Se è vero che la discografia di Crosby, Stills Nash & Young non può essere analizzata prescindendo da quella dei primi tre, allora questo vale doverosamente anche per le combinazioni in duo (Crosby-Nash e Stills-Young Band) e per l'altra e rara collaborazione in trio (Crosby, Nash & Young, titolare di un live registrato a San Francisco nel 1972), per non parlare delle carriere soliste. Sommando i titoli di tutte queste espressioni, si ottiene una lista impressionante, in termini sia quantitativi, sia qualitativi. Ne consegue l'impossibilità di analizzare tutte le risultanze in un solo scritto senza rischiare l'eccessiva riduzione, se non addirittura il puro minimalismo. Ciò spinge chi scrive a procedere per step, gradualmente ma ponderatamente, anche per favorire la lettura a chi dovesse avvicinarsi per la prima volta ai musicisti in argomento. Si inizia quindi con la formula più estesa, quella a quartetto, che è anche la meno prolifica dell'intero lotto.
1970 - Déjà Vu
Dopo il successo dell'album omonimo, pubblicato nel maggio 1969 (ottenne dalla RIAA la certificazione di triplo platino nel 1999, poi quadruplo nel 2001, permase nella classifica Billboard per un totale di 107 settimane, raggiungendo la 6a posizione, e due singoli da esso estratti, "Suite: Judy Blue Eyes" e "Marrakesh Express", raggiunsero rispettivamente la 21ma e la 28ma posizione in classifica), Crosby, Stills & Nash dovettero organizzarsi per una tournée dal vivo. Mantenendo in organico Dallas Taylor, che aveva inciso con loro quel primo album, permaneva comunque la necessità di aggiungere personale per rispondere all'esigenza di riprodurre certe complessità arrangiative: inizialmente Stills propose un tastierista, pensando al virtuoso polistrumentista Steve Winwood, il quale, tuttavia, era già impegnato con il supergruppo Blind Faith. Ahmet Ertegun, il boss della Atlantic, suggerì Neil Young, già con Stills nei Buffalo Springfield, peraltro anch'egli gestito da Elliot Roberts. Superate le resistenze iniziali di Nash (che non lo conosceva affatto) e dello stesso Stills (che, invece, ne aveva sperimentato fin troppo bene il carattere ombroso), il canadese entrò nel progetto a patto che venisse aggiunto il proprio nome nella rubricazione e con la piena libertà di mantenere una carriera parallela. La formazione venne completata da Bruce Palmer, ex bassista dei Buffalo Springfield, il quale, tuttavia, dopo una prova al Cafe au Go Go nel Greenwich Village, fu licenziato (secondo Crosby, "la sua testa era sempre altrove") a favore dell'adolescente Greg Reeves, bassista della Motown, su raccomandazione di un amico di Young. Così composto, il gruppo intraprese un tour di 39 date che si concluse con tre concerti europei nel gennaio 1970. La prima grande esibizione pubblica fu quella del 16 agosto 1969, all'Auditorium Theatre di Chicago, con Joni Mitchell di supporto. In quell'occasione, dissero che il giorno successivo sarebbero andati in un posto chiamato Woodstock, ma che non avevano idea di dove fosse. Fu, quello, il loro battesimo del fuoco: la mattina del 18 agosto 1969, si esibirono per la seconda volta, per un'ora di musica (QUI maggiori dettagli sulla performance del quartetto al noto festival). Dopodiché, nel luglio 1969, il gruppo entrò prima nello Studio C a San Francisco, poi nello Studio 3 a Hollywood, ove permase fino al gennaio del 1970: a marzo dello stesso anno, l'album era nei negozi di dischi. "Dejà Vu" pare l'espressione osmotica di una band assai rodata, in grado di proporre in maniera spontanea e genuina, un esemplare folk di stampo rurale, non di rado macchiato di un rock viscerale. Eppure, le cose stavano in modo diverso: per prima cosa, furono necessarie, a detta di Stills, ben 800 ore in studio per la registrazione. Forse si tratta di una ricostruzione esagerata, ma ogni singola traccia mostra una meticolosa attenzione ai dettagli che fa ipotizzare impegno e dedizione massimo. Inoltre, e soprattutto, i brani furono registrati individualmente da ciascun compositore (due per ciascuno, più uno partorito dalla coppia Stills/Young, con l'intervento successivo degli altri). il canadese non mancò di esprimere la sua scarsa capacità di integrarsi in un gruppo, apparendo soltanto su metà delle tracce e lavorando alle sue in solitaria, a Los Angeles, poi portandole in studio di registrazione per far intervenire gli altri, poi ancora riprendersele per mixarle ancora da solo. L'unica eccezione fu "Woodstock", unica cover del lotto, composta da Joni Mitchell, effettivamente espressione di intenti collettivi. Le tensioni che minavano il quartetto in studio furono altissime: Crosby era fragilissimo, da un punto di vista emotivo, a causa della recente scomparsa della sua ragazza Christine Hinton nel corso di un incidente stradale (dirà in seguito: "Non ero al mio meglio come persona funzionante, completamente incapace di affrontare tutto"). In seguito, Nash confermò: "l'atmosfera era diversa dal primo album, che fu registrato quando i membri della band avevano ciascuno una relazione sentimentale, mentre nel secondo io e Joni [Mitchell] ci eravamo lasciati, così come Stephen e Judy [Collins], mentre Christine era appena deceduta. Era tutto buio". In tutto questo, i membri non andavano d'accordo perché si criticavano a vicenda, causando attriti. Tuttavia - o più verosimilmente - grazie a tutto ciò, il risultato conseguito è straordinario: armonie vocali dal costrutto perfetto si inseriscono in un connubio eccellente in cui slanci energici si alternano a pacate introspezioni. L'apporto di Young, pur a distanza, dona nuovi connotati stilistici all'originario folk-rock prevalentemente acustico di chiara espressioni hippy del trio, vestendo il tutto di una ruvidità a tratti acerba, ma sempre efficace, che colloca questo lavoro ad un crocevia virtuale dove si incontrano rock, folk, country e psichedelia in maniera esemplare. Se il precedente lavoro fu una testimonianza cristallina dei sogni, delle illusioni, dei progetti eterei di quello straordinario periodo, questo rappresentava i tumulti, le disillusioni, il disincanto immediatamente successivo.
