Un racconto tragicomico che ingloba la trama di un giallo, i toni scintillanti della commedia all'italiana e la ricostruzione storica di un "non luogo" dove si possono facilmente rievocare le radici comuni della vita rurale.
Con quest'opera, Agnese Fallongo e Tiziano Caputo tornano in scena con un nuovo lavoro che, già nel titolo, preannuncia il contesto della storia. Mezzalira riporta evidentemente al poco denaro, i panni sporchi (che si lavano in casa) ad un ambiente domestico ed il fritto rievoca il binomio servo-padrone, laddove il povero non può sprecare per friggere l'olio - che coltiva - perchè questo modo di cottura appartiene solo ai ricchi, che invece i campi non li vanno a zappare. La storia si dipana nelle vicende di tre generazioni che vivono in un non meglio identificato "paese vecchio" e che, per travagliate questioni, sono costretti a fuggire in piena notte verso il "paese nuovo". Il protagonista/narratore è il giovane Giovanni Battista detto Petrusino (Adriano Evangelisti), figlio di Crocifissa Martire (Agnese Fallongo) e Santo Mezzalira (Tiziano Caputo), fratello di Pasqualina (anch'essa interpretata da Agnese Fallongo) e nipote di nonna Pitta (magistralmente rappresentata anche lei da Tiziano Caputo). Mezzalira - panni sporchi fritti in casa, è un racconto introspettivo che ricorda il passato contadino della storia del nostro Paese, dove forte era la differenza tra povero e facoltoso e dove la quotidianità si componeva di duro lavoro, fatica e preghiere. Narrazione molto appassionante che alterna momenti ironici, specie per la cartterizzazione di alcuni personaggi, ad attimi di profonda tristezza. Nell'accurata scrittura di Agnese Fallongo ci sono tutti gli ingredienti dell'universo che si vuole rappresentare: la vita dura dei braccianti, la condizione femminile, la voglia di riscatto, il concetto di onore, la cura che i nonni riservano ai nipoti. Tutto accuratamente mixato per creare uno spettacolo che coinvolge, non solo per i temi, ma anche per la modalità di narrazione: Petrusino racconta la storia della sua famiglia rivolgendosi direttamente al pubblico, ma rimanendo sempre defilato sul palco, fino al momento in cui il passato ed il presente si incontrano in un finale a sorpresa che svela i segreti accuratamente custoditi dalla famiglia (i famosi panni sporchi!). Affascinante è l'uso del dialetto che contraddistingue tutto lo spettacolo: non un vero idioma di una terra specifica, ma una nuova lingua nella quale ogni spettatore potrebbe riconoscere le proprie origini. Apprezzabilissima la sinergia tra i protagonisti che dimostrano la loro bravura nell'interpretare più personaggi diversificando movenze e cadenza, aiutati anche dai repentini cambi di abbigliamento e acconciatura. Minuziosa la regia di Raffaele Latagliata, accurata la scenografia perfettamente funzionale a ricreare diversi spazi ed ambienti. Un plauso particolare va alle musiche e alle canzoni originali di Tiziano Caputo, utilizzate per i cambi di scena, ma anche per sottolineare alcuni passaggi della storia. Un'ora e mezza di spettacolo dove si ride, ci si commuove, ci si indigna e soprattutto si riflette. Una pièce adatta al pubblico di ogni età ma che, a parere di chi scrive, potrebbe rappresentare un messaggio molto istruttivo per le giovani generazioni. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 9 febbraio 2023. |
I MEZZALIRA Teatro Nino Manfredi |