Liberamente tratta dalle opere di Fritz Grünbaum, questa rappresentazione esplora in misura trasversale il lascito teatrale di questo artista (vero "mattatore dei suoi tempi", non soltanto cabarettista, ma anche regista e musicista austriaco, di famiglia ebraica), che per oltre trenta anni, fino allo scoppio della II Guerra Mondiale, intrattenne il pubblico tedesco e austriaco con sketch, riviste e operette irriverenti. Autore di cabaret, riferisce l'attore Bruno Maccallini sul suo sito ufficiale (www.brunomaccallini.com), "tra i più salaci e irriverenti del secolo scorso, mai rappresentato in Italia, che utilizza il tema del doppio come espediente comico creando un precedente di assoluta originalità". Oggi, in una pièce che purtroppo non ammette repliche, ne vengono proposti alcuni monologhi autobiografici che, sfruttando l'espediente del “secondo io”, gli permettono di dialogare, scherzare, finanche litigare con sé stesso. Quello che ne scaturisce, di fatto, è un lungo monologo di stampo drammatico, pur condito da occasionali sprazzi ilari, inframezzato da brevi filmati storici e completato da musiche a vocazione intimista (interpretate dalla polistrumentista e cantante Livia Cangialosi). Il velo tragico che aleggia nel corso del lungo dialogo con il "suo altro", è purtroppo pienamente suffragato nel finale, con la rivelazione del triste destino, che catapulta l'uomo di spettacolo, assieme a tanti altri, nei meandri infernali del campo di concentramento di Dachau, in Baviera. L'opera è avvincente: la voce calda e sapientemente modulata dell'attore, unita alla sua capacità di catalizzare l'attenzione del pubblico, cosa non facilissima quando la rappresentazione si sostanzia in un lungo monologo, sono strumenti perfetti per evocare i trascorsi artistici di questo protagonista del teatro tedesco e austriaco, il cui ricordo viene peraltro sublimato dal percorso artistico dello stesso Maccallini, vicinissimo alla cultura tedesca e austriaca (parla correttamente anche il tedesco e gode di una vasta popolarità in Germania ove, protagonista di diversi film di successo, è tra i volti italiani più amati). La curva dell'attenzione, peraltro, è mantenuta alta grazie alla sua abilità di infrangere la quarta parete, frequentemente con lo sguardo, occasionalmente previa penetrazione fisica in platea, più raramente coinvolgendo taluno con un paio di domande subitanee (e sempre in termini mai invasivi). Se ci è permesso un umile consiglio, appare del tutto superfluo mantenere i pur rari testi in lingua tedesca giacché la provenienza geografica del personaggio e il suo background culturale sono chiaramente esplicitati all'inizio della rappresentazione, con la riproduzione di un filmato piuttosto esplicativo, e confermati con richiami a nomi storici di chiara provenienza tedesca o austriaca (Freud, Hitler). L'opera teatrale si inquadra nell'interessante alveo del Festival Raffaello per Roma, nato in occasione del cinquecentenario raffaellesco 2020, poi sviluppato nel 2021, valorizzato dalla rassegna "Ritratti d’autore", incentrata sui grandi personaggi storici, che siano reali (Raffaello Sanzio, Antonio Canova, Napoleone, Franz Kafka, Luigi Pirandello, Fritz Grünbaum, Fryderyk Chopin, Frida Kahlo, Leonardo Da Vinci, Virginia Woolf, Pier Paolo Pasolini, Giorgio Strehler, Erzsébet Báthory), o immaginari (Clitennestra, Ulisse, Capitan Fracassa), interpretati da elementi di spicco della compagine attoriale, segnatamente di stampo teatrale (Giuseppe Pambieri, Roberto Ciufoli, Margherita di Rauso, Gaia de