1971 - 4 Way Street
Questo album è anche meglio dei suoi predecessori: è un live che vale più di un live perché i brani ivi contenuti vengono rivisitati, in alcuni casi addirittura stravolti, dando all'opera un significato del tutto autonomo. Perfetta l'esecuzione e perfetta la scelta dei brani, estratti dagli shows tenuti nel 1970 al Fillmore East di New York (dal 2 al 7 giugno), al Forum di Los Angeles (il 26 e il 28 dello stesso mese), all'Auditorium Theatre di Chicago (il 5 luglio). L'opera alterna un disco interamente acustico, meravigliosamente intimista, ad uno vigoroso, completamente elettrico (ad eccezione della chiosa finale di "Find The Cost Of Freedom"), che presenta la band votata alla jam, in termini assai dinamici, mai più reiterati in seguito (se si escludono diversi episodi della carriera solista di Neil Young). Il risultato è stupefacente: il disco offre uno scenario completissimo, spaziando dal folk all'hard rock, con punte di spych fine anni '60 e armonie vocali di magnifico costrutto. E' impeccabile anche la falsa partenza di "Right Between The Eyes", testimonianza di una genuina e sincera attitudine che raramente si riscontra quando una band riscuote un successo planetario come quello effettivamente conseguito all'epoca dai quattro. Per gli appassionati della consecutio temporum, si segnala che al momento della sua pubblicazione, nel lontano 1971, "4 Way Street" presentava quattro brani inediti: "Right Between the Eyes" e "Chicago" di Nash (il secondo sarebbe stato pubblicato poco dopo nell'album "Songs for Beginners"), "The Lee Shore" e la discussa "Triad" di Crosby (interpretata dai Jefferson Airplane nel loro album del 1968 "Crown of Creation", in precedenza rifiutata dai Byrds, pubblicata soltanto nel 1997 come bonus track della riedizione di "The Notorious Byrd Brothers"). Quando il doppio 33 giri fu pubblicato (raggiunse in poco tempo la prima posizione nella Billboard 200, il gruppo si era già sciolto, minato da tensioni ed incomprensioni insanabili. Si riformerà 3 anni dopo, nel 1974, per un album in studio che non vedrà mai la luce, sostituito da una antologia che segnerà il secondo massimo successo della band ma che non aggiungerà nulla di nuovo alla discografia (i pezzi che avrebbero dovuto comporre l'album verranno sparpagliati nelle discografie soliste dei singoli membri). In ogni caso, verrà effettuata una tournée di grande successo ma artisticamente inferiore a quella precedente (alcune date di quel tour verranno pubblicate nel 2014, incluse nel live "CSNY 1974", opera che infatti non regge il confronto con il primo live del quartetto). Nel 1992, viene pubblicata una edizione extended in cd (poi stampata in triplo vinile nel 2019) che comprende 4 brani inediti ("King Midas in Reverse" degli Hollies di Nash, "Laughing" di Crosby, "Black Queen" di Stills e il medley "The Loner/Cinnamon Girl/Down by the River" di Young).
