Paolo Morbini: Batteria
Hox Martino: Chitarra
Davide Faccio: Tastiere
Franco Campanella: Voce
Fabian Andrechen: Basso
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- Recensione di: Light of a new day - 2011
- A&B -
Salve ragazzi! Vi do un caloroso benvenuto su A&B. Da pochi giorni è uscito il vostro nuovo album Light of a new day. Come mai avete scelto questo titolo?
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
Ciao Giada! Prima di cominciare voglio davvero ringraziare te e tutto lo staff di A&B a nome di tutti i componenti dei Myland per l’intervista che ci concedete! È davvero un grande piacere rispondere alle vostre domande.
Perché di quel titolo?… beh, Light of a new day semplicemente ci è sembrato il più indicato per descrivere la nostra emozione nel vedere un nuovo CD a nome Myland raggiungere gli scaffali dei negozi dopo un periodo decisamente travagliato. Non poteva che intitolarsi così. Questo lavoro di fatto chiude un capitolo e ne apre un altro per la band, ma le implicazioni di questa scelta, come vedremo, non si fermano qui.
Dopo l’uscita del leggendario No man’s land nel 2008 tutto sembrava pronto per lanciare il nome Myland nello spazio sull’onda di recensioni entusiastiche che arrivavano da tutto il mondo. A quel tempo io ero entrato da poco nella band per sostituire il chitarrista appena fuoriuscito, ma dopo una sola data live in Germania (peraltro indimenticabile) e pochi mesi di assestamento per affinare il nostro sound, ci siamo improvvisamente trovati in due: il batterista Paolo Morbini ed io, con la necessità di rimettere in piedi in fretta una band che volevamo tenere in vita a tutti i costi… Anche perché l’etichetta giapponese King Records era interessata a No Man‘s Land, alla condizione che fosse presente un inedito rispetto alla versione europea. Inedito che non avevamo e che dovevamo scrivere ed arrangiare praticamente su ordinazione! Non ci siamo dati per vinti, quindi, ed abbiamo subito reclutato Davide Faccio alle tastiere e Fabien Andrechen, bassista. Era il Novembre del 2008, e con questa formazione abbiamo registrato la bonus track ‘When the love is gone’ con il già dimissionario Guido Priori alla voce. Immediatamente dopo abbiamo accolto nella band il bravissimo frontman Franco Campanella. Da quel momento in poi la line-up non è più cambiata, segno che siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda nel condividere ambizioni e progetti. Abbiamo lavorato duro, suonando tanto, mettendoci sempre alla prova, e soprattutto creando una bella alchimia tra di noi, una cosa che credo si noti parecchio on stage… Light of a new day ha quindi certamente un significato di rivalsa nei confronti delle disavventure del passato a livello di band, ma non solo. Ha anche un forte riferimento alla nostra sfera privata.
Il 2010 è stato infatti un anno molto duro per alcuni di noi, dal punto di vista personale, e per riflesso lo è stato per tutti. Ma la band non si è sfaldata, anzi, c’è stato un forte spirito di compartecipazione tra noi. Pur non essendo un vero e proprio concept, l’album prende in esame gli aspetti più conflittuali e difficili della vita, legandoli al concetto di rinascita, inteso come riemersione da un periodo buio, un periodo nel quale era stata smarrita la direzione, la coscienza di quel che si era, la fiducia in se stessi. E i testi dell’album riflettono questa visione drammatica ma non pessimista nei confronti della vita. Light of a new day può essere infatti visto in generale proprio come un appello a ritrovare la serenità necessaria a riprendere il controllo della propria vita, o a guardare al futuro concentrandosi su quello che abbiamo qui ed ora, senza disperdere le nostre energie inseguendo quello che non avremo mai.
Tengo a precisare che il messaggio che noi cerchiamo di lanciare, nel nostro piccolo, è molto positivo, ma anche realista: non vogliamo illudere nessuno; ma per quanto drammatica sia la situazione di cui stiamo parlando, c’è sempre una luce in fondo al tunnel, una luce che indica che la soluzione spesso è lì, e dipende semplicemente da un cambio di attitudine che spesso tardiamo ad attuare. Per descrivere questo feeling di rinascita ci siamo focalizzati principalmente sugli aspetti relazionali più importanti per l’essere umano: l’amore, l’amicizia, gli affetti più intimi come quelli familiari, anche e soprattutto quando questi portano più guai che gioie. Del resto sono proprio quel tipo di disavventure a rivelare meglio di molte altre considerazioni di che pasta è fatto un essere umano, quando a queste si trova a dover reagire.
