I Jethro Tull suonarono al festival dell’Isola di Wight il 30 agosto 1970, esibendosi subito prima della Jimi Hendrix Experience. Mentre però il concerto del fenomenale chitarrista venne filmato per intero, di quello dei Tull esistono solo quattro brani: My Sunday Feeling, My God, Dharma for One e Nothing is Easy. Così, in occasione dell’uscita del Dvd vengono inserite anche un’intervista a Ian Anderson, la storia del gruppo e l’apparizione al Circus dei Rolling Stones, davvero poco attinenti. Il filmato contiene anche qualche momento delle prove diurne del gruppo, con John Evan al piano in maglietta gialla, Martin Barre con la giacca verde e Anderson in giaccone di pelle e maglietta viola. Non manca la sequenza che vede Terry Ellis polemizzare con gli organizzatori del festival, invitandoli a smetterla di comunicare al pubblico che i gruppi non avrebbero suonato se non fossero stati pagati in anticipo. Ian Anderson fece una doccia calda prima di salire su un piccolo aereo che dalla costa sud dell’Inghilterra portò il gruppo sul luogo dell’evento. Fu necessario inoltre utilizzare un elicottero per raggiungere il palco, dal momento che tutte le strade erano intasate. Discussioni sorsero tra l’entourage dei Tull e quello di Jimi Hendrix, dal momento che nessuno voleva suonare per ultimo. Alla fine la spuntarono i Jethro Tull. L’omonimo Cd contiene invece l’intera registrazione di quello show. Il filmato dell’Isola di Wight è peraltro il primo dei Jethro Tull con audio stereo: il basso di Glenn si sente sdoppiato, con un suono più distorto sul canale sinistro. Venne eseguita anche una rara versione di Bourèe simile a quella del disco, non filmata ma presente in audio sul Cd.
Si vede anche un frammento nel quale Ian Anderson rassicura il pubblico riguardo al fatto che non era affatto vero, come comunicato dagli organizzatori, che non avrebbero suonato se prima, durante le prove del suono, la gente non si fosse allontanata dal palco. Le “buone vibrazioni” di Woodstock sembrano in ogni caso già un lontano ricordo, se si pensa anche alle immagini della polizia che lancia i cani contro i giovani che tentano di abbattere le barriere per accedere all’area del festival. Quando si avvicina il momento dell’ingresso della band sulla scena il biondo presentatore invita il pubblico a stare in silenzio per godersi la performance di “uno dei migliori gruppi al mondo”, aggiungendo più forte “Jethro Tull!”. Fu a questo punto che i cinque musicisti, in attesa dietro le quinte, vennero fuori salutando. Prima di iniziare con My Sunday Feeling Ian tranquillizza la band dicendo che sarebbe stato come suonare al Marquee Club, nonostante avessero di fronte centinaia di migliaia di persone. Quindi invita il gruppo a seguire le sue “magiche dita” per dare inizio allo show. L’attacco del brano è devastante, con un sound dal grandissimo impatto. Martin si libera della giacca verde che indossava durante le prove del suono, proseguendo il concerto con una lunga camicia bianca stretta in vita da una larga fascia colorata. Spettacolare l’assolo di flauto di Ian Anderson durante My God, così come quello di Clive Bunker nel corso di Dharma for One. Ian appare davvero incontenibile durante l’intero spettacolo: tutto in giallo sotto il consueto giaccone a scacchi arancioni e neri, è un’autentica furia scatenata. E tutto il gruppo esplode su Nothing is Easy, con Ian Anderson che, agitandosi sul palco, fa cadere una delle aste dei microfoni della batteria, mentre John Evan si dimena sull’organo sbracciandosi come un pazzo nel finale del pezzo.
Nel frattempo le cineprese del regista Murray Lerner riprendevano tutto. Dopo l’esecuzione di Dharma for One i Tull abbandonarono il palco tra gli applausi. Quando Anderson ricomparve per il bis chiese scherzosamente: “Siete ancora qui? Seguirono We Used To Know, l’assolo di chitarra e For a Thousand Mothers, che permisero alla band di andare via tra le ovazioni. Ian assistette poi all’esibizione di Jimi Hendrix, che fu anche l’ultima della sua vita. Notò che il chitarrista di Seattle inizialmente non era in gran forma. Poi si riprese e regalò al pubblico i suoi grandi successi, mentre Anderson già rientrava in Inghilterra a bordo del piccolo aereo.
Il festival dell’Isola di Wight si era tenuto anche nei due anni precedenti, ma con minore afflusso di pubblico. I Jethro Tull suonarono subito dopo i Moody Blues, e quello stesso giorno si erano già esibiti Free, Joan Baez, Donovan, Richie Havens, Leonard Cohen, Hawkind e Pentangle. Questa la scaletta completa del concerto dei Jethro Tull all’Isola di Wight: My Sunday Feeling, My God, With You There To Help Me / By Kind Permssion Of, To Cry You a Song, Bourèe, Dharma for One, Nothing is Easy, We Used To Know, Guitar Solo e For a Thousand Mothers. Chris Welch recensì in maniera entusiastica lo show, scrivendo: «Ian Anderson ha regalato una delle migliori performance dei cinque giorni del festival, e i Jethro Tull sono emersi come una delle band più valide. Ian è stata la stella più brillante tra gli artisti presenti. Era grande assistere alle sue mimiche oltraggiose, alle sue pose e ai suoi gesti contorti, mentre piegava le gambe facendo smorfie: sembrava un demente maestro musicale del XVIII secolo, e si divertiva pure lui. Ma poi sapeva esattamente quando smettere con le sue pantomime per rimettersi a suonare seriamente».