1974 - So Far
Spacciato come terzo album di CSNY, era in realtà una compilation che, peraltro, attingeva anche alla discografia del trio. Tuttavia, a posteriori, l'opera ha due meriti: innanzitutto rappresenta l'unica occasione di ascoltare due pezzi inediti su lp, e cioè "Ohio" e "Find the Cost of Freedom", usciti soltanto in singolo (entrambi, tuttavia, erano presenti, pur nella versione live, nell'album "4 Way Street"). La prima, fu scritta nel 1970 da Neil Young (ed interpretata dal quartetto), si ispirava alla morte di alcuni giovani avvenuta durante gli scontri verificatisi tra manifestanti e polizia il 4 maggio 1970 nella città di Kent, in Ohio, nei pressi della Kent State University. La seconda, invece, composta da Stills e uscita come b-side dell'altra, era un pezzo a cappella di struggente intimismo valorizzato dal perfetto incastro delle armonie vocali del quartetto. Per il resto, la tracklist - che includeva 5 dei 6 singoli della band (era omessa "Marrakesh Express"), ciascuno dei quali raggiunse la Top 40 - attingeva dagli album "Déjà Vu" (da cui vennero estratti l'omonimo pezzo, "Teach Your Children", "Woodstock", "Our House", "Helpless") e "Crosby, Stills, Nash" (rappresentato da "Helplessly Hoping", "Wooden Ships", "Guinnevere" e "Suite: Judy Blue Eyes"). Certificato sei volte disco di platino dalla RIAA, è oggi il secondo album, dopo "Déjà Vu", più venduto di qualsiasi combinazione del gruppo. Un secondo merito attribuibile a questo titolo, è da individuare nella magnifica copertina disegnata da Joni MItchell in termini minimalisti ma oltremodo efficaci.
1988 - American Dream
Dopo 18 anni, i quattro si riuniscono. Come detto, avevano già collaborato assieme nel 1974, per un tour che avrebbe dovuto partorire un nuovo disco in studio, poi abortito (i pezzi che avrebbero dovuto comporlo confluirono nelle discografie soliste), al posto del quale venne pubblicata la raccolta "So Far". Lontanissimo dai capolavori degli anni '70, l'album ha una minima valenza, se si considerano i livelli molto scarsi dei lavori pubblicati negli anni '80, in gruppo o da solisti (eccetto Crosby, che non avrebbe pubblicato nulla a suo nome fino a al 1989): Young usciva da un periodo travagliato nel corso del quale aveva mutato stili, abbracciando sonorità variegate, spesso agli antipodi (dall'elettronica di "Trans", al country di "Old Ways", passando per il rockabilly di "Everybody's Rockin' ", il synth pop di "Landing on Water", il soul di "This Note's for You"); Stills e Nash avevano cercato di ammodernarsi proponendo pezzi piuttosto validi, devastati dai suoni plastici degli anni '80, che scontentarono i vecchi fans e non riuscirono a portarne di nuovi. In ogni caso, questo album è privo della magia dei suoi predecessori: tutti i pezzi appaiono, quando non ridondanti, inadeguati e incongrui: giusto per fornire qualche esempio, "Name Of Love" è una ballad prevedibile, "Soldier Of Peace" è prolissa ed eccessivamente enfatica, "Shadowland" è devastata da una ritmica sintetica, "Clear Blue Skyes" pare più vicina all'eredità pop degli Hollies, piuttosto che a quella psych e folk del quartetto, "That Girl" è rovinata da fiati inadeguati, mentre le incursioni hard di "Nightime For The Generals" e "American Dream" sono totalmente fuori luogo, "Night Song" ha delle assurde connotazioni sintetiche, "Got It Made" è sempliciotta. Fanno eccezione "This Old House", "Feel Your Love", "Don't Say Goodbye" e "Compass", brani intimisti e rarefatti che paiono pescati direttamente dai primi anni '70, ai quali si aggiunge la efficace "Drivin' Thunder", pur concretizzandosi quale brano a forte contaminazione southern rock. In sintesi, si tratta di un disco poco omogeneo, ondivago, comunque figlio del suo tempo che, per questo motivo, oggi suona terribilmente datato: in tal senso, può essere considerato una peculiarità degli anni '80, scarsamente rappresentativo del sound forgiato per tutti gli anni '70 dai 4 musicisti coinvolti nella sua realizzazione. Neanche questi ultimi credono al disco appena pubblicato, che infatti non verrà supportato da alcun tour.
