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Margaret Atwood
Il racconto dell'ancella

Il romanzo si configura come un grande specchio distopico: l’ho guardato, ho scorto una figura femminile e mi sono riconosciuta. Improvvisamente June Osborne ed io eravamo la stessa persona e stavamo vivendo lo stesso incubo. È questa l’impressione che ho avuto leggendo il libro. Margaret Atwood si dimostra abilissima nel catapultare il lettore in un universo parallelo che, per quanto spaventoso, potrebbe essere e divenire pericolosamente reale. Diventa, quindi, impossibile non immedesimarsi nella protagonista.

Siamo all’interno di una distopia trilaterale: post apocalittica, totalitaria e femminile. In un futuro prossimo, in una Terra martoriata dall’inquinamento e dalle guerre tra le grandi potenze mondiali, negli Stati Uniti, a seguito di un golpe, si instaura la repubblica di Gilead, un regime assolutista di matrice patriarcale e teocratica, che distorce il libro della Genesi ricavandone la propria Costituzione. Il potere è in mano a una setta di uomini e le donne vengono relegate in una condizione di assoluta inferiorità. Non c’è più libertà di parola, roghi di libri e impiccagioni dominano le varie scene descrittive e chiunque osi ribellarsi viene ucciso. Il neonato Stato diventa il nuovo anno zero e opera una dicotomia temporale tra ciò che era prima e ciò che è adesso. La narrazione, infatti, si muove tra i due piani temporali grazie all’utilizzo dei flashback che, in questo caso, hanno anche una funzione catartica perché riconducono il lettore nella sua dimensione originaria, permettendogli di respirare e di liberarsi dagli effetti angoscianti della storia. Il racconto è scritto in prima persona e a narrarlo è, come anticipa il titolo, l’ancella. Ma chi è questa  figura femminile? L’ancella rappresenta uno dei quattro ruoli che le donne ricoprono all’interno di Gilead. Esse sono le uniche “femmine” ancora fertili, dopo che l’inquinamento da radiazioni ha reso sterile la maggior parte delle persone. Simboleggiano la salvezza della discendenza delle famiglie potenti, così, sono ridotte a uteri che camminano, vengono umiliate, private della loro identità e del loro nome. June Osborne diventa Of-Fred, ovvero “di proprietà di Fred”, il comandante a cui viene assegnata ed è costretta, durante un rito perverso, a subire violenze sessuali da parte del suo padrone per essere ingravidata e per dare alla luce un figlio che non potrà mai essere suo. Si assiste al rovesciamento dei valori fondamentali e tutto lo scibile passa attraverso un filtro distorto: la famiglia viene snaturata, l’identità cancellata, la libertà calpestata. Ma anche i regimi più oppressivi non possono mettere a tacere la resistenza. Le ancelle, infatti, insieme nella loro solitudine e disperazione, creano un vero e proprio esercito dalle divise rosse e dai copricapi bianchi, unite in un motto che mostra tutta la loro resilienza: “nolite te bastardes carborundorum!” (“non lasciare che i bastardi ti annientino”). Alleate preziose saranno anche le Marte, donne assegnate al ruolo di governanti nelle case dei padroni. L’autrice risulta un’osservatrice intelligente e acuta della società; esplora a fondo il tema della condizione della donna, della sua sottomissione e dei mezzi che la politica utilizza per asservire il corpo femminile alle sue funzioni riproduttive. Ci porta nella mente dei personaggi e analizza attentamente la loro psicologia. È interessante soffermarsi anche sul ruolo delle Mogli dei comandanti e delle Zie, vittime e carnefici di questo sistema malato.Nel complesso il romanzo risulta fluido nella forma e abbastanza impegnativo nel contenuto, che rischia di agitare gli animi più sensibili. Sicuramente non è una lettura da fare tutta d’un fiato.

“Il racconto dell’ancella” è stato adattato per il cinema nel 1990 nel film omonimo diretto da Volker Schlondorff. Nel 2017, infine, è stata realizzata la serie televisiva The Handmaid’s tale con Elisabeth Moss nel ruolo della protagonista, che ha riscosso un enorme successo tra il pubblico e ha ottenuto numerosi riconoscimenti. È possibile visionare la serie su Prime Video.

Immagine tratta dalla serie TV "The Handmaid's tale". A partire da sinistra, vengono raffigurate: una Moglie, l'Ancella June Osborne, una Marta e una Zia.





Margaret Eleanor Atwood (Ottawa, 18 novembre 1939) è una poetessa, scrittrice, critica letteraria e ambientalista canadese. È una delle scrittrici viventi di narrativa e di fantascienza (o narrativa speculativa) più premiate ed è conosciuta particolarmente per i suoi romanzi e le sue poesie, ma anche per la sua notevole attività a favore del femminismo. Le sue opere testimoniano una continua e profonda preoccupazione per la civiltà occidentale e per la politica, da lei considerate in crescente stadio di degrado. Da La donna da mangiare a Tornare a galla fino a Il racconto dell'ancella, L'ultimo degli uomini e il più recente L'anno del diluvio, la narrativa di Margaret Atwood si presenta in una veste tormentata e visionaria, non priva però di spiragli ottimistici.



Formato: 14 x 20
Pagine: 400
Uscita: Giu. 2019
ISBN: 978-8833312255
Prezzo: 15,96 €

 


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