Scritto da Salvatore Siragusa Giovedì 28 Gennaio 2010 18:56 Letto : 2726 volte
L'apertura è affidata ad una breve intro corale che ci introduce ad uno dei brani meglio riusciti del disco: "On Misty Shores" in cui maggiormente assistiamo a questa indovinata alternanza tra passaggi più robusti e atmosfere più soffici, la voce femminile e le backing vocals creano quelle atmosfere più pacate che lasciano repentinamente spazio alle chitarre più cadenzate, un brano decisamente valido. La breve "The Sprig Within Her Hair" gioca maggiormente sulle ritmiche: chitarra, voce maschile e flauto, un buon solo e sapori folk. "Dead Winter Sleep" è un pezzo controverso, buone idee, passaggi sapientemente costruiti, belle atmosfere, interessante la linea melodica costruita dal flauto ma comincia a fare capolino quella prolissità che talvolta mette a disagio l'ascoltatore, se il brano fosse durato 2 minuti in meno avrebbe sicuramente reso in maniera migliore. "Tauriel" è una lenta ballata acustica ispirata nelle liriche e nella lingua da J.R.R. Tolkien. Nuovamente il ritmo è protagonista in "As Her Autumn Song Called". I 30 secondi strumentali di "Lasselanta ci accompagnano alla conclusiva "Cuiviénen", in cui ci ritroviamo di fronte, come già ascoltato in Dead Winter Sleep, ad un pezzo in cui non mancano momenti di pregevole fattura ma che diluiti in 11 minuti di canzone si perdono in passaggi più stucchevoli, anche questo un brano, si discreto ma forse eccessivamente lungo. Nel complesso un buon album questo LeafFall, nulla di trascendentale ma 8 brani sicuramente piacevoli per una band che si dimostra preparata sia tecnicamente che a livello di capacità compositiva, buone commistioni di genere, atmosfere ricche anche se talvolta prevale una certa dispersività del discorso musicale, legato ad una eccessiva lunghezza in alcuni brani; ottima la registrazione, abbastanza spartano l'artwork e la confezione, anche se sono presenti i testi dei brani. Consigliato agli amanti delle atmosfere pacate e rilassate che però non disdegnano passaggi più elettrici a ravvivare il quadro sonoro. 70/100
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Maja Langholz: Voce, flauto Anno: 2009 |