1999 - Looking Forward
Crosby, Stills, Nash & Young tornano a fare quello che sanno fare meglio, pur con qualche riserva. Il disco pare effettivamente offrire una rinnovata formula di quel folk rock tanto caro, forgiato nei primi anni '70, con molti momenti riflessivi e delicati, ai quali vengono aggiunti rari ma pregevoli momenti di decisa determinazione. Cinque, a parere di chi scrive, sono le perle assolute del disco: "Looking Forward", "Slowpoke", "Heartland", "Dream for Him" sono ottimi episodi intimisti (i primi due a firma di Young, gli altri rispettivamente di Nash e Crosby), che si collocano perfettamente nella compagne più riflessiva degli anni '70; "No Tears Left", anch'essa pregevole, è energica, e non di poco, e si evidenzia anche per le azzeccatissime stratificazioni vocali. C'è anche "Sanibel", altra ottima incursione riflessiva che rinverdisce i tempi passati, pur non firmata da alcuno dei nostri (bensì da Denny Sarokin, uno dei turnisti di supporto al quartetto). Due i pezzi comunque dignitosi, pur non miracolosi: "Seen Enough", un blues accattivante, pur macchiato da qualcosa di già sentito, e "Stand and Be Counted", altra interessante incursione a vocazione dura, pur infarcita di cori fin troppo ruffiani. Non mancano svariati episodi non proprio azzeccati, se non del tutto fallimentari: "Out of Control" è una profusione noiosa, in bilico tra nenia e cantilena; "Someday Soon" è anch'essa incentrata sulla compenetrazione di più voci, ma pare priva di reale consistenza; "Faith in Me" ha connotazioni caraibiche, che sono sempre apprezzabilissime quando si parla di Stills solista, ma appaiono del tuo decontestualizzate nella discografia del quartetto e del terzetto (il brano è peraltro infelicemente collocato in apertura della tracklist); "Queen of Them All" sarebbe un episodio meravigliosamente delicato se non fosse rovinato da una chitarra assurdamente distorta, un ritornello piuttosto banale e una ritmica poco lineare. In conclusione, questo (terzo) capitolo in studio risulta nettamente superiore al precedente, privo, come è, di sonorità plastiche e arrangiamenti sintetici, ma appare lontanissimo dalla magia di un tempo, che lambisce soltanto occasionalmente e sempre in forma derivativa. Nonostante il disco avrebbe meritato di essere celebrato dal vivo, anche stavolta nessun tour.
2008 - Déjà Vu Live
Nessuna reale celebrazione dello storico album, come il titolo pare far intendere con ruffiana e sfacciata attitudine. Si tratta, piuttosto, di un progetto voluto da Neil Young, reduce dalla pubblicazione del suo album solista "Living With The War", assai critico nei confronti dell'allora Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush e della sua condotta bellica nei confronti dell'Iraq. Preparandosi per andare in tour a sostegno della sua fatica discografica, invita all'ultimo momento i suoi partner Crosby, Stills, Nash. Il tour produce sia un film, sia il presente album, che funge da colonna sonora, raggiungendo la posizione #153 nella Billboard 200. Tutte le canzoni a firma di Young sono saccheggiate dal citato "Living with War", comprese tre versioni della title track. E' evidente la predominanza del chitarrista, in questo capitolo infelice, capace di imporre la label (la Reprise) e di influenzare non poco gli arrangiamenti dei brani (e il sound del gruppo), assoldando tutti i membri coinvolti nel suo disco, compreso un trombettista totalmente decontestualizzato. Cosa c'entri, questo titolo, con la discografia della band, nessuno lo ha ancora capito.
2014 - CSNY 1974
Nel 1974 il gruppo si riforma con la prospettiva di pubblicare un album in studio ed intraprende una tournée che genera grandi aspettative. L'album in studio non vedrà mai la luce (i brani verranno spalmati tra le discografie soliste) e neanche un eventuale album dal vivo (due live, uno di seguito all'altro, oggi sono cosa ordinaria, all'epoca erano del tutto proibitivi), al posto dei quali si preferisce una più rassicurante antologia ("So Far", già trattata poco sopra). Nel 2014, qualcuno decide che i tempi sono maturi per riesumare il materiale live di quel tour e pubblica questo cofanetto che in vinile è a dir poco magniloquente: una deluxe edition limitata in sole 1000 copie, comprendente Blu-Ray, DVD, sei vinili da 180 grammi alloggiati in una custodia in acero inciso a laser, booklet di betulla in formato "Coffee Table" con foto inedite del tour 1974, una stampa fotografica firmata di Nash. Tutto bellissimo, d'accordo, ma il prodotto, nel merito, come suona? Pregi e difetti: le registrazioni provengono dagli archivi della band, tutte catturate nel corso di dieci concerti nel 1974; si tratta di esecuzioni oggettivamente molto valide, non fosse altro perchè provengono dagli anni '70, che hanno anche il pregio di celebrare i dischi solisti degli artisti coinvolti, nel frattempo assurti agli onori del successo. Ciò è testimoniato dall'inclusione, in scaletta, di un numero impressionante di brani mai pubblicati sollo le sigle CSN o CSN&Y: "Immigration Man", "Grave Concern", "Prison Song" di Nash, "On the Beach", "Only Love Can Break Your Heart" di Young, "Black Queen", "Johnny's Garden", "Change Partners" e "Love the One You're With" di Stills. All'epoca della pubblicazione, inoltre, i brani "Carry Me" e "Time After Time" di Crosby, "Fieldworker" di Nash, "Long May You Run" e "Mellow My Mind" di Young, "Myth of Sisyphus" di Stills e la cover di "Blackbird" di John Lennon e Paul McCartney (verosimilmente destinati al pluricitato album in studio mai realizzato, sarebbero poi apparsi nel giro di un biennio nei rispettivi album solisti, eccetto l'ultimo brano, poi incluso in "Allies" e il box set "CSN", entrambi accreditati al terzetto). Infine, quattro brani di Neil Young risultavano inediti fino al momento della pubblicazione (chiaramente rintracciabili nella discografia pirata): "Traces", "Goodbye Dick", "Love Art Blues", "Hawaiian Sunrise" (nelle biografie, viene incluso tra gli inediti anche "Pushed It Over the End", sempre del canadese, in realtà pubblicato nel 1981 in un rarissimo 12 pollici a nome dei quattro, stampato soltanto in Italia). Il tour fu trionfale ma la magia dei primi anni si era persa già da tempo: la band non era al suo meglio, minata da forti tensioni interne e dall'uso di stupefacenti (soprattutto da parte di Crosby), e per questo il risultato finale appare, oggi come allora, assai disorganico. La folle oceaniche accorse a vedere i quattro, inoltre, testimoniano che l'operazione era diventata più un business che un progetto connotato da retaggi hippie improntati al pacifismo e alla fratellanza. In conclusione, il primo live è consigliato a tutti, indistintamente, rientrando tra i 20 album da portare su un'isola deserta, questo cofanetto può essere apprezzato soltanto dai completisti.
