocato dagli appassionati del prog, in quanto bassista dei Flea, autori nel 1972 di un album di viscerale e graffiante hard rock con vaghe influenze prog, e degli Etna, band nata tre anni dopo per volontà dei medesimi componenti (tre dei quali confluiranno nei Goblin, pur in periodi diversi), stavolta dediti ad un jazz rock totalmente strumentale, molto vicino alle cose di PerigeoNovaBaricentro.
Tra questi due album, egli ha il tempo di formare L'Uovo di Colombo, altro gruppo estemporaneo ma altrettanto valido del prog italico, costituito con ex membri di Fholks e futuri componenti della Reale Accademia di Musica e dei Cherry Five.
Dopo queste esperienze, aperta e chiusa con successo una parentesi sportiva, Elio abbandona il basso passando totalmente alla chitarra, strumento che già sapeva padroneggiare ma che non aveva mai imbracciato in alcuno degli album di cui sopra, dedicandosi, come detto in apertura, alla riproposizione fedele della musica di Jimi Hendrix.
Lo abbiamo intervistato dopo un meraviglioso concerto tenuto con i suoi Flea On The Etna, band che ripercorre il repertorio di Flea ed Etna, al Progressivamente Free Festival di Roma, tenuto al Planet Live Club lo scorso 28 settembre.


Flea
Agostino Marangolo - Batteria
Elio Volpini - Basso, Voce
Fabio Pignatelli - Basso
Carlo Pennisi - Chitarra, voce
Antonio Marangolo - Tastiera


L'Uovo Di Colombo
Toni Gionta - voce
Elio Volpini - basso, chitarra, voce
Enzo Volpini - tastiere, chitarra acustica, voce
Ruggero Stefani - batteria, percussioni, voce


Etna

Agostino Marangolo - Batteria
Elio Volpini - Basso, Voce
Carlo Pennisi - Chitarra, voce
Antonio Marangolo - Tastiera

Flea On The Etna

Elio Volpini - chitarra, voce
Stefano Vicarelli - tastiere
Sabrina Scriva - basso (2018)
Lucrezio de Seta - batteria (2018)
Cristiano Polizzi - basso (2016)
Marzio Pitzalis - batteria (2016)



A&B: ciao Elio. Direi di partire con un chiarimento: varie fonti, anche autorevoli, ti accreditano quale bassista di Flea On The Honey, Flea ed Etna. In realtà, il ruolo di "Nigel", il bassista del primo gruppo, è avvolto dal mistero...
Elio Volpini
: Nessun Mistero. In realtà, non ho mai fatto parte dei Flea On The Honey. Nigel era un ragazzo siciliano di cui non ricordo purtroppo il nome. Io sono arrivato quando il gruppo è diventato Flea.

A&B: un altro chiarimento: ora sei un chitarrista, mentre all'epoca suonavi il basso. Eppure, nella formazione di allora, venivi e vieni tuttora indicato quale bassista/chitarrista acustico.
Elio Volpini: anche questo non è vero. Con i Flea, e successivamente con gli Etna, non ho mai imbracciato la chitarra. Ho suonato il sax soprano sul brano "Sono un pesce" e il contrabbasso su due brani degli Etna, ma non ho mai toccato una sei corde, anche se ovviamente la sapevo suonare: il riff del brano "Amazzone A Piedi", ad esempio, è mio. 

A&B: come entrasti in contatto con Carlo Pennisi e i fratelli Marangolo?
Elio Volpini: li conobbi quando li fece venire a Roma un amico di mio fratello (di cui riporto soltanto le iniziali, GS). Aveva assistito ad un loro concerto in Sicilia e ne rimase molto colpito e quindi gli scattò l'idea di portarli nella Capitale. 
Successivamente, durante una session in un locale, il Phlox, suonai con loro e schioccò la classica scintilla. Così, appena qualche giorno dopo, già facevo parte del gruppo in pianta stabile.
E dopo, ricordo prove su prove... (risate)              



A&B: in quale gruppo militavi prima di entrare nei Flea?
Elio Volpini: Mah, niente di che... Tanti gruppi, composti da amici. Si suonava molto. 
Ricordo con piacere gli Obsession e la prima estate fuori Roma a suonare al Capanno di San Felice Circeo. 
Tempi lontani...

A&B: le sonorità di "Topi o Uomini" sono assai diverse da quelle di "Flea On The Honey", virando i Flea decisamente verso l'hard rock. Il cambio fu intenzionale, studiato a tavolino? Fosti tu l'artefice del rinnovamento?
Elio Volpini: fummo tutti coinvolti nel cambiamento anche se io credo di aver contribuito ad introdurre qualcosa di nuovo con il mio modo di suonare molto diverso dal bassista precedente.
In ogni caso, non ci fu alcuna intenzionalità: abbiamo tirato fuori nuove energie senza pensarci troppo sopra. 

