Scritto da Alex Marenga Martedì 25 Dicembre 2018 12:11 Letto : 2793 volte
Fondati da Francesco Lipari e Dario Pino, vi prendono parte in modo continuativo Carmen Mazzeo (flauto), Giovanni Arena (contrabasso) e il violinista Giovanni Alibrandi. Il materiale proposto in questo lavoro attinge direttamente dalla tradizione per approdare ai terreni contemporanei dell’elettronica. “Agni Parthene” si ispira a un canto devozionale non liturgico dedicato alla Vergine Maria attribuito a San Nettario di Egina, vescovo ortodosso vissuto tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, e si dipana per oltre 9 minuti. Il brano è introdotto da una profonda nota bassa, un bordone, sul quale si muovono gli interventi degli strumentisti in bilico fra atonalità e rumorismo. “Agni Parthene” si sviluppa come un lento drone ambientale che rievoca la solennità mistica dell’originale canto religioso che emerge attraverso i vocalismi greco-ortodossi, in bilico fra canto armonico e gregoriano, che spuntano all’interno della struttura. Lo sviluppo dell’improvvisazione non utilizza i contrappunti in bilico fra oriente ed occidente dell’inno di San Nettario di Egina restando su un mantra monofonico di una sola nota di riferimento. Ed è uno dei punti di riferimento di questo lavoro insieme al "Miserere Mei", un canto popolare siciliano ispirato al "Salmo 50". I frammenti originari di questi canti tradizionali sono granularizzati, ridotti in frammenti e rielaborati all’interno dello sviluppo musicale proposto dai Fraccargio. L’approccio si presenta interessante perché miscela diversi elementi culturali, con epicentro nella tradizione mediterranea, e li filtra dentro una trama nella quale entrano in gioco sviluppi lessicali contemporanei. “Agni Parthene” si rivela come un disco originale frutto di un lavoro serio e rigoroso, un progetto da tenere d’occhio.
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