Questo dunque il filo che lega il titolo dell’album ai Myland come band e ai Mayland come persone.
- A&B -
Cosa c’è di nuovo rispetto ai lavori precedenti che volete offrire al vostro pubblico?
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
Credo che la vera differenza stia nel fatto che, mentre fino a No Man’s Land il progetto Myland era rimasto essenzialmente legato allo studio di registrazione, con un gruppo di lavoro molto ristretto composto dal drummer Paolo Morbini e dal vocalist Guido Priori coadiuvati da un manipolo di fenomenali session men sia italiani che stranieri; ora i Myland sono semplicemente una BAND, con una formazione ormai molto ben consolidata ed affiatata che ha condiviso e continua a condividere palchi, sala prove, sessioni di scrittura e registrazione da più di due anni. Credo che questa coesione e questo grado di affiatamento siano piuttosto evidenti ascoltando il nuovo Light of a new day. Detto questo, le coordinate del Myland–sound non sono mai state messe in discussione: volevamo che la musica del nuovo corso continuasse ad essere potente, decisa, trascinante ma anche melodica e raffinata negli arrangiamenti. Questa direzione poi è stata arricchita dal background personale di ognuno di noi, ed è proprio il contributo portato da ciascuno di noi, sia dal punto di vista compositivo che da quello dello stile esecutivo, a costituire la più importante novità rispetto a No man’s land. Con Light of a new day siamo riusciti a catturare la grinta, la rabbia e l’esplosività delle nostre esibizioni live. I Myland che senti sul disco sono esattamente gli stessi che senti on stage! Un sound raffinato, ricercato, sempre ricco di sorprese ma al tempo stesso assai diretto e genuinamente rock, grazie anche alla vocalità bluesy e graffiante del nostro singer Franco Campanella.
- A&B -
Entriamo nel particolare. Qual è la canzone in “Light of a new day” che più vi rispecchia, secondo voi?
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
Uhm… credo che la sfida più grande, e di conseguenza la soddisfazione maggiore per tutti noi, sia stata la composizione e l’arrangiamento della ballad “Wherever you go”, nonché la stesura delle sue liriche, che volevamo senz’altro drammatiche ma non disperate: si fa cenno ad una storia d’amore giunta dopo anni di silenzi al suo termine, per indifferenza, poca voglia di comunicare, poca propensione ad aprirsi l’uno verso l’altro, ma che invece di lasciare solo rancore e risentimento porta alla consapevole accettazione che almeno quanto c’è stato di buono, di condiviso, tra due esseri umani, possa essere preservato per sempre nel ricordo.
Musicalmente è stata una grossa sfida perché se c’era qualcosa che effettivamente mancava nel precedente No Man’s Land era proprio un classica rock ballad, cosa a cui abbiamo posto rimedio con il nuovo album. Avevamo solo questi tre armonici di basso, ripresi poi nell’arrangiamento definitivo dalla chitarra e dalle tastiere, e una breve sequenza di accordi al pianoforte… se penso a cosa siamo riusciti a tirane fuori… con quel groove di batteria così maestoso, con i cori che si intrecciano alla linea principale facendo spesso anche da contrappunto… wow, quasi non ci riusciamo a credere. Quando l’abbiamo riascoltata una volta mixata e masterizzata ci siamo davvero commossi: un crescendo continuo di emozioni irresistibili col tutto che esplode nell’immancabile assolo di chitarra ipermelodico per ritornare infine alla quiete iniziale… Spero susciti le stesse emozioni in chiunque l’ascolti, per noi sarebbe la più grande delle soddisfazioni.
- A&B -
E’ impossibile non percepire quell’atmosfera anni ’80 che tanto caratterizza i vari brani. Ma diteci: quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato e perché ?
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
Uhhh, questa è forse la domanda più difficile! è davvero dura fare dei nomi, come del resto è impossibile inquadrare con precisione il genere AOR, nel quale puoi trovare il pop dei Mr. Mister, il rock ultrapatinato di Michael Thompson o l’hard adrenalinico dei Giant. Personalmente trovo che il nostro sia un sound abbastanza originale che propende decisamente verso il lato hard dell’AOR, secondo la lezione impartita dai già citati Giant, ma anche dai Journey, o dai Foreigner, o dal carrozzone hard rock melodico di gruppi come Giuffria e House of Lords. Personalmente sono sempre stato un grande fan di tutto l’hard degli anni 80, quello che una volta si chiamava “class metal” (o “pop metal”) e ora viene indicato come “hair metal”: Van Halen, Quiet Riot, Keel, Dokken, Lynch Mob, Icon, Vinnie Vincent, Lizzy Borden, Victory, e i grandissimi Billionaires Boys Club di Mark Boals e Jorg Fischer! Tutta gente che a mio avviso ha saputo coniugare al meglio la melodia con l’energia! sostanzialmente il 75% del mio stile di chitarrista rock vien da lì! Il resto lo hanno fatto i Police, i Rush, gli U2 dei primi 4 dischi e gli immensi Kansas, ma la lista è di fatto infinita.