A&B: dopo "Topi o uomini", tu lasciasti il gruppo (venendo sostituito da Fabio Pignatelli, che proveniva da Le Rivelazioni) per entrare ne L'Uovo di Colombo. Vorrei una breve descrizione della tua esperienza con questo gruppo e un raffronto con i Flea.
Elio Volpini: bisogna preliminarmente dire che "Topi o Uomini" non ebbe il successo che ci aspettavamo e questo portò ognuno di noi a prendere strade diverse, con la voglia assoluta di creare sempre qualcosa di nuovo. 
Diedi quindi vita a L'uovo di Colombo, insieme a due componenti dei Folks (per intendersi, era il gruppo che aprì per uno dei concerti romani di Jimi Hendrix) ai quali si aggiunsero il batterista Ruggero Stefani e mio fratello Enzo Volpini alle tastiere. 
Creammo una musica completamente diversa, decisamente molto prog, con testi in italiano. 
Infine, non credo si possa fare un raffronto tra Flea e L'uovo Di Colombo, perché parliamo di band molto diverse tra loro. 
In ogni caso, io sono da sempre più vicino alle sonorità profuse dagli Etna. 

A&B: il tempo di fare due piccole tournée e Pignatelli, a sua volta, lasciava la band per confluire nei Goblin. A quel punto, fosti ricontattato da Pennisi e dai Marangolo. Nacquero gli Etna, con un sound ancora completamente diverso... Anche queste sonorità spuntarono in maniera genuina?
Elio Volpini: ho poche info su quelle date perchè mi ero totalmente distaccato dalla band. 
Quello che posso dire è che - così mi sembra di ricordare - il nome di Fabio Pignatelli lo feci io a loro. Conoscevo molto bene Fabio: era mio amico e lo stimavo molto come bassista. 
Parlando degli Etna, la loro musica nacque in maniera assolutamente genuina. Il jazz-rock piaceva a tutti noi e quindi quel disco venne fuori in modo molto spontaneo.   

A&B: tutti gli album appena citati sono ormai piuttosto rari, veri pezzi da collezione, specialmente "Topi o uomini". Come percepivate il mercato discografico all'epoca? I dischi furono acquistati subito da un gran numero di utenti? Erano facilmente reperibili?
Elio Volpini: si, sono a conoscenza che quelli sono dischi piuttosto rari: incredibile, se pensi che a quel tempo, come già detto, non ebbero alcun successo. Cosa prevedibile, del resto, visto che non c'era alcuna promozione. 
Bisogna anche dire che, probabilmente, il periodo non era giusto per quel tipo di musica, specialmente quella degli Etna.                           

A&B: dopo L'Uovo Di Colombo, suonasti nell'album "Un Uomo In Crisi: Canzoni Di Morte. Canzoni Di Vita" di Claudio Lolli e poi si persero le tue tracce. Abbandonasti la musica?
Elio Volpini: suonai nel disco di Lolli come turnista proprio mentre stavamo registrando il disco de L'Uovo di colombo.
Non ricordo precisamente come andò: mi pare che stesse registrando nello stesso studio nostro o, forse, ci incrociammo semplicemente perché anche Claudio era in forza alla Emi.
Comunque, tutto questo successe prima degli Etna. 
Non ho mai abbandonato la musica tranne una breve parentesi dal '76 al '79: in quel quadriennio mi sono dedicato ad un altra mia passione, le corse di moto. Ho ottenuto belle soddisfazioni, arrivando quarto assoluto nel campionato nazionale Maxi moto.           



A&B: E' stato difficile campare di musica successivamente?

Elio Volpini: non ho mai campato di sola musica e devo dire che è stata una fortuna: mai nessun compromesso con alcun discografico. Non ho dovuto piegarmi ad alcuna logica che non fosse la mia.

A&B: Viene ritenuto credibile che un chitarrista passi al basso, difficilmente viene accettato che un bassista si rinnovi imbracciando una chitarra. Nel tuo caso, invece, sono tutti d'accordo: proprio al concerto che hai tenuto il 28 settembre 2018, al Planet, nell'ambito del Progressivamente Free Festival, uno spettatore ricordava una tua performance incendiaria di qualche anno fa in cui omaggiavi Hendrix in maniera puntuale e credibile. Come, quando e perché sei passato alla chitarra?
Elio Volpini: dopo gli Etna ho suonato in moltissime formazioni tra cui i Big Chill, nei quali ho cominciato a suonare la chitarra ed il sax alto in sezione e poi ho fatto parte di cover band di qualsiasi tipo. 
Suonando i brani di Hendrix ho girato l'Europa (principalmente Belgio, Olanda e Inghilterra). 
Ho militato anche in gruppi blues, fortunatamente sempre al fianco di grandi musicisti come, tra gli altri, Raffaele Scoccia, i fratelli Corvini, Pietro Iodice, Daniele Tittarelli. Insomma, artisti di grande spessore.

