Liberamente tratto dal romanzo di Orwel "Animal farm" pubblicato nel 1945, questa trasposizione teatrale racconta una storia che potrebbe essere senza luogo e senza tempo, ma che il regista ha ambientato nelle piantagioni di cotone del nord America, ricreando lo stato fisico e spirituale degli schiavi: teste, movenze e vocalizzi da animali, ma abiti sporchi e stracciati, capelli scompigliati a ricordare la condizione dei prigionieri e del lavoro forzato. Sono queste le prime scene a cui lo spettatore assiste: attori con posture da animali intenti al duro lavoro quotidiano. Ma nell'ora e mezza di spettacolo le movenze, le voci ed il linguaggio degli animali protagonisti, grazie alla bravura degli otto giovani attori, subiscono una trasformazione e le figure degli animali assumono postura umana e con questa anche le emozioni, la crudeltà, la scaltrezza propria degli uomini. Spettacolo coinvolgente, che fa riflettere sulla natura umana messa a confronto con quella animale e che la Compagnia Sofia Amendola interpreta con passione ed emozione. Da apprezzare anche le doti canore degli attori che eseguono brani conosciuti (nella vecchia fattoria hia hia oh!) e pezzi inediti, con indubbie capacità canore. Notevole è anche la fisicità del cast, che con movenze armoniose riesce a passare fluidamente, con una originale coreografia di danza, dalle movenze animalesche a quelle umane. Gradevole anche l'atmosfera "di quartiere" del Teatro Cometa Off: non un palco, nessun orpello, solo un pavimento ed un centinaio di poltroncine. |
Protagonisti:
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