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Eravamo rimasti a qualche mese fa, più precisamente al mese di febbraio, quando
John Crown ha rivelato nella sua
intervista ad A&B poche e gustose anticipazioni del suo nuovo concept album. Quest’ultimo è finalmente uscito e degno di essere sottoposto al giudizio delle nostre orecchie.
Techturn to Homeland narra un’avventura insolita, quella del più o meno temerario Captain Crown che, dalla Spagna, affronta numerose traversie per ritornare alla sua terra natale, la bella Sardegna. E’ proprio la Sardegna ad essere il perno attorno a cui ruotano tutte le dieci tracce. Si parte, infatti, da
“Last drink (burp song)”: la storia inizia in terra spagnola, probabilmente in un galeone, ove si odono bicchieri e voci e...rutti?! Si, non si tratta di growl ma di rutti provenienti dal profondo accompagnati da riff accattivanti che introducono la song seguente
“A tragic travel”. Come già preannuncia il titolo, il nostro eroe è in viaggio verso la sua terra e i pericoli incombono; tutto ciò viene suggerito dal drumming frenetico e le sonorità ansiogene.
Come ogni viaggio in mare che si rispetti non deve non esserci una tempesta, con fulmini e i tuoni di
“Thunders!!”. Si arriva poi a un’apparente quiete dopo la tempesta in
“False quiet”, dominata da un’atmosfera più cupa e suoni gravi con, in sottofondo, il rumore delle onde del mare.
In seguito
“Pirates” fa entrare in scena cannonate e distorsioni che annunciano l’attacco dei pirati che catturano Captain Crown, come si può notare dalla successiva
“Captured”, caratterizzata da melodie più variegate dall’impronta puramente metal. La durezza del sound non manca nel brano
“Tortured!!”, dove si sentono grida e versi di dolore, oltre a riff molto veloci che traducono la tragica condizione in cui si trova il povero protagonista della vicenda. Per fortuna il lieto fine è alle porte a partire da
“Escape (techturn to homeland part.1)”: la parte iniziale rappresenta la componente elettronica dello stile di
John Crown, continuando poi con la chitarra. Quest’ultima con i suoi riff energici e, specialmente in questo pezzo, ricchi di pathos, apre
“...alive at home (techturn to homeland part.2)” che narra il fatidico ritorno a casa. La tanto amata casa viene celebrata nell’ultima canzone intitolata
“My homeland (techturn to homeland part.3)”, dove emergono voci dal riconoscibile accento sardo e dove ancora una volta il working guitar sapientemente lavorato fa da padrone.
Bisogna dire che
John Crown è uscito vincitore sia dal suo travagliato viaggio narrato nel concept, sia dalla realizzazione del concept stesso, in quanto è riuscito a portare in questo lavoro nuove sonorità e a trasmettere, quindi, nuove sensazioni.
78/100
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John Crown: Tutti gli strumenti
Anno: 2012 Label: Autoprodotto Genere: Rock/Metal
Tracklist: 01. Last drink (burp song) 02. A tragic travel 03. Thunders!! 04. False quiet 05. Pirates 06. Captured!! 07. Tortured!! 08. Escape (techturn to homeland part.1) 09. …Alive at home (techturn to homeland part.2) 10. My homeland (techturn to homeland part.3)
   

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