A&B: Passiamo ai giorni attuali. Due anni fai hai fondato un gruppo con l'intento di omaggiare il repertorio di Etna e Flea. Chiamarlo Flea On The Etna è stato un passo del tutto naturale. Quale è stata la molla che ti ha spinto a mettere in piedi questo nuovo organico?

Elio Volpini: il nome Flea On The Etna nasce da un'idea dell'amico Guido Bellachioma. Io non vedevo l'ora di riproporre i brani degli Etna ma non avevo mai trovato i musicisti giusti con cui farlo. Quando li ho reperiti, il passo è stato inevitabile.                                            

A&B: hai provato a contattare i membri storici?

Elio Volpini: si, ci ho provato ma forse con poca convinzione. E probabilmente è per questo che non ho ricevuto consensi.

A&B: puoi parlarci della formazione 2017 dei Flea On The Etna?
Elio Volpini: la formazione del 2017 è stata soltanto un punto di partenza. Buoni strumentisti ma poco feeling. Meglio parlare di oggi...  

A&B: Come accennato sopra, ero presente alla data del 28 settembre e sono rimasto veramente colpito: l'organico dei Flea On The Etna è apparso compatto e tecnico e le riproposizioni del vecchio repertorio sono risultate assai credibili. Descrivici i membri attuali.
Elio Volpini: quelli di ora sono gli elementi giusti, tutti artisti eccezionali. Come al solito, mi piace suonare con chi mi dà di più.
Chi non conosce Lucrezio de Seta? Stiamo parlando di un grandissimo batterista, tecnicamente inarrivabile. Ha collaborato con musicisti di valore. Avevo già suonato con lui per circa due anni, facendo le cover di Hendrix, con una band che si chiamava Power Of Soul. 
Sabrina Scriva è una bassista incredibile: suono compatto e grandi doti di intensità. E' l'unica che è riuscita a fare quello che facevo io sui dischi dell'epoca ma non per la sua tecnica, che è innegabile ma è una cosa comune a molti, quanto piuttosto per l'intensità e l'emotività delle sue esecuzioni, essendo capace di cogliere tutte le sfumature che erano presenti in quei 33 giri. Una grande musicista. 
Stefano Vicarelli, infine, è un espertissimo di prog, tecnicamente ineccepibile e con un gusto musicale unico. 
Con musicisti come questi, ora sono veramente a posto.      



A&B: nel corso della serata avete eseguito un brano nuovo, "Sorvolando l'Arabia Saudita", in linea con le sonorità jazz rock degli Etna. Nel presentarlo, hai annunciato una nuova uscita discografica....
Elio Volpini: di brani nuovi ne ho diversi ma il disco è ora soltanto un'idea. Sono fortemente intenzionato a realizzarlo ma per ora non so dirti altro.                      

A&B: Avete suonato un solo brano estratto da "Topi O Uomini", il già citato (e bellissimo) "Amazzone A Piedi". Pur rendendomi conto che il repertorio delle due band è assai diverso - suonando i Flea un viscerale hard rock, gli Etna un jazz-rock di stampo americano - ti chiedo se c'è speranza di ascoltare dal vivo qualche altro brano dei primi, magari la lunga suite del primo album.
Elio Volpini: sicuramente sentirete altri brani del disco "Topi o Uomini". 
Bisogna soltanto aspettare un po', giacché nessuno di noi può dedicare molto tempo a questo progetto e quei brani hanno bisogno di molte prove. 
Ci arriveremo... 

A&B: un'ultima curiosità: durante il concerto - e citiamo questo brano per la terza volta - hai riferito che "Amazzone A Piedi" risale al 1969 mentre invece la pubblicazione dell'album che la contiene risale a 1972. Si tratta di una svista oppure c'è qualcosa dietro al brano che non sappiamo?
Elio Volpini: la prima parte di "Amazzone A Piedi" risale al '69. Ero a letto con la febbre e, con la chitarra in mano, mi venne fuori questo riff in 9. Successivamente, con i Flea, è stato arrangiato e ampliato. 
Facevamo sempre così con tutti i brani: uno portava un'idea che poi, tutti insieme, si elaborava, si modificava, si ampliava. 

A&B: Ultime parole per i fans
Elio Volpini: Non credo di avere molti fan ma per quelli che lo sono: VI AMO.

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