Scritto da Gianluca Livi Mercoledì 06 Dicembre 2023 06:00 Letto : 498 volte
Le varie ipocondrie del protagonista, che incarna l'archetipo del nerd insicuro e fragile, sono passate al setaccio da un bizzarro, sedicente psicologo, su pressione della incalzante moglie, in un contesto certamente tragicomico, ma privo, purtroppo, di particolari colpi di scena. Quanto sopra è ascrivibile ad una sceneggiatura debole e scontata che sfrutta malamente il meccanismo di luoghi comuni consolidati (sesso, yoga, spiritualità) filtrati secondo la visione di grandi psicologi come Freud, Lacan, Jungin, circostanza che mette in palese difficoltà il regista, conseguentemente non in grado di garantire quel ritmo dinamico largamente promesso a priori. Il pubblico, pur generosamente predisposto ad inizio rappresentazione, risponde a tutto ciò con tiepide risate che hanno il sapore della cocente delusione. Tuttavia, sarebbe ingeneroso non elogiare le qualità attoriali espresse sul palco: Carmen Di Marzo è frizzante ed esuberante, perfetto contraltare di un Toni Fornari dimesso e frustrato, totalmente soggiogato sia da una consorte a tratti oppressiva, sia da un Riccardo Bàrbera camaleontico e avvolgente, finanche vulcanico, capace di incunearsi tra i due con un'interpretazione a vocazione largamente caricaturale. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 5 dicembre 2023. |
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