Scritto da Fabio Busi Mercoledì 16 Marzo 2011 22:18 Letto : 1792 volte
Il top si raggiunge con “No”, straordinario mosaico synth jazz rock un po’ avvilito dallo sconcertante ritornello. Molto buoni anche “Tunnel”, con un incisivo riff di chitarra, e “Insolito”, saliscendi emozionale con discreti contraccolpi melodici, forse la più convincente a livello di scrittura. Tutti i brani insomma presentano ottime partiture musicali, sempre equilibrate ed originali, capaci di sorprendere per versatilità stilistica e buongusto, dosate con cura e perizia nei dettagli. A questo buonissimo lavoro sonoro fanno però da contraltare, come già detto, le linee vocali un po’ mosce e noiose, ed in generale una strutturazione degli impianti melodici ancora malcerta o comunque non abbastanza articolata e matura. Casi come “Barrie” sono significativi: arrangiamento vivace, ma il canto è poco fluido e si risolve nella ripetizione martellante e ben poco gradevole di un solo verso. Stesso discorso per “Gli abitudinari”, che può vantare un arrangiamento di altissimo livello. Un disco d’esordio che mostra notevoli qualità; certo, c’è molto da limare, ma è davvero difficile trovare in giro in Italia del sano pop rock così curato dal punto di vista musicale. Si spera che la verbosità da cantastorie di Samuele Ghidotti si risolva in futuro in episodi più gradevoli anche dal punto di vista vocale. Se accadrà, sarò io il primo a celebrare la nascita di una nuova grande band italiana. 65/100
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Samuele Ghidotti: Voce e chitarra Anno: 2010 Sul web: |