Cosa hanno in comune 9 donne vissute dal medioevo ai nostri giorni? L'etereo spettacolo Fantasme, in scena al Teatro Marconi il 13 luglio, svela l'arcano raccontando la vita e la morte di alcune protagoniste, spesso dimenticate, della nostra storia.
Fantasme sono le figure dell'omonimo libro scritto da Claudio Marrucci e Carmela Parissi, da cui è tratta la rappresentazione: ritratti al femminile di persone "diverse" e per questo perseguitate ed uccise, perchè la mancanza di omologazione è stata, ed in parte lo è tutt'ora, vista come un pericolo. Le tre talentuose attrici Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta danno vita e voce a nove donne (delle venticinque raccontate nel libro), colpevoli solo di essere coraggiose e libere di pensiero e per questo meritevoli di punizione agli occhi di un mondo maschilista e violento: Artemisia Gentileschi, pittrice talentuosa processata per aver denunciato la violenza subita e punita per questo; Beatrice Cenci giustiziata per aver complottato contro un padre-padrone; Bianca Lancia che diede tre figli all'imperatore di Germania e non venne mai riconosciuta come sua sposa; Rita Rosani, ebrea che salvò la sua famiglia dalla deportazione; Giorgina Masi uccisa a 19 anni da un proiettile vacante; ed altre eroine semplici che con i loro gesti e rivendicando la libertà, hanno pagato con la vita il loro inaccettabile irredentismo. Vincente la scelta del regista Guido Lomoro di collocare lo spettacolo fuori dallo spazio e dal tempo, evanescente eppure concreto nei contenuti. Le tre protagoniste affidano ai movimenti del corpo gran parte della narrazione; sono spettri, esseri invisibili che hanno movenze a volte fluide, a momenti sincopate, elaborati in una coreografia (curata da Maria Concetta Borgese) che diventa elemento essenziale nel rappresentare la sorellanza delle tre donne, unite dal dolore e dagli spasmi di corpi che hanno dovuto subire sofferenze ed umiliazioni. Forte il coinvolgimento del pubblico anche per l'utilizzo degli spazi: quando il disadorno palco non è sufficiente ad esprimere le emozioni, le attrici scendono in platea coinvolgendo direttamente gli spettatori nel loro grido di rabbia e nella ricerca di riscatto. Pièce molto interessante, sia per il tema affrontato (storie del passato, ma terribilmente presenti nella cronaca di tanti femminicidi), che per la scelta della modalità espressiva: corpi danzanti avvolti da bianche vesti che lungi dall'essere lenzuola sono invece il simbolo di libertà e rivalsa che, insieme alla potente musica dal vivo eseguita dal maestro Theo Allegretti, donano allo spettacolo la forza di penetrazione nell'animo dello spettatore, riconoscendo così immortalità ai personaggi rievocati e consentendo alle eroine narrate di uscire dall'oblio, travalicando i confini della memoria. Questa recensione si riferisce allo spettacolo del 13 luglio 2023. |
Fantasme Teatro Marconi |