Interessante trasposizione teatrale de "I Viceré", celebre romanzo di Federico De Roberto, incentrato, in pieno periodo risorgimentale, sulle gesta e gli intrighi della famiglia Uzeda di Francalanza, discendente da antichi Viceré spagnoli della Sicilia ai tempi di Carlo V. Lo scrittore fu particolarmente abile nel tratteggiare la corruzione morale e il decadimento fisica comune ai membri tutti: da un lato il degrado concettuale ed etico (spiccata avidità, sete di potere, egoismo, meschinità, contrasti interni), dall'altro caratteri somatici ai limiti del grottesco, se non della deformità vera e propria (dovuti ai rapporti tra consanguinei, come era in uso ai nobili di quel periodo storico). Dal canto suo, il regista sceglie di mantenere intatto l'approccio che l'autore ebbe nei confronti del primo aspetto, quello afferente allo svilimento dei valori, mentre stempera tutto ciò che concerne la morfologia, scegliendo figure piuttosto ordinarie (sebbene alcuni aspetti caricaturali si intravedano nei personaggi del giovane Consalvo, Don Blasco, Donna Lucrezia, Don Ferdinando). Preme segnalare la scelta di recuperare in maniera fedele la lucida capacità valutativa del Consalvo adulto (al quale viene affidato un monologo durante il quale, come nel libro, egli esprime sferzanti giudizi nei confronti dei suoi familiari) e la depravata attitudine di Don Blasco (giocatore d'azzardo, corrotto, litigioso e tutt'altro che casto, nonostante l'abito religioso indossato) il quale, peraltro, riveste anche le funzioni dell'io narrante. L'opera è sublimata da una scenografia imponente e altamente suggestiva, ottenuta sfruttando costumi piuttosto fedeli, anche nei particolari. Lo sfarzo dei colorati e vivaci arredi di metà '800, invece, è ottenuto previa irradiazione di immagini da proiettori collocati in punti strategici, capaci di smarcare abilmente i protagonisti sul palco, evitando così la fastidiosa trasposizione delle ombre. L'effetto è notevole, anche alla breve distanza. E' la prima volta, peraltro, quantomeno agli occhi di chi scrive, che tali proiezioni vengono indirizzate verso una tenda amovibile, scelta che permette di ottenere una scena incredibilmente realistica (che sfrutta anche contesti che si svolgono dietro alla tenda medesima, permettendo una piena percezione, tra le altre cose, della profondità). Questa recensione di riferisce alla rappresentazione del 29 novembre 2022. |
Progetto Teatrando TEATRO QUIRINO/VITTORIO GASSMAN |