Laurentiis, Francesca Bianco, Eleonora Tosto, Barbara Chiesa, Elisabetta de Palo, Melania Fiore, Patrizia La Fonte, Giuseppe Manfridi, Miana Merisi, Stefania Ventura, Eduardo Ricciardelli). ------------------------------------ Ritratti d’autore 26 giugno – 3, 10, 17, 24, 31 luglio – 7 agosto Terzo anno di repliche del fortunato giallo teatrale ambientato nella Casina di caccia che fu primo alloggio di Raffaello a Roma. 29, 30 giugno Nel corso della sua vita Kafka ha sempre percorso una terra di confine tra estremi opposti: solitudine e società, lavoro e scrittura, matrimonio e vita solitaria. Inevitabile dunque per il nostro autore boemo, e di conseguenza per i suoi personaggi, il sentirsi come in gabbia. Ed è proprio in una gabbia che la scimmia Pietro il Rosso giunge in Europa dopo essere stata catturata e ferita. Durante il viaggio Pietro il Rosso si accorge di saper imitare molto bene gli uomini e che questo può garantirgli la libertà, o meglio, una forma di libertà. Stefania Ventura in una delle sue più intense e convincenti prove d’attrice. 1° luglio Un viaggio ironico e appassionato nel multiforme universo di Pirandello, attraverso le figure più significative della sua vita. Lo spettacolo racconta gli aspetti meno visitati della sua esistenza: dal rapporto con la domestica alla figura del precettore, al soggiorno tedesco e agli amori, specchio di un immaginario erotico ossessivo e tormentato. La drammaturgia attraversa le parole dei suoi testi: Il fu Mattia Pascal, Sei personaggi, Enrico IV, Così è (se vi pare), Il giuoco delle parti, fino a L’uomo dal fiore in bocca, il tutto affidato a un grande interprete in stato di grazia: Giuseppe Pambieri. 2 luglio Avrebbe cento anni, Giorgio Strehler. Inutile raccontare la versatilità e la bravura delle due note interpreti: Gaia de Laurentiis e Margherita di Rauso, ma pochi sanno che ambedue sono nate artisticamente col più acclamato regista italiano dal dopoguerra ad oggi. “Vivo per raccontare” diceva sempre. Sul palco scorreranno quindi le sue idee sul teatro e sul mondo, il suo rapporto specialissimo con compagnie e singoli attori, il sodalizio con Paolo Grassi, rievocati da due attrici che sono state allieve di Giorgio alla scuola del Piccolo e poi sue interpreti in scena. Lettere, articoli, ricordi personali, immagini inedite… 5, 6, 7, 12, 13, 14, 19, 20, 21 luglio Nel bicentenario della morte di Canova, in Sotto scacco si ricostruisce il sorprendente rapporto che legò Antonio Canova e il giovane Napoleone Bonaparte. Nell’incontro/scontro tra i due giganti (frutto di rigorosa documentazione pur con qualche necessaria libertà drammaturgica) si fronteggiano due genialità di opposto segno, grazie alla “Bella Creola”, Giuseppina di Beauharnais, prima moglie del Grande Corso, che fortemente volle che i due collaborassero esercitando una forte fascinazione su entrambi. Sullo sfondo le campagne napoleoniche, l’Italia soggiogata e depredata e una misteriosa sfida scacchistica. 8 luglio 15 luglio Ulisse e il suo viaggio senza fine, un esempio per tutti, la curiosità, la voglia di conoscere e di esplorare che c’è o ci dovrebbe essere in ognuno di noi. Dopo il lungo assedio di Troia è partito, diretto verso Itaca e la sua bella Penelope o ha bighellonato per dieci anni prima di trovare la strada di casa? Ulisse, l’immagine dell’uomo moderno o semplicemente un distratto? Il quesito, che da secoli attanaglia studiosi e letterati, finalmente troverà risposte. Roberto Ciufoli, partendo da Omero, propone una riscrittura del famoso poema, una personale Odissea. Un’occasione irrinunciabile per un’approfondita analisi comica da non perdere, anche per i non curiosi. 