2021 - Déjà Vu Alternates
A detta degli stessi membri, "Déjà Vu" fu assai difficile da realizzare. Già nel 1971, Stills dichiarò ad Hit Parader: "tirare fuori da noi quel secondo album fu come strapparci i denti; molte canzoni non ce la fecero e la sola traccia omonima fu realizzata dopo circa 100 interventi in studio, mentre "Carry On" fu il risultato di ben otto ore di lavorazione". In un'altra intervista, il polistrumentista dichiarò che furono necessarie ben 800 ore in studio per registrare l'album. Durante queste sessioni, Crosby manifestò parecchie fragilità a causa della morte della sua ragazza Christine Hinton e Nash confermò che lui e Stills erano un tantino provati dalla fine delle relazioni avute rispettivamente con Joni Mitchell e Judy Collins. In tutto ciò, i membri non andavano d'accordo e si ostacolavano a vicenda, criticando i rispettivi contributi. Crosby affermò poi a Rolling Stone: "ho vigilato su "Almost Cut My Hair" perché Stephen non lo voleva, pensando che la mia voce fosse pessima". Stills insistette per portare "Woodstock", di cui aveva elaborato l'arrangiamento suonandola con Jimi Hendrix nel settembre 1969 (sul cui album postumo intitolato "Both Sides of the Sky", del 2018, fu poi pubblicata una versione alternativa). Eppure, la voce di Stills in questo brano fu in gran parte sostituita, da lui registrata ex novo giacché, così disse, "Ho sostituito una strofa e mezzo che mi sembravano terribilmente stonate". Young dissentiva, ritenendo che "la traccia era magica. Poi più tardi erano tutti in studio a fare i pignoli e Stephen incise una nuova voce che non era altrettanto buona". Stills impose a Nash di cambiare "Teach Your Children" che, asseritamente, passò dall'essere una "canzone in stile Enrico VIII, ad un pezzo di successo di swing-country". Da tutto ciò si evince che, in studio, fu registrato tantissimo materiale, poi rimasto inutilizzato: non stupisce, quindi, che parte di quel lavoro trovasse posto in un titolo postumo, anzi, ci si chiede perché sia stato necessario aspettare così tanto per vederlo pubblicato (in realtà, alcune cose di quelle sessions sono state incluse in progetti antologici attribuiti al terzetto o ai singoli artisti). Va detto che, nella versione digitale, l'opera comprende ben 4 cd - oltre al titolo originale, sono presenti tre cd, rispettivamente dedicati ai "Demos", alle "Outtakes" e alle versioni "Alternates" - mentre per ciò che concerne il vinile, la scelta è stata quella di ridurre ad un solo 33 giri, comprendente i soli pezzi alternativi. La tracklist coincide, per 8/10, con quella del titolo originale, pur in versioni assai differenti: più nel dettaglio, l'opera contiene le prime stesure di "Carry On", "Teach Your Children", "Almost Cut My Hair", "Déjà Vu", "Our House", una versione con l'armonica di "Helpless", la cover "Woodstock" forte del cantato originale, una take alternativa di "4 + 20" e (l'allora) inedito "Know You Got to Run", poi apparso sul secondo album solista di Stills. E' un titolo straordinario, giacché offre l'opportunità di cogliere differenze, non sempre minime, con i pezzi divenuti famosi e, proprio per questo, caldamente consigliato soltanto ai completisti del quartetto.
Woodstock (appendice)
Sempre parlando di discografia ufficiale, tre dei quattro volumi dedicati al festival di Woodstock riportano stralci della esibizione ivi tenuta dai quattro. Il primo capitolo è costituito dall'album "Woodstock- Music From The Original Soundtrack And More", pubblicato nel 1970, a cui fece seguito, l'anno successivo, "Woodstock Two", spalmato su due lp. Nel 2019, a distanza di 50 anni esatti dall'evento, vengono pubblicati altri due volumi, "Woodstock Three" e "Woodstock Four", rispettivamente triplo e doppio, che aggiungeranno un solo brano alla limitata tracklist già edita. In sintesi, i brani pubblicati lo stesso anno furono "Suite: Judy Blue Eyes", "Sea Of Madness" (accreditati ai soli Crosby, Stills, Nash) e "Wooden Ships", ai quali poco dopo si aggiunsero "Guinnevere", "4 + 20", "Marrakesh Express" e, a distanza di mezzo secolo, "49 Bye-Byes" (presente nel solo terzo volume, giacché il quarto della serie era privo di brani suonati dal gruppo, pur presentando una versione di "Wooden Ships" proposta dai Jefferson Airplane). Tralasciando considerazioni sull'approssimazione manifestata compilando i credits (Young venne accreditato anche in "Guinnevere" e "4 + 20", che invece furono eseguite dal trio), va innanzitutto evidenziato che, di 16 brani effettivamente eseguiti, soltanto 7 presero posto nella discografia ufficiale; inoltre, "Sea Of Madness" non era presente nella versione suonata quella notte, bensì in quella eseguita al Fillmore East, non è chiaro se il 19 o il 20 settembre dello stesso anno (non era l'unico inganno poiché anche "Coming into Los Angeles" di Arlo Guthrie era attinta da un altro concerto). La pubblicazione, sempre nel 2019, del mastodontico box set "Woodstock - Back To The Garden 50th Anniversary Experience", costituito da ben 38 cd documentanti i 3 giorni di musica al completo, ha di fatto restituito integrità all'esecuzione di CSNY, come di tutti gli altri artisti coinvolti, presentando finalmente la traklist integrale, sublimata anche da brevi introduzioni vocali (un doppio vinile intitolato "Woodstock '69" contenente l'intera esibizione è stato pubblicato recentemente dalla label Parachute Recording Company, recensito QUI, sempre da chi scrive).
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1970 - Déjà Vu tracklist Carry On – 4:25 Teach Your Children – 2:53 Almost Cut My Hair – 4:25 Helpless – 3:30 Woodstock – 3:52 Déjà vu – 4:10 Our House – 2:59 4 + 20 – 1:55 Country Girl – 5:05 a) Whiskey Boot Hill b) Down, Down, Down c) Country Girl (I Think You're Pretty) Everybody I Love You – 2:20 musicians David Crosby: vocals all tracks except "4+20"; rhythm guitar on "Almost Cut My Hair," "Woodstock," "Déjà Vu," and "Country Girl" Stephen Stills: vocals all tracks except "Almost Cut My Hair"; guitars all tracks except "Our House"; bass on "Carry On," "Teach Your Children," and "Déjà Vu"; keyboards on "Déjà Vu" and "Everybody I Love You"; organ on "Carry On" and "Woodstock"; piano on "Helpless"; percussion on "Carry On" Graham Nash: vocals all tracks except "Almost Cut My Hair" and "4+20"; piano on "Woodstock" and "Our House"; organ on "Almost Cut My Hair"; rhythm guitar on "Teach Your Children"; percussion on "Carry On" and "Country Girl"; tambourine on "Teach Your Children" Neil Young: vocals on "Helpless" and "Country Girl"; guitars on "Almost Cut My Hair," "Helpless," "Woodstock," "Country Girl" and "Everybody I Love You"; keyboards, harmonica on "Country Girl" Greg Reeves: bass on "Almost Cut My Hair," "Helpless," "Woodstock," "Our House," "Country Girl" and "Everybody I Love You" Dallas Taylor: drums all tracks except "Teach Your Children" and "4+20"; tambourine on "Teach Your Children" Jerry Garcia: pedal steel guitar on "Teach Your Children" John Sebastian: harmonica on "Déjà Vu"
