Scritto da Fabio Loffredo Lunedì 20 Maggio 2013 16:36 Letto : 2294 volte
Con il successivo “Destination Unknow”, il musicista cerca di allargare gli orizzonti, scostandosi un po’ dallo shred e dal virtuosismo, anche se non mancano i brani strumentali, per avvicinarsi di più alla forma canzone, ma sempre aprendo a varie contaminazioni. E’ il momento quindi di Counterclockwise, dove il chitarrista, coadiuvato da un’ottima band, i Side Effects, riesce a dar vita ad un lavoro molto vario e che riesce a dosare alla perfezione la semplicità con il virtuosismo e da segnalare è anche che questo novo album è un concept che denuncia lo stato attuale della nostra società e le diverse situazioni negative in cui le persone si possono venire a trovare. “Too Much Is Not Enough” è un breve preludio che inizia con un lento arpeggio chitarristico con la voce filtrata di Ivan che apre la strada a “Build Your Destiny” che si evolve in un hard rock grintoso e ruggente, ma non privo di melodia ed il guitar solo è vibrante e perfetto e la parte strumentale mette in risalto non solo il talento di Ivan, ma anche della sezione ritmica con Majkl Jagunic al basso e Alen Frljak alla batteria, un piccolo momento dove il virtuosismo si amalgama alla perfezione ad un brano che è puro e semplice hard rock. “What Is Underneath” è brano dal sapore blues e più commerciale, ben costruito e l’assolo ha anche un piccolo gusto neoclassico e nel finale le armonie vocali arricchiscono ancor di più il brano e “Driving Force” parte da arpeggi acustici, per progredire poi in un hard rock anche epico e per più di otto minuti non mancano divagazioni strumentali dove metal, progressive e sonorità orientali, convivono perfettamente. C’è poi “Gilded Cage”, totalmente acustico e con un metronomo che scandisce il tempo e l’ottima voce di Ivan che dà molta enfasi al brano ed ancora “Gift Of Life” che rasenta un sound anche progressivo, con brevi accenni pianistici, arpeggi chitarristici, un refrain melodico e malinconico e l’assolo di Ivan, perfetto, controllato e mai troppo invadente e c’è “Time Travel”, unico brano completamente strumentale, ragionato, con fraseggi melodici e quando serve, tecnici e virtuosi. Chiudono il cd due brani che insieme formano una suite di circa 16 minuti e dove emerge tutta la fantasia compositiva del chitarrista croato. “Eclipse” ha un lungo intro strumentale e sinfonico, con tanto di archi, ma poi subentra la band che trasforma il tutto in un metal progressive aggressivo e la voce del chitarrista raggiunge una potenza controllata, per quello che è sicuramente il brano migliore del cd, 12 minuti, tracce progressive, brano molto articolato, specialmente nella parte centrale e strumentale che rievoca anche i Dream Theater ed un finale che può ricordare stavolta i Queen e con un passaggio di chitarra acustica che si unisce, senza un secondo di pausa, ad “I Am”, una rock ballad sempre vicina alla musica dei Queen. Breve brano che cresce e poi ritorna a momenti acustici, finendo con linee melodiche vicinissime al brano d’apertura. Un disco ed un chitarrista che non consiglio solo agli appassionati di chitarra, ma anche a chi ha più ampie vedute ed a chi ama del puro e semplice rock. 80/100
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Anno: 2013 |