22-23 luglio In un’epoca in cui le donne ricamavano fazzolettini, George Sand vestiva da uomo, fumava, si occupava di politica e di letteratura. Dopo aver collezionato molti amanti, si invaghisce del genio di Fryderyk Chopin il quale, prima di capitolare davanti al suo fascino prepotente, scrisse di lei: “Che donna antipatica! Ma è davvero una donna?” 26 luglio 1969. Sera. In un albergo di Göreme, nel cuore dell’Anatolia, una lunga tavolata festeggia l’ultimo ciak del film Medea di Pier Paolo Pasolini. Abbandonata la cena prima degli altri, Pasolini trova la Callas ad aspettarlo presso la porta della sua stanza. Fra i due è nato un amore dilaniante, reso impossibile dall’omosessualità di lui. Ma la vicenda ha un terzo protagonista: il campione di salto triplo Giuseppe Gentile, reduce dalla medaglia di bronzo nelle recenti Olimpiadi messicane, chiamato, con sua grande sorpresa, a vestire i panni dell’argonauta Giasone. L’istrionico Manfridi trasforma la presentazione un vero e proprio evento. A cent’anni dalla nascita di Pasolini. 27 luglio Amboise, novembre 1519. In un disimpegno accanto alla cucina nel maniero di Clos Lucé gli scritti e alcuni ritratti su tavola attendono di essere consegnati agli eredi di Leonardo da Vinci, morto il 2 maggio, mentre era ospite del re Francesco I. Maturina, l’ultima governante di Leonardo, realmente esistita e citata nel suo testamento, non ha dato modo di sapere altro di sé. Qui, lei ha vissuto accanto a Leonardo negli ultimi anni, si è fatta una sua idea delle cose e delle persone e non mancherà di dirne ai visitatori. E si rivolge al pubblico: sono loro gli inviati a prendere gli scritti e i quadri per Francesco Melzi e Giacomo Caprotti? Sono essi banchieri o pellegrini? Vorranno prenderla a servizio o comprare da lei il ritratto di “Monna Vanna”, la “Gioconda Nuda”? 28, 29 luglio Se è certo che la storia d’amore tra Frida e Diego Rivera è stata intensa e passionale, altrettanto intenso è stato l’amore e profonda l’amicizia che ha legato Frida Kahlo alla mitica cantante messicana Chavela Vargas. In un immaginario racconto/dialogo tra Frida Kahlo e Chavela Vargas, Francesca Bianco, che dà voce alla pittrice ed Eleonora Tosto, che interpreta le canzoni, si alternano in uno scambio di emozioni e suggestioni oniriche, nelle quali arte, musica e vita appaiono imprescindibili. 30 luglio 3, 4 agosto Una stanza tutta per sé è un testo pensato per la voce. Due conferenze tenute da Virginia Woolf a Cambridge, nell’ottobre del 1928. Come sempre accade per i grandi classici, il tempo non scalfisce in nulla il messaggio, anzi, col senno di poi, aggiunge valore e freschezza alle idee. In queste riflessioni c’è forza e determinazione, alla ricerca dello spazio in assoluto: storico, metafisico, temporale, letterario, architettonico, come pensava Virginia. Alcuni passi dei saggi sono stati il canovaccio per letture pubbliche o universitarie. La mise en èspace di Barbara Chiesa ci condurrà nell’anima di Virginia Woolf: la voce è il migliore strumento di conoscenza dello spirito. 5 agosto Prigioniera della sua bellezza e protetta dai privilegi del censo che il matrimonio le aveva guadagnato, la contessa Erzsébet Báthory (1560-1614) convinta che il sangue delle fanciulle vergini le garantisse un’avvenenza eterna, fece del suo castello uno spaventoso luogo di sterminio seriale. . |
Stasera ho deciso di venirmi a trovare
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