1971 - 4 Way Street tracklist Suite: Judy Blue Eyes (coda) - 0:33 On the Way Home" - 3:47 Teach Your Children - 3:02 Triad - 6:54 The Lee Shore - 4:28 Chicago - 3:10 Right Between the Eyes - 3:36 Cowgirl in the Sand - 3:58 Don't Let It Bring You Down - 3:30 49 Bye-Byes/America's Children - 6:35 Love the One You're With - 3:25 King Midas In Reverse" - 3:43 (bonus track) Laughing - 3:36 (bonus track) Black Queen - 6:45 (bonus track) Medley - 9:41 (bonus track) a) The Loner b) Cinnamon Girl c) Down by the River Pre-Road Downs - 3:04 Long Time Gone - 5:58 Southern Man - 13:45 Ohio - 3:34 Carry On - 14:19 Find the Cost of Freedom - 2:21 musicians David Crosby – vocals, guitar Stephen Stills – vocals, guitar, piano, organ Graham Nash – vocals, guitar, piano, organ Neil Young – vocals, guitar Calvin "Fuzzy" Samuels – bass Johnny Barbata – drums
1974 - So Far tracklist Déjà Vu- 4:10 Helplessly Hoping - 2:38 Wooden Ships - 5:26 Teach Your Children - 2:53 Ohio - 3:00 Find the Cost of Freedom - 2:01 Woodstock - 3:52 Our House - 2:58 Helpless - 3:34 Guinnevere - 4:38 Suite: Judy Blue Eyes - 7:24 musicians David Crosby – vocals all tracks; rhythm guitar on "Déjà Vu", "Wooden Ships", "Ohio" and "Woodstock"; acoustic guitar on "Guinnevere" Stephen Stills – vocals all tracks except "Guinnevere"; acoustic and electric guitars all tracks except "Our House" and "Guinnevere"; piano on "Déjà Vu" and "Helpless"; organ on "Wooden Ships", "Woodstock", and "Suite: Judy Blue Eyes"; bass on "Déjà Vu", "Wooden Ships", "Teach Your Children" and "Suite: Judy Blue Eyes" Graham Nash – vocals all tracks; piano on "Woodstock" and "Our House"; acoustic guitar, tambourine on "Teach Your Children"; harpsichord on "Our House" Neil Young – vocals on "Ohio", "Find the Cost of Freedom" and "Helpless"; acoustic guitar on "Find the Cost of Freedom" and "Helpless"; electric guitar on "Ohio" and "Woodstock"; Greg Reeves – bass on "Woodstock", "Our House", and "Helpless" Calvin "Fuzzy" Samuels – bass on "Ohio" Dallas Taylor – drums on "Déjà Vu", "Wooden Ships", "Woodstock", "Our House", "Helpless" and "Suite: Judy Blue Eyes"; tambourine on "Teach Your Children" Johnny Barbata – drums on "Ohio" John Sebastian – harmonica on "Déjà Vu" Jerry Garcia – pedal steel guitar on "Teach Your Children"
1988 - American Dream tracklist American Dream 3:15 Got It Made 4:36 Name Of Love 4:28 Don't Say Goodbye 4:23 This Old House 4:44 Nighttime For The Generals 4:20 Shadowland 4:33 Drivin' Thunder 3:12 Clear Blue Skies 3:05 That Girl 3:27 Compass 5:19 Soldiers Of Peace 3:43 Feel Your Love 4:09 Night Song 4:17 David Crosby – backing vocals, lead vocals (6, 11), acoustic guitar (9, 11) Stephen Stills – backing vocals, keyboards (1, 2), lead vocals (2, 8, 10, 14), electric guitar (3, 4, 6, 8-10, 14), synth bass (4), guitar solo (6), percussion (8), acoustic guitar (12), synthesizers (14), bass (14), handclaps (14) Graham Nash – backing vocals, lead vocals (4, 7, 9, 12), acoustic piano (4), electric guitar (6), keyboards (9) Neil Young – backing vocals, lead vocals (1, 3, 5, 8, 13, 14), electric guitar (1-10, 12, 14), percussion (3, 13), additional acoustic piano (4), all instruments (5), harmonica (11), acoustic guitar (13) Additional personnel Brian Bell – synthesizer programming (5) Mike Finnigan – Hammond B3 organ (6), keyboards (12), additional vocals (12) Rhett Lawrence – synthesizer programming (12) Bob Glaub – bass (1-3, 6, 8-10, 12) Joe Vitale – drums (1-4, 6, 8, 9, 14), synthesizers (4), all instruments (7), additional vocals (7), percussion (8, 13), keyboards (9-12), vibraphone (13) Chad Cromwell – drums (10) Joe Lala – percussion (2, 7, 9, 10), drums (12) The Bluenotes – horns (10): Larry Cragg – saxophones Steve Lawrence – saxophones Claude Callilet – trombone Tommy Bray – trumpet John Fumo – trumpet Niko Bolas, Tim Mulligan, Tim Foster and Brentley Walton - Handclaps on "American Dream" Bill Boydston, Don Gooch, Bill Lazerus, Graham Nash and Joe Vitale - Sound effects on "Shadowland" Kelly Ashmore, Betsy Aubrey, Tom Banghart, Cha Blevins, Niko Bolas, Craig Doerge, Scott Gordon, R. Mac Holbert, Stanley Johnston, Bill Krause, Debbie Meister, Tim Mulligan, Susan Nash, Jay Parti, Steve Perry, Vince Slaughter, Joe Vitale, Paul Williamson - The Volume Dealers Choir on "Soldiers of Peace"
1999 - Looking Forward tracklist Faith in Me – 4:21 Looking Forward – 3:07 Stand and Be Counted – 4:52 Heartland – 4:28 Seen Enough – 5:14 Slowpoke – 4:31 Dream for Him – 5:03 No Tears Left – 5:06 Out of Control – 4:09 Someday Soon – 3:43 Queen of Them All – 4:23 Sanibel – 4:20 musicians David Crosby - voce, chitarra acustica, chitarra elettrica Stephen Stills - voce, chitarre, organo Hammond B3, maracas, basso, contrabbasso, percussioni Graham Nash - voce, chitarra Neil Young - voce, chitarre, tiple, armonica a bocca, celeste Mike Finnigan - organo Hammond B3 James Hutch Hutchinson - basso Alex Acuña - timbales Luis Conte - congas, bata Joe Vitale - batteria, bata, organo Hammond B3 Donald Dunn - basso Lenny Castro - percussioni Joe Lala - congas Snuffy Garrett - chitarra Spooner Oldham - tastiera, organo Hammond Ben Keith - pedal steel guitar, dobro Jim Keltner - batteria Vince Charles - percussioni Gerald Johnson - basso Denny Sarokin - chitarra Craig Doerge - tastiera
2008 - Déjà Vu Live tracklist What Are Their Names? - 2:28 Living with War - 3:25 After the Garden - 3:41 Military Madness - 4:02 Let's Impeach the President - 5:43 Déjà Vu - 7:15 Shock and Awe - 5:08 Families - 2:58 Wooden Ships - 8:18 Looking for a Leader - 3:55 For What It's Worth - 4:50 Living with War - 5:24 Roger and Out - 3:55 Find the Cost of Freedom - 3:55 Teach Your Children - 3:20 Living with War - 3:01 The Restless Consumer - 6:23 (iTunes Store bonus track) musicians David Crosby — vocals, rhythm guitar Stephen Stills — vocals, guitars, keyboards Graham Nash — vocals, rhythm guitar, piano Neil Young — vocals, guitars, piano Ben Keith — pedal steel guitar Spooner Oldham — keyboards Rick Rosas — bass Chad Cromwell — drums Tommy Bray — trumpet
2014 - CSNY 1974 tracklist cd Love the One You're With - 6:05 Wooden Ships - 6:36 Immigration Man - 3:47 Helpless - 4:45 Carry Me - 4:41 Johnny's Garden - 5:20 Traces - 3:17 Grave Concern - 3:11 On the Beach - 7:40 Black Queen - 8:25 Almost Cut My Hair - 7:07 Change Partners - 3:51 The Lee Shore - 4:48 Only Love Can Break Your Heart - 3:28 Our House - 3:38 Fieldworker - 3:07 Guinevere - 6:14 Time After Time - 3:48 Prison Song - 4:02 Long May You Run - 4:13 Goodbye Dick - 1:40 Mellow My Mind - 2:33 Old Man - 4:23 Word Game - 6:16 Myth of Sisyphus - 4:44 Blackbird - 2:48 Love Art Blues - 2:57 Hawaiian Sunrise - 2:56 Teach Your Children - 3:16 Suite: Judy Blue Eyes - 9:25 Déjà Vu - 8:29 My Angel - 4:35 Pre-Road Downs - 3:30 Don't Be Denied - 6:40 Revolution Blues - 4:21 Military Madness - 5:04 Long Time Gone - 6:05 Pushed It Over the End - 7:52 Chicago - 4:43 Ohio - 6:00 dvd Only Love Can Break Your Heart Almost Cut My Hair Grave Concern Old Man Johnny's Garden Our House Déjà Vu Pushed It Over the End musicians David Crosby — vocals, guitars, tambourine Stephen Stills — vocals, guitars, keyboards, acoustic bass guitar Graham Nash — vocals, keyboards, guitars, harmonica Neil Young — vocals, guitars, keyboards, harmonica, banjo guitar Tim Drummond — electric bass guitar Russ Kunkel — drums Joe Lala — percussion
2021 - Déjà Vu Alternates tracklist Carry On (Early Alternate Mix) - 4:31 Teach Your Children (Early Version) - 3:00 Almost Cut My Hair (Early Version) - 10:13 Helpless (Harmonica Version) - 3:47 Woodstock (Alternate Version) - 5:00 Déjà Vu (Early Alternate Mix) - 3:41 Our House (Early Version) - 2:57 4 + 20 (Alternate Take 2) - 2:15 Know You Got To Run - 6:47 musicians David Crosby - Vocals, Acoustic Guitar, 12-String Acoustic Guitar, Electric Guitar Stephen Stills - Vocals, Acoustic Guitar, Electric Guitar, Bass, Piano, Organ, Drums Graham Nash - Vocals, Acoustic Guitar, Piano, Organ, Harpsichord Neil Young - Vocals, Acoustic Guitar, Electric Guitar, Organ, Harmonica Greg Reeves: bass Dallas Taylor: drums John Sebastian: harmonica
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