Che ci faccio qui
in scena
Roma, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, 13 dicembre 2023

Quando le inchieste televisive si sposano con il teatro, le distanze sembrano accorciarsi e le narrazioni prendono vita.

“Che ci faccio qui – in scena” è uno spaccato di realtà, parti di documentari ed inchieste giornalistiche condotte da Domenico Iannacone, che traslocano sul palco per animarsi di uno spirito diverso è comunicare con modalità che il piccolo schermo non riesce ad esprimere. L’Auditorium Parco della Musica fa da cornice alle storie che il conosciuto giornalista propone, una versione emotivamente forte di alcuni spaccati di sue inchieste che il tempo, o forse la memoria, hanno cancellato. Tutto inizia con una immersione nel neorealismo di Vittorio De Sica, ergendo a simbolo di una disperata umanità i protagonisti del conosciutissimo film Ladri di biciclette. Questo è l’incipit per avventurarsi in tante storie di marginalità, ingiustizia, degrado, quello spaccato di società che tutti sappiamo che esiste ma che spesso ci fa girare dall’altra parte quando lo incrociamo sul nostro cammino. Narrazioni che coinvolgono, fanno male, ma che Iannacone denuncia, spiega, mostra senza veli che ne coprano la crudezza, ma anche con una leggerezza che non vuole colpevoli, ma solo spettatori attenti. Lo spettacolo cerca fortemente il coinvolgimento emotivo del pubblico, bucando a volte la quarta parete ed accompagna per mano lo spettatore verso luoghi dove non esiste il vivere civile, il rispetto dell’essere umano, la giustizia degli uomini, ma forse, neanche quella Celeste. 
La rappresentazione certamente non lascia indifferenti; inevitabilmente ci si sente coinvolti nelle storie narrate e forse, a volte anche un po’ colpevoli per incapacità di agire o per la superficialità che, per salvaguardia della propria emotività, spinge a non vedere. Bravo Iannacone a tenere alta l’attenzione alternando la narrazione ai video proiettati sullo sfondo di un palco vuoto. D’effetto anche il non invasivo sottofondo musicale che incorona momenti topici senza mai sopraffare la voce del giornalista o l’audio delle immagini. “Che ci faccio qui” parla a chi vuole ascoltare, cercando di scuotere le coscienze, ma a trattare così tanti temi in un lungo spettacolo di due ore, si rischia di frantumarli in troppi input difficili da assimilare: tante “finestre” aperta su una società degradata mostrandone i bisogni, ma poche conclusioni positive e soprattutto poche soluzioni proposte per problemi tanto grandi e complessi. È questo, a parere di chi scrive, che lascia un po’ di amaro in bocca. Per usare una metafora è come se si scoperchiasse un grande calderone, si guardasse dentro, ma poi si ponesse nuovamente il coperchio lasciando tutto com’è. Certamente non è compito del giornalista o del teatro adottare o anche solo proporre soluzioni, ma questo senso di impotenza permane nello spettatore all’uscita dalla rappresentazione. Ed anche il messaggio positivo che Iannacone lancia a spettacolo concluso, non riesce a mediare con la tristezza provocata dalle storie documentate. Resta il fatto che, seppure nella convinzione che le soluzioni sono difficili e non certo alla portata del singolo, denunciare, raccontare, documentare, far conoscere è sempre importante: il teatro civile può e deve dare il proprio contributo, così come ogni persona, nel suo piccolo “dovrebbe guardare, ogni giorno negli occhi un altro essere umano”.

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 13 dicembre 2023.

"Che ci faccio qui - in scena"

Prodotto Teatro del Loto / TeatriMolisani

di e con Domenico Iannacone

musiche live Francesco Santalucia

installazioni video Raffaele Fiorella

coordinamento tecnico Eva Sabelli

coordinamento artistico Stefano Sabelli


Auditorium Parco della Musica
Ennio Morricone
Sala Petrassi
viale Pietro de Coubertin 30
Roma


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