Scritto da Fabio "Stanley" Cusano Martedì 27 Ottobre 2009 19:19 Letto : 2733 volte
Infatti Live at the Olympia in Dublin è un prodotto immancabile ad ogni fan dei R.E.M., con una scaletta bellissima che ricopre tutto il meglio del periodo "indie" (quello con l'etichetta I.R.S. dal 1982 al 1988) ed è anche una buona occasione per sentire le versioni seminali dei pezzi più nuovi (come ad esempio "Disguised", poi in Accelerate divenuta definitivamente "Supernatural Supersirious". 39 brani, più di 2 ore assolutamente magiche arricchite quindi non solo da una tracklist superba, ma anche da un'eccellente forma fisica e comunicativa della band, coaudiuvata da una produzione da urlo e da un mixaggio notevole a cura di Jacknife Lee, già al lavoro con gli Editors. Da "Second Guessing" a "Gardening At THe Night" passando per "Driver 8" e "Little America", tutti coloro che hanno amato i primi 4 dischi di questa formidabile macchina Pop/Rock americana resterà completamente rapito, chi invece preferisce la versione "più" accessibile e da decine di milioni di dischi venduti nei '90 resterà ampiamente deluso: qui non c'è traccia delle smash hits del calibro di "Losgin My Religion", "Everybody Hurts", "Shiny Happy Peolple" o "The Great Beyond", tanto per citarne solo alcune. Il tutto è arricchito da uno splendido booklet con le note del famoso critico musicale Andy Gill e da un DVD con un documentario dei filmaker francesi Vincent Moon e Jeremiah di quasi 50 minuti con riprese dal backstage e onstage, che rendono questa uscita in pratica, un mezzo capolavoro. Live at the Olympia in Dublin rende cosi giustizia in via definitiva ai R.E.M. anche in sede live dopo una rinascita in studio già accertata quasi due anni fa con le loro 10 "accellerazioni" che serve anche come filo di continuità discografica in attesa di un nuovo album di inediti forse già pronto per il 2010. Vi lasciamo cosi alle parole del chitarrista e fondatore Peter Buck, che fotografano perfettamente il contenuto: Volevamo provare a fare qualcosa che non avevamo mai fatto prima, che in pratica significa che non potevamo rilassarci durante il set. Non conoscevamo ancora bene le canzoni nemmeno noi. E’ stato bello in un certo senso, la paura era costantemente presente durante tutti gli show. 85/100
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Michael Stipe: Voce Anno: 2009 |