Volendo proprio giocare potrei paragonare il sound dei Myland a quello che scaturirebbe da una jam senza regole tra i Van Halen di Sammy Hagar e i Toto di Isolation e Seventh One! Ascoltare per credere! ;)
- A&B -
Per quanto riguarda invece la componente più “moderna”, che ruolo avete dato alla tastiera ?
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
Le tastiere ricoprono un ruolo fondamentale nel nostro sound. Sono la nostra sezione fiati, la nostra orchestra e la nostra sorgente di special FX, con quei tipici synth “ululanti” che spesso usiamo nelle parti tematiche! Per non parlare del fascino che il pianoforte acustico di per sé suscita in tutti noi. Spesso le tastiere creano le atmosfere su cui poi innestiamo i nostri riff, o arricchiscono la tessitura timbrica dei brani eseguendo assoli o melodie, magari meticolosamente incastrate con le parti di chitarra, come avviene in “Shattered Dreams” o in “Living in the Magic”. Diciamo che l’interazione tra me e Davide Faccio in questo senso è divertentissima e la sua bravura mi consente di pensare esclusivamente a fare il chitarrista senza dovermi preoccupare troppo di sonorità che poco avrebbero a che vedere col mio strumento: per quel genere di cose so che posso affidarmi a lui e il risultato sarà il migliore possibile. In sostanza nei Myland la chitarra fa la chitarra, e più il suono graffia meglio è, mentre le tastiere si occupano di compensare questa ruvidità impreziosendo il sound globale. Il tutto resta molto hard rock, se vogliamo, per quanto spiccatamente melodico, ma le tastiere di Davide aggiungono la terza dimensione al nostro suono e donano un non indifferente tocco di classe in più!
- A&B -
Tirando le somme: come vi sentite dopo la produzione di questo album?
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
Soddisfatti, davvero soddisfatti. In questo disco siamo noi al 100%. Lo riconosciamo come nostro fino all’ultima nota. C’è tutto di noi: il nostro playing, il nostro gusto collettivo, quello personale, i nostri vezzi interpretativi, i fills, i licks che da anni ci accompagnano e caratterizzano il nostro stile. Questo è il nostro modo di intendere il rock. E’ un disco fatto con onestà per noi e per gli appassionati di rock, e siamo certi che quest’onestà non mancherà di essere riconosciuta, indipendentemente dai gusti personali di chi avrà l’occasione di ascoltare.
- A&B -
E per finire vi ringrazio per la vostra collaborazione chiedendovi se avete in programma un tour o comunque eventi in cui i numerosi fans potranno sentirvi dal vivo.
- Orazio "Hox" Martino [Myland] –
La nostra attività live a supporto di Light of a new day sarà il più possibile intensa. Suoneremo soprattutto nel nord Italia, dove dal punto di vista organizzativo abbiamo maggiori possibilità; sicuramente torneremo in Germania per qualche showcase nelle più importanti città del paese, per la gioia della nostra etichetta di distribuzione Point Music di Monaco, che davvero non vede l’ora di presentarci ai suoi connazionali. L’Austria è un’altra possibilità non del tutto priva di fondamento per quello che riguarda eventuali showcase. E poi a Giugno torneremo nuovamente in Bosnia a Banja Luka, per l’edizione 2011 di uno splendido festival rock open air della durata di tre giorni tenuto all’interno delle mura di una fortificazione romana di circa 2000 anni fa! Ma siamo davvero solo all’inizio, se le cose dovessero prendere piede come ci aspettiamo avremo parecchio da suonare e noi ovviamente non ci tireremo indietro. Per tutti i dettagli della nostra attività live vi invito a consultare le nostre pagine web: www.mylandmusic.com e www.myspace.com/mylandrock
In conclusione un grandissimo GRAZIE a te Giada e a tutto lo staff di A&B per lo spazio che ci avete gentilmente riservato. Continuate così! Il rock ha bisogno di persone come voi!! Keep it up!
“Hox” Martino