Magnus: intervista alla moglie e ai figli




Intervista realizzata da Gianluca Livi


Ho sempre letto cose concernenti Magnus, fin da adolescente: le sue opere, le sue dichiarazioni, i ricordi di chi lo conosceva, le impressioni di chi oggi lo commemora.
Eppure, nell'oceano di scritti a lui dedicati, non ho mai scorto le testimonianze di chi viveva con lui il quotidiano: la moglie Margherita, i figli Riccardo e Francesca.
In altre parole, ne parlavano tutti, di Magnus, e ne parlano tutti ancora oggi - amici, conoscenti, colleghi, editori, giornalisti, ex soci - ma nessuno si è preso la briga di andare a reperire le informazioni più genuine alla fonte: la sua famiglia (soltanto la moglie, in rari casi, ha concesso interviste).
Ho pertanto deciso di contattarli tutti e tre, proponendo loro la folle idea di una intervista corale nel corso della quale affrontare argomenti vari, tra i più disparati, partendo dal suo ruolo di padre e marito, giungendo alla causa con l'ex socio Luciano Secchi, passando per le sue opere, il soggiorno a Castel Del Rio, il legame con Giovanni Romanini, i molteplici aspetti del suo carattere complesso e molto altro ancora. 
Con mia grande sorpresa, l'iniziativa è stata gradita: l'approccio molto sommesso e discreto che caratterizza il modus comportamentale della famiglia Raviola, mi aveva portato a presagire un cortese ma deciso rifiuto. Mi sbagliavo: quella che ne è scaturita, prima che una intervista, si evidenza quale esperienza di vita permeata di substrato emozionale, sempre propenso a far riflettere, talvolta idoneo addirittura a commuovere.  
Cinque, in tutto, gli interessati: io che intervisto, loro tre che dialogano con me, più lo stesso Roberto Raviola, del quale vengono oggi contestualizzati stralci di sue dichiarazioni passate.  
Buona lettura.
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A&B: inizio questa intervista parlando della collana "Il Grande Magnus", edita recentemente da "La Gazzetta dello Sport" e dal "Corriere della Sera". Che peso ha avuto la famiglia Raviola nella stesura di quest'opera antologica così estesa e completa?

Margherita: penso di aver potuto dare un valido apporto, però i curatori erano molto preparati ed alcune volte ho imparato da loro. Il mio supporto è stato fornito soprattutto nella ricerca delle immagini che correlavano gli articoli.
Abbiamo lavorato parecchi mesi e, anche durante le uscite, rincorrevamo gli ultimi numeri...

A&B: di certo, nessuno si aspettava che Luciano Secchi autorizzasse la pubblicazione dei personaggi realizzati in coppia con Magnus, ma molti sono rimasti meravigliati che l'autorizzazione sia stata negata anche da Bonelli, per il Texone. I rapporti con la nota casa editrice milanese non sono buoni?

Margherita: l’editore ha rapporti di amicizia sia con Bunker, sia con la Bonelli ed ha chiesto loro i vari permessi che tuttavia gli sono stati negati.
I nostri rapporti con la Bonelli sono sempre stati ottimi, ma da tempo i diritti dei vari Tex li gestisce solo la Bonelli.

A&B: la collana "Il Grande Magnus" è un'opera incredibile, giacché presenta in maniera meticolosa l'arte immensa di Roberto Raviola, per la prima volta offerta con metodo organico. Ci sono argomenti che potevano essere trattati con maggiore accuratezza? Mi vengono in mente (ma è soltanto un esempio), le interviste presenti su youtube, colpevolmente scartate dal volume 28, intitolato "Interviste" (se ne poteva certamente pubblicare una trascrizione su carta).

Margherita: le interviste presenti su youtube credo esulino dalla possibilità di essere utilizzate.
Comunque, sto approntando sul nostro sito una parte dedicata proprio a questo tipo di interviste ed ho chiesto i dovuti permessi.
Fino ad ora ho ricevuto l'autorizzazione ad utilizzare vari link.

