C’è un bellissimo film dedicato ai seventies americani, ai tour infiniti delle rockbands, al sesso spregiudicato, al giornalismo musicale: si chiama Almost famous ed è bellissimo. Parla (anche) delle giovanissime ragazze che durante i concerti “ballano ai lati del palco, siedono sopra gli amplificatori, aspettano nel backstage: sono le Groupìes, le ragazze della band, muse ispiratrici pronte a donare tutta la loro vita sull’altare degli adorati dèi del rock”. Per il ruolo della protagonista, Penny Lane (interpretata dalla bellissima Kate Hudson), il regista si era liberamente ispirato a Pamela Des Barres e alla sua autobiografia I’m With the Band ove Miss P. (così la ribattezzarono gli Zeppelin) racconta di quando “flirtò con Jim Morrison, si fece vedere in giro con Mick Jagger, rifiutò un appuntamento con Elvis Presley, ebbe una storia con Keith Moon e una con Noel Redding, e andò in tour con i Led Zeppelin, come fidanzata di Jimmy Page”. Oltre a questo, l’autrice rivendica il suo ruolo di protagonista nello star system rockettaro e puntualizza sul significato di Groupie: come e perché nasce, per chi gioisce e per chi soffre, qual è la ratio del suo agire, qual è il suo modus pensandi, quale scopo si prefigge. Il racconto è intriso di un pathos romantico mutuato dall’epopea dei figli dei fiori, un periodo eccezionale in cui (per dirla alla maniera dell’autrice), “il sesso e le droghe non uccidevano”, la mente e il corpo esploravano nuovi scenari, la visuale del mondo era estesa. Successivamente, la Des Barres ha scritto altri tre libri tra cui il recentissimo Let’s spend the night togheter ove si trasforma in biografa di circa 20 sue “colleghe”, poche degli anni ‘60 e ‘70, moltissime degli anni ‘80 e ‘90, principalmente operanti in contesti heavy metal. Il libro è quanto di più osceno ci sia capitato di leggere da anni: queste nuove Groupies si descrivono in termini indecorosi, si esprimono in maniera pesantemente scurrile, ardono dal desiderio di raccontare al mondo i numerosi atti sessuali che hanno concretizzato con star di dubbio gusto. Naturalmente, sono atti tutt’altro che ordinari, dove la fanno da padrone le perversioni sadomaso, le orge, i rapporti orali nei cessi dei camerini o dei bus. Non che le gesta di Miss P. fossero da inserire nelle sinossi di catechismo, certo, però a noi è sembrato che, ancorché estremamente disinibita, la prima Groupie americana non puntasse ad arricchire una virtuale collezione di prestazioni sessuali, ma amasse veramente l’ambiente che frequentava, fatto di palchi, di bus, di soundcheck, di party, di sudore e note sparate a mille. E se andate a vedere Almost famous capirete il senso di quanto sopra. Invece, leggendo Let’s spend the night togheter, si evince che un nugolo di ragazzine perverse perseguono l’unico scopo di aggiornare una stecca sul muro (del tipo, “e anche questa e fatta”) o, nelle migliori delle ipotesi, di poter raccontare di essere riuscita a “conquistare” una rockstar per non più di 5 minuti, in ambienti squallidi, attuando modalità altrettanto squallide (descritte, naturalmente, nei minimi particolari, con una punta di malcelato orgoglio). Insomma, giusto per fornirvi un paramento valutativo, Io sto con la band sta ad Almost famous come Let’s spend the night together sta ad un film porno. Consigliato solo il primo. |
Pagine: - Uscita: 2006 ISBN: - Editore: Castelvecchi Prezzo: 16,00 € Pagine: - Uscita: 2007 ISBN: - Editore: Castelvecchi Prezzo: 18,50 € |