Scritto da Gianluca Renoffio Venerdì 30 Agosto 2024 12:00 Letto : 1259 volte
A Passion Play è stato uno dei dischi più bistrattati dei Jethro Tull. Con il vulnus di fondo di essere il seguito del fortunatissimo Thick as a Brick, apripista della stagione “concept” della band, di cui non aveva - a detta dello stesso Anderson - “né l’umorismo ed il carisma, né l’entusiasmo e la leggerezza”, fu incompreso e controverso per la sua ecletticità. Flop in UK ebbe comunque maggior fortuna all’estero, soprattutto in USA dove raggiunse il primo posto in classifica. L’album racconta la storia di Robert Pilgrim che, dopo la morte a causa di un incidente stradale - novello Dante - inizia un viaggio attraverso il Paradiso e ‘Inferno analizzando cosa accade a buoni e cattivi, per poi rinascere. Un tema classico affrontato con liriche enigmatiche piene di doppi sensi ed allusioni difficilmente assimilabili, spesso dal valore evocativo più che testuale. Dal punto di vista tecnico e musicale APP si configura come una suite di 45 minuti circa che corre lungo tutto il vinile. Parte con un’introduzione strumentale che poi si evolve senza soluzione di continuità in un continuo alternarsi di trame repentinamente abbandonate e poi riprese. Una musica che ha del teatrale, in parte oscura, dove al solito la fanno da padrone gli arpeggi della chitarra acustica di Anderson che si infilano tra i tasti del pianoforte di Evans e il flauto singhiozzante, ricco di pathos, che dialoga con la chitarra di Barre a tessere sequenze infinite di accordi. Ed anche nuove sonorità: un sax che spesso graffia le melodie ed un magniloquente synth dai mille effetti. _________________ |
Ian Anderson: voce, flauto, chitarra acustica sassofono tracklist: Original Version b. 10:08 to Paddington (Instrumental) c. Magus Perdè d. Epilogue
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