Venere e Adone
Mosaici 2022, Voci contemporanee in Domus Aurea, 24 settembre-9 ottobre 2022

Quando la storia incontra l'arte il connubio non può che essere interessante e nel caso di Venere e Adone addirittura superlativo. Mosaici 2022, voci contemporanee in Domus Aurea sperimenta questa unione tra passato e presente: Nerone ed il suo amore per le arti coniugato al presente. Tutto inizia con una visita guidata nei luoghi vissuti dal grande imperatore e una volta giunti nella Sala Ottagona ogni sera un artista racconta una musa. Il 24 settembre la musa scelta era Erato colei che provoca desiderio, e per descriverla Roberto Latini, mattatore della serata, ha individuato l'opera Venere e Adone, il cui mito, già descritto da Ovidio nelle Metamorfosi è stato poi ripreso da Shakespeare in occasione della riapertura dei teatri a Londra dopo la chiusura dovuta all'epidemia di peste. La storia è conosciuta: Adone, figlio incestuoso di Cinira re di Cipro, è un giovane di rara bellezza che riesce, grazie ad una freccia scagliata da Cupido, a far innamorare Venere. Adone ama la caccia ed in una battuta viene ferito a morte da un cinghiale. Venere vedendolo esanime trasforma il suo sangue in un bianco fiore:l'anemone.
Latini, solitario nella spoglia scena, ma contornato da secoli di storia, ricostruisce la vicenda, moltiplicandosi nei vari personaggi. Interpreta, in successione e cambiando lui stesso le scene, Amore, il Cinghiale, Adone e Venere, modulando gesti, voce, stati d'animo e periodi storici. I personaggi vengono incarnati, messi a nudo, ricostruiti attraverso metafore. Si parte con Amore, riconoscibile dalle scheletriche ali metalliche, triste e addolorato per le conseguenze che le sue frecce provocano negli innamorati. Poi la scena cambia completamente e Latini diventa il cinghiale, ma non la bestia che tutti ci si aspetta, bensì un strano personaggio incoronato (probabilmente Riccardo III visto il riferimento shakespeariano dell'opera). Ma tutta la genialità di Latini si presenta nella scena di Adone, un narcisista vestito di saten che si riprende mentre registra un video di se stesso (quasi in antesignano maniaco di selfie):sicuramente la parte più ironica di tutto lo spettacolo. In chiusura appare una Venere velata e trafitta che racconta il suo dolore. Ma in questo continuo cambio di scene, periodi storici e personaggi succede qualcosa del tutto inaspettato; in una rappresentazione rievocativa, allestita in un luogo che vanta migliaia di anni, scritta da Ovidio prima della nascita di Cristo e ripresa da Shakespeare nel '500, trova spazio un'incursione tecnologica: un piccolo cane robot che ruba la scena al protagonista, lasciando esterrefatti gli spettatori.
Lo spettacolo è indubbiamente un mix di emozioni, sorprese, ottima recitazione, appagamento di sensi. Latini ripagato con scroscianti applausi per la sua superba performance riesce a stupire, emozionare, far ridere e donare un tocco di assoluta originalità ad un testo classico. Ogni personaggio è fortemente caratterizzato e, a volte, anche estremizzato (come non notare qualche scivolata nel dialetto romanesco nella scena di Adone!).
Sapiente il gioco di luci all'interno della Sala Ottagona e assolutamente appropriate le sonorità. Certamente la suggestiva location della Domus Aurea contribuisce a rievocare i miti, ma quella che Latini ha offerto al pubblico con la sua interpretazione è stata una originalissima performance che ha reso ancora più mistico l'insieme.


Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 24 settembre 2022.

Venere e Adone

di e con
Roberto Latini

musica e suono
Gianluca Misiti

luci e direzione tecnica
Max Mugnai

produzione
Compagnaia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con
Epica festival
Armunia - Festival Inequilibrio, Fortinbras Enterprise
con il sostegno di
Regione Toscana e MIC

Mosaici 2022
voci contemporanee in Domus Aurea
Parco Archoelogico del Colosseo
23 settembre - 6 ottobre 2022



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