Grandi risate per Rape rosse bucate, l'anticommedia andata in scena il 10 settembre al Teatro Marconi nel'ambito del Festival Teatramm'. Già dall'apertura del sipario ci si rende conto che tutto è molto strano, forte musica, colori vivacissimi sulla scena e nei costumi dei protagonisti, strampalate danze e movenze scoordinate. Personaggi caricaturali con abiti pomposi e trucco eccessivo che ricordano quasi i protagonisti della "Sposa cadavere" di Tim Burton. Nel corso dello spettacolo matura poi l'idea che la stranezza non è solo negli abiti e nel comportamento, ma anche nella mentalità e nel modo di vivere di questi soggetti che non hanno regole e pensano liberamente. E' l'arrivo di due vicini anche troppo convenzionali, e con cui devono condividere una serata, che mette in discussione la loro anomala quotidianità, facendo emergere tutte le differenze. Rape rosse bucate, nel mettere a nudo l'attuale società nevrotica, esasperata e a volte delirante, ricorda il teatro dell'assurdo, nato nel secondo dopoguerra per rappresentare l'alienazione dell'uomo. Spettacolo ironico e paradossale in cui è difficile seguire i discorsi caratterizzati da mancanza di logica e coerenza, ma dove, incredibilmente, lo spettatore riesce lo stesso a ritrovarsi e dare significato al nonsense. Due sono gli elementi di spicco: il colore, che oltre a riprendere il titolo della commedia, troneggia nella scenografia e negli arredi anticonvenzionali, nei costumi, negli ingredienti delle ricette di cucina; e la "diversità" messa a confronto con una "normalità" banalissima (la scelta per uno dei personaggi del nome Mario Rossi la dice lunga!). Un divario fra due mondi apparentemente inavvicinabili, rispetto ai quali è lecito chiedersi se possano mai dialogare tra loro. Il dubbio viene chiarito nel finale decisamente inaspettato e di sicuro impatto emotivo. La regista Emilia Miscio in questa piece ha saputo ben rappresentare gli spettri che tormentano l'attuale società, senza mai scadere nel retorico e marcando il concetto di rispetto della libertà di non essere omologati. Bravi gli attori che nell'interpretare gli stravaganti protagonisti non hanno risparmiato energie per poter condividere col pubblico la caratterizzazione dei loro personaggi. Simpaticissimo il frate che ha dimostrato anche notevoli doti atletiche e il maggiordomo Goblin di cui va sicuramente premiato lo sforzo fisico fatto per recitare praticamente tutto il tempo accovacciato. Rape rosse bucate è uno spettacolo che non lascia indifferenti, spronando ad una riflessione sul significato dell'Altro, senza farsi troppe elucubrazioni mentali, ma semplicemente accettandolo. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 10 settembre 2022. |
Rape rosse bucate
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