A&B: Luca Boschi, il cui operato è stato di assoluto rilievo, ha agito di concerto con la famiglia Raviola?

Margherita: Luca Boschi è un caro amico, “un pozzo di conoscenza magnusiana”. Ha comunque agito per conto dell’editore.

A&B: abbiamo nominato Luciano Secchi: è significativo che in nessuno dei 30 volumi della collana sia presente un suo commento. E' stata una precisa volontà dell'editore o degli eredi? Oppure, lo stesso Secchi si è rifiutato di fornire un contributo?

Margherita: in realtà, non ce n’è stato alcun bisogno.


A&B: nell'articolo che si trova qui: https://www. giornalepop. it/il-caso-magnus-bunker-in-tribunale/, viene riportato che Magnus e Bunker «non ebbero mai dei veri e propri scontri pubblici. (. ) I rapporti non dovevano essere cattivi se Raviola, in una intervista a Fumo di China del 1991 (cinque anni prima della sua scomparsa), parlava con apparente bonomia delle nuove proposte di lavoro di Secchi». Io, invece, ho tratto nel tempo una impressione diversa: i rapporti non si interruppero in maniera così pacifica come qualcuno ha voluto far credere. Soccorre lo stesso Magnus, a cavallo tra gli anni '70 e '80, affermando, tra le altre cose, «...il Socio non è stato molto cavalleresco con me» (Bollettino del CGAF n. 1, febbraio 1978) oppure «...lui è diventato re e io sono rimasto straccione e allora il sodalizio non è diventato possibile» (Orient Express n. 2, luglio 1982). Cosa vi raccontava, al riguardo, Magnus?

Margherita: confermo che il “socio” non è stato così cavalleresco. Roberto mi disse che, quando capì che, anni prima, aveva firmato, senza leggere, un documento dove cedeva tutto, compresi gli originali, nel tempo e nello spazio, appoggiò la matita e tornò a Bologna.
Era il dicembre del 1973.

A&B: al riguardo, è ormai noto che voi avete intentato una causa contro Luciano Secchi. Ho letto con molta attenzione la sentenza di primo grado (n. 14487/03 del Tribunale di Milano) e quella di secondo grado (n. 5055/04 della Corte di Appello di Milano). Premesso che, a mio modesto parere, promuovere un'azione legale è stato oltremodo doveroso - se non per una questione economica, quantomeno per dovere morale nei confronti di Magnus - come è stata valutata la vostra iniziativa dall'opinione pubblica, dagli addetti ai lavori (sceneggiatori, disegnatori, editori), dai vostri amici e parenti?

Margherita: la possibilità di avanzare una causa ci venne proposta da un grande estimatore di Magnus, il compianto Avvocato Puccioni, già legale della Bonelli, e si protrasse per 13 anni infiniti.
Non facemmo molta pubblicità alla causa: fummo molto riservati giacché non volevamo interferenze male auguranti.
Invece, so che Bunker diede il tormento al buon Sergio Bonelli incolpandolo di aver promosso il caso, cosa non vera visto che, come detto, fu una iniziativa soltanto dell’avv. Puccioni.

A&B: siete rimasti soddisfatti dell'operato di quest'ultimo?

Margherita: come legale, sapeva esattamente come procedere. Purtroppo, ci lasciò poco prima della sentenza di primo grado e noi, in quel momento, orfani della sua assistenza, abbiamo dovuto cercare altri avvocati che, tuttavia, non seppero impugnarla.
Nel frattempo, lo fece Bunker ma a quel punto avevamo finalmente trovato un avvocato di Milano, Luisa Anna Maria Nicosia, che fece il possibile per assisterci.
Finito l'appello, non ci siamo sentiti di proseguire con un ulteriore grado di giudizio; dopo 13 anni eravamo stremati...


