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Fabio Rossi
Storia Del Prog

 

 

 

 

Misurarsi con la Storia del Prog è sicuramente un’impresa ambiziosa ma l’autore riesce a cimentarvisi con buoni risultati.

Il libro, ben scritto, è soprattutto strutturato in maniera agile e al contempo ben organizzata, attraverso una serie di capitoli che identificano lo spettro sonoro della "Musica Immaginifica", i suoi prodromi storici, l’ascesa, la caduta e le relative motivazioni; e ancora: la scena italiana, il new prog ed una lente d’ingrandimento sui gruppi cardine del genere, Genesis, Yes, King Crimson e tutto il sancta sanctorum progressivo.

Un libro che, non suoni affatto come una diminutio!, è perfetto per coloro che vogliano avvicinarsi al genere, mentre gli iniziati più smaliziati avranno comunque il piacere di leggere titoli e vicende che già conoscono bene ma che non si stancano mai di rivivere.
Temo anzi, ma questa non è colpa certamente di chi scrive libri e riviste, che i lettori del cartaceo siano quasi sempre appassionati completisti rassicurati dalla prospettiva di affrontare argomenti già noti, piuttosto che (come sarebbe invece auspicabile) giovani volonterosi di apprendere da chi, non foss’altro per ragioni di esperienza, passione ed età, ne sa più di loro.

Dell’agile volume di Fabio Rossi ho personalmente apprezzato lo sforzo di allargare i confini progressivi verso nomi che di solito ne rimangono esclusi, dai Beatles di ‘Revolver’ ai Traffic, fino ai Colosseum e a certe cose di Zappa: purtroppo questo encomiabile coraggio altrove manca e francamente non ne posso più di leggere che, al di fuori della Gran Bretagna, dell’Italia e del Kraut più colto, i titoli degni di nota e autentica lode siano, per l’autore, solamente tre, tra i quali, deogratias!, l’inestimabile esordio dei Kansas.

Mi ha addolorato, a pagina 49, leggere che quelli delle altre nazioni sono “movimenti di secondo piano che solo in alcuni casi hanno saputo sfornare album di spessore”: si rientra nella solita casistica dei luoghi comuni che purtroppo infestano la storiografia progressiva e che mortificano il talento cristallino di tante bands attive alla periferia dell’Impero, dagli Ethos agli Omega, passando per Crucis, Fireballet, Kaipa… l’elenco sarebbe interminabile.

Nel complesso, comunque una lettura interessante e gradevole, impreziosita dai ricordi personali dell’autore che si cimenta anche in un rapido, e giustamente asettico, esame della scena politica italiana nel corso degli anni 70, quello delle forti tensioni sociali cui gruppi come Area, Banco del Mutuo Soccorso o Premiata Forneria Marconi fecero da involontaria colonna sonora.



Editore: Chinaski Edizioni
Pagine: 128
Uscita: Settembre 2015
Prezzo: 14,00 €

 

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