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Nomansland


Luca "Doc" Fontana: Voce/Chitarra
Matteo Nobile: Basso
Gowashj aka Stefano Buscagin: Tastiere
Marco Losso: Chitarre
Maurizio Caviola: Batteria

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- Recensione di "stEP_01"

- A&B -
Ciao ragazzi e benvenuti su Artists&Bands.
2007 anno importante per i Nomansland con l'uscita del vostro primo impegno discografico "stEP_01", qual'è stato il percorso che ha portato i Nomansland a questo risultato sempre importante per una band ?
e che soddisfazioni vi sta dando a livello di critica ?

- Gowashj -
Ciao a tutti i lettori di A&B! Beh, direi che è stato un percorso molto naturale. L’esigenza di concretizzare ore e ore spese in sala prove per creare cose tue sfocia naturalmente nella registrazione del materiale a disposizione. Nel nostro caso, essendoci posti il limite di 5 pezzi, abbiamo dovuto procedere ad una dura cernita che ha lasciato fuori pezzi in cui crediamo comune molto come Cittadino Kane, o Tempo. Per cui alla fine possiamo dirci insoddisfattamente soddisfatti.
- Doc -
Ciao a tutti anche da parte mia e grazie per l’invito. In effetti il 2007 è un anno importante per noi, soprattutto se si considera che il percorso che ci ha portato a questo debutto discografico sono 5 anni di intensa attività live. A livello locale siamo piuttosto conosciuti ed era ora di compiere un primo passo per farci conoscere al di fuori dei confini altoatesini. In tal senso ritengo che una produzione discografica sia il modo più efficace per far conoscere la propria musica ad un pubblico più vasto e ciò vale soprattutto per una band che proviene da una zona così periferica come la nostra.
Quanto alle critiche che stiamo ricevendo, siamo sicuramente soddisfatti ed in parte anche sorpresi. Avendo vissuto musicalmente sempre all’interno dei confini regionali, non avevamo idea di come poteva essere accolta e percepita la nostra musica al di fuori di tali confini e ci ha fatto piacere scoprire che nel mondo là fuori ci sono persone che apprezzano il nostro lavoro.


- A&B -
Provenite da una terra di confine, una terra dove si incontrano due culture per certi aspetti molto diverse come quella italiana e quella tedesca, come ciò ha influito sulle vostre scelte musicali, sui vostri testi, sopratutto in relazione al fatto di aver scelto di cantare in italiano ?
- Gowashj -
Diciamo che il fatto di provenire da una terra di confine ha ispirato le musiche in maniera relativa, visto che dal punto di vista strettamente musicale, i riferimenti sono abbastanza precisi. Per quel che concerne i testi, invece, pur non avendo ancora affrontato l’argomento in maniera diretta, ci siamo fatti carico come rappresentanti di una terra di confine spesso dimenticata, di fare sentire la nostra protesta nei confronti di un mondo che non ci piace, di una politica che non ci piace, di una televisione che non ci piace. Tutto questo è di fatto facilmente riscontrabile tanto ne “Il Baco”, quando nella copertina stessa dell’EP.
- Doc -
In Alto Adige i generi che vanno per la maggiore sono il punk e un hard-rock anni ’80 e la stragrande maggioranza dei gruppi locali canta in inglese. Noi abbiamo scelto una via diversa, un po’ più impopolare per la nostra zona, sia per quello che riguarda il genere che per il cantato in italiano. Il motivo principale per cui abbiamo scelto di scrivere i testi in italiano è molto semplice: crediamo di avere delle cose da dire e vogliamo che il pubblico possa capire quello che intendiamo comunicare.

- A&B -
I testi hanno una notevole importanza nell'economia complessiva della vostra proposta musicale, come nasce una vostra canzone ?
- Gowashj -
Anche se la persona più indicata per affrontare l’argomento è il Doc Luca Fontana, possiamo dire che spesso l’iter prevede un’idea di Luca che viene fatta ascoltare a noi quattro in saletta e su cui, come sarti con una modella, vestiamo dell’abito – l’arrangiamento – che più ci sembra adatto. Altre volte è capitato, invece, e forse questa è una tendenza più recente, che da un’idea molto generica e vaga, si costruisse il pezzo a dieci mani. È il caso ad esempio di “Sogno a metà” e dell’ultima nata “Ali di cera”.
- Doc -
È vero, ultimamente stiamo sperimentando un nuovo modo di scrivere le nostre canzoni e trovo che questo sia un fatto positivo e stimolante. Fino ad oggi la maggior parte dei nostri brani (compresi quelli contenuti in “stEP_01”) arrivavano in sala prove con un testo, una linea melodica ed una struttura già piuttosto ben definita e, considerando anche la mia cocciutaggine, lo spazio per apportare delle modifiche era piuttosto ridotto. Il fatto invece di partecipare tutti insieme alla stesura di un brano fin dall’inizio, ti lascia aperte molte più soluzioni e questo credo sia un fatto positivo.
Quanto ai testi, che come hai giustamente sottolineato hanno per noi una certa importanza, posso dire che il punto di partenza è sempre un’ emozione, una sensazione, uno stato d’animo che viene come catturato in un istantanea. Infatti, solitamente i nostri testi nascono di getto, proprio per conservare l’immediatezza e la freschezza di quella sensazione altrimenti così fuggevole.


- Luca "Doc" Fontana -



- Gowashj aka Stefano Bruscagin -

- A&B -
Il vostro sound attinge a sonorità moderne come possono essere quelle dei Muse, dei Placebo o dei Radiohead ma io personalmente ho visto nei vostri pezzi anche notevoli riferimenti al Rock italiano tipico degli anni '80, il Rock dei primissimi Litfiba, dei Diaframma dei Denovo c'è un legame con quelle sonorità ?
- Gowashj -
Il legame c’è, e diciamo che ho fatto del mio meglio per farlo suonare un po’ inconsciamente ai miei colleghi. Oltre che per il fatto che il mio strumento ben si presta a questo genere, c’è da dire che nel periodo prima di registrare l’EP ascoltavo molta new wave. Dovendo inserire i sintetizzatori in un contesto molto rock, come i Nomansland sono, possiamo dire che nelle sonorità di quel periodo ho trovato la giusta vena ispiratrice. Anche se non è comunque stata l’unica fonte.
- Doc -
Non sei il primo a riscontrare dei legami con certe sonorità anni ’80 e posso dire che si tratta di un legame che, almeno da parte mia, non è stato cercato consapevolmente. Per quanto mi riguarda, sono sì cresciuto con la musica anni ’80, ma nei primissimi anni ’90 rimasi folgorato dalla rivoluzione grunge e dall’ascesa di band come i Pearl Jam e i Nirvana. Ciò mi aveva portato ad una negazione e ad un rifiuto assoluto degli anni ’80 e di tutto ciò che aveva un legame con quel decennio. Oggi, invece, devo riconoscere che evidentemente l’imprinting di quegli anni è stato tanto forte da influenzare – seppur inconsciamente – anche il mio modo di intendere e di fare musica.


- Matteo Nobile -

- A&B -
"stEP_01" è un EP molto ben curato sia a livello di registrazione che di produzione e di artwork, potete raccontarci in poche parole la sua genesi per quel che riguarda la parte strettamente tecnica ?
- Gowashj -
Eh, è stato un po’ un travaglio…
- Doc -
In effetti è stato un travaglio, ma con lieto fine. Le 5 tracce sono state registrate nell’arco di quattro giorni, che in realtà non sono molti, ma che sono certamente sufficienti se si entra in studio con le idee chiare come nel nostro caso. In particolare, il primo giorno è stato dedicato alla sezione ritmica basso e batteria, il secondo ed il terzo giorno sono state incise chitarre e tastiere ed infine, il quarto giorno, le voci. Un mese dopo abbiamo iniziato i missaggi che si sono protratti tra alti e bassi per circa due mesi. Alla fine però non eravamo per niente soddisfatti del risultato e quindi per circa 5 mesi il progetto è finito nel cassetto. Trascorso questo periodo di riflessione eravamo di fronte a due alternative: buttare via tutto quello che avevamo fatto fin a quel punto oppure ridimensionare le nostre aspettative e portare comunque a termine il lavoro, affidando il mastering ad una persona di fiducia.
Alla fine siamo contenti di aver optato per questa seconda opzione e le critiche che fin qui abbiamo ricevuto hanno confermato la bontà di tale scelta. Analogo il discorso per l’artwork che è stato affidato anch’esso ad una persona di fiducia che oltre ad avere notevoli qualità professionali, ha dimostrato una notevole dose di pazienza assecondando anche le nostre idee più stravaganti (e di quelle, ahimè, non ne mancano mai…).


- Marco Losso -

- A&B -
Sempre riguardo "stEP_01" avrei notevoli difficoltà ad indicare la canzone che preferisco alla fine direi "Latoscuro" ottimo condensato di melodia e rabbia cosa ne pensate voi ? qual'è il vostro brano preferito ?
- Gowashj -
Siccome è davvero complicato scegliere solo un pezzo, preferisco dirti cosa mi piace di ogni pezzo. Muri di Carta: è realmente un muro, sia per la durezza del testo che per l’arrangiamento serrato; Sorridente e danzante per la ritmica, l’immediatezza del ritornello e per aver potuto inserire una piccola parentesi di archi nel mezzo; il baco per certe sonorità alla Cure e per il testo in cui mi identifico molto; Latoscuro perché sono un grande fan di guerre stellari e perché è davvero una bella sberla; Feedback perché sono un romanticone (anzi: un new romantic) e mi pare davvero devastante affrontare l’argomento della morte come ha fatto Luca in questa splendida canzone d’amore.
- Doc -
Anch’io avrei notevoli difficoltà a dire quale brano preferisco, forse anche perché chi scrive i testi alla fine ha un rapporto particolare con le proprie creature. Ci sono brani non contenuti in “stEP_01” ai quali mi sento molto più legato per varie ragioni, ma dovendo sceglierne uno tra questi opterei per un ballottaggio tra “Muri di carta” e “Il baco”.


- Maurizio Caviola -

- A&B -
La vostra attività live è davvero molto intensa e credo fonte di notevole esperienza, quanto è importante per i Nomansland il concerto, il momento del contatto diretto col pubblico ?
- Gowashj -
Totale! Indispensabile per avere il polso della situazione e per dare la giusta potenza ai pezzi. Quando fai una canzone dal vivo è come se la battezzassi ogni volta.
- Doc -
Beh, direi che è fondamentale! Il concerto per noi è il luogo in cui la musica prende vita e la nostra storia testimonia quanto per noi sia importante il contatto con il pubblico. Questo è probabilmente anche il motivo per cui il nostro debutto in formato cd è stato tanto a lungo posticipato.

- A&B -
Chi sono i Nomansland al di fuori dell'ambito musicale ?
- Gowashj -
Non esiste nessun “fuori” perché siamo dentro 24 ore su ventiquattro sette giorni al colpo.
- Doc -
Parlare dei Nomansland fuori dell’ambito musicale e come parlare di un pesce fuor d’acqua! Scherzi a parte, naturalmente ognuno di noi ha una sua vita “privata”: c’è chi è laureato, c’è chi è sposato, c’è chi è sportivo e c’è chi ha un lavoro che non immagineresti mai… insomma, ce n’è per tutti i gusti!

- A&B -
Il 2007 è un anno importante con l'uscita di "stEP_01" ma cosa ci riservate o meglio cosa vi riservate per il futuro ?
- Doc -
Di certo avere un proprio disco tra le mani, sapere che qualche tuo brano gira in qualche radio ecc. sono tutte cose che fanno piacere e sono certamente motivo di soddisfazione… però le emozioni che si vivono nei live, il contatto diretto col pubblico, il sudore che ti brucia negli occhi, l’adrenalina che ti scorre copiosa nelle vene durante un concerto sono tutta un’altra cosa! Quindi per i prossimi mesi ci concentreremo di nuovo principalmente sui live, cercando di puntare il nostro orizzonte un po’ più verso sud e poi verso la fine del 2007 potremo iniziare a pensare al nostro primo album…
- Gowashj -
Esatto! Anche perché cose da dire ne abbiamo davvero ancora molte. E questa volta non ci saranno scuse per i vari cittadini Kane!

- A&B -
Vi ringrazio per il tempo che ci avete dedicato e vi rinnovo i complimenti per l'ottimo lavoro fatto con "stEP_01", lascio a voi lo spazio per chiudere questa intervista.
- Doc -
Grazie a voi! È stato un vero piacere essere vostri ospiti e quello che fate fa davvero bene alla musica. Salutiamo anche tutti i lettori con l’augurio di aver suscitato un po’ di curiosità intorno ai Nomansland.
Ciao e buon lavoro!

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