A&B: in una intervista di qualche anno fa, sul settimanale "Sette" (supplemento al "Corriere della Sera"), Bunker dichiarava che «Magnus è sempre stato un grandioso interprete delle mie sceneggiature. Che sono sempre e solo un mio parto. Nel bene e nel benissimo. Sono finito in causa con gli eredi di Magnus e sia in primo grado sia in appello è stato santificato che Max Bunker è l’autore di Alan Ford. Io creatore letterario e Magnus realizzatore grafico» (https://www.giornalepop.it/il-caso-magnus-bunker-in-tribunale/, marzo 2018). Mi sembra un modo molto abile di aggirare la questione, se si considera che nessuno di voi ha mai dubitato che lui fosse lo sceneggiatore di Alan Ford, mentre ci sono voluti due gradi di giudizio per fargli dichiarare, su ogni albo stampato, che Magnus ne fosse il realizzatore grafico. Riguardo ai testi, dopo la dipartita di Magnus dalla Corno, molti lettori non poterono fare a meno di notare quanto fossero calati (non soltanto i disegni di Alan Ford, ma anche) alcuni elementi della sceneggiatura: in sintesi, le storie parevano aver perso mordente, palesando talvolta alcune prevedibilità e un sarcasmo certamente più debole. Magnus parlò mai con voi dei suoi contributi ai testi?

Margherita: so che si facevano grosse risate quando rileggevano le sceneggiature di Bunker e, probabilmente, in quella fase venivano arrotondati alcuni punti.
Dopodiché, pizza e cinema perché Roberto abitava nell’appartamento di fianco alla redazione Corno.

A&B: si, alla stampa fu lo stesso Magnus che confermò i suoi contributi alle sceneggiature di Bunker, anche se riconobbe sempre i meriti del socio come sceneggiatore: «Magari modificavo qualcosa all’ultimo momento, per sciogliere una situazione, ma non è vero che cambiavo tutto. Anzi, Bunker era molto preciso (.) Mi è capitato di vederne altre, di sceneggiature, e dopo aver lavorato su quelle di Bunker, mi accorgevo di come fossero più leggere: le sue erano dei piccoli gialli» ("Sua Maestà il Grottesco: Magnus”, Bologna, primavera/estate 1988).
Tornando alle questioni legali, intentando la causa, voi avete avanzato richiesta di:
a) percepire i diritti di sfruttamento economico di Alan Ford;
b) vedere riconosciuto il diritto morale dei personaggi disegnati da Magnus e sceneggiati da Bunker.
La prima doglianza è stata rigettata in forza dell’accordo sopra citato, datato 2/1/1970, con cui Magnus aveva ceduto a Bunker tutti i diritti di sfruttamento economico delle opere, mentre la seconda è stata accolta, con la conseguenza che Secchi è stato condannato a riportare, sulle successive ristampe, il nominativo di Magnus quale autore della realizzazione grafica, corrispondendo agli eredi una somma (dovuta per lesione del diritto morale) pari ad euro € 200 per ogni numero privo dell'indicazione di Magnus quale autore della realizzazione grafica, pubblicato negli ultimi 10 anni (poi ridotti a 5 nel corso del secondo grado).
La sentenza è stata rispettata dalla controparte?

Margherita: si e con chiusura tombale.

A&B: chi di voi ebbe rapporti con Luciano Secchi prima della causa?

Margherita: nessun rapporto.

A&B: stessa domanda con riguardo al periodo successivo alla causa...

Margherita: nessun rapporto anche dopo.
Debbo però dire che vidi un’intervista rilasciata a Red Ronnie in cui Secchi si comportò da gentiluomo nei riguardi di Roberto.

A&B: durante la causa, Paolo Piffarerio e Thea Valenti furono chiamati a testimoniare da Luciano Secchi circa il ruolo di mero esecutore che, asseritamente, Magnus ebbe nella realizzazione grafica dei personaggi del Gruppo TNT (da notare che il Giudice rigettò entrambe le testimonianze). Come furono, se ci furono, i rapporti con loro due, nel corso della causa e dopo?

Margherita: anche in questo caso, nessun rapporto.

A&B: parlando invece del periodo post Bunker, e rimanendo su questioni economiche, il tema della retribuzione delle proprie opere artistiche è stato trattato con una certa ricorrenza da Magnus in diverse interviste. Egli non dava affatto l'impressione di essere attaccato al denaro, giacché non ne parlava mai con avidità, mentre sembrava manifestare un approccio in termini di mera esigenza primaria, a volte palesando una certa sofferenza, facendo capire, con gran garbo, quanto la situazione non fosse florida.

Margherita: va innanzitutto detto che Roberto era generoso per natura. 
A questo va aggiunto che il denaro è sempre stato un problema, nella nostra famiglia.
Diciamo che l’indigenza ci è servita per rigar diritto.



A&B: questo è risaputo. Tra le tante dichiarazioni di Magnus, preme citare quelle in cui asserì che ci furono giorni «in cui era veramente difficile sbarcare il lunario» (L'Italia Settimanale n. 2, gennaio 1996), e che «a grana stavo meglio alla Corno ma il sistema di lavoro è diventato più vivibile» (Star Magazine n. 4, dicembre 1990).
Tuttavia, l'idea che noi lettori ci facemmo fu che non si pentì mai della scelta di lasciare la Corno. Artisticamente spiccò letteralmente il volo. Al riguardo, è corretto dire che, dopo Alan Ford, i suoi disegni divennero ancora più ricercati, a dir poco esemplari, testimonianza di un talento smisurato, unico, irripetibile, peraltro sempre in crescita, mentre, al contrario, le sceneggiature a sua firma erano complesse, a tratti macchinose, talvolta disorganiche?

Margherita: di quali sceneggiature stiamo parlando?

A&B: per esempio “I Briganti” ma anche “L’uomo che uccise Ernesto Che Guevara”. Lo stesso Magnus, riguardo al secondo, ebbe a dichiarare che «Non sono riuscito a leggerlo. L’ho fatto una volta in treno e ci ho messo 3 ore» (Fumo di Cina n. 2/29 - luglio 1987). In generale, nelle interviste, egli ha riconosciuto che sceneggiare un fumetto era un lavoraccio…

Margherita: si, certo. I Briganti è un libro cinese del 13° secolo e nell’indice si possono vedere i vari capitoli sottolineati con la scaletta per le stesure e si nota che manca l’ultimo capitolo.
Mentre per il Che, i libri ispiratori oltre a "Scritti, discorsi e diari di guerriglia" dello stesso Che, sono stati quelli di altri autori che raccontavano la vita del popolo boliviano di quegli anni.
Fu complicato riunire le varie testimonianze in modo omogeneo e tradurle in immagini.

A&B: ad un certo punto, si era parlato della continuazione della Compagnia della Forca ad opera del solo Giovanni Romanini, con il quale Magnus ebbe sempre un legame speciale...

Margherita: una mera vox populi.


 

A&B: Riccardo e Francesca, voi eravate adolescenti quando vostro padre realizzò Tex. Cosa rammentate di quei febbrili anni di lavoro?

Francesca: il babbo è sempre stato un uomo CONCENTRATO sul suo lavoro. 
Lo vedevo disegnare Tex e mi sembrava affaticato.
Ero molto giovane ma sentivo tutto l'impegno che gli dedicava.

Riccardo: ricordo bene quegli anni! Circa ogni mese, andavo a Castel del Rio per poter passare un po' di tempo con lui. Sapevo che mi avrebbero aspettato giorni anche di "solitudine" in quanto lui stava chiuso nella sua stanza a disegnare. Non c'era troppa differenza tra quando abitavamo tutti sotto lo stesso tetto e l'albergo che lo ospitava.
Comunque, per vedersi, bisognava sempre bussare alla porta e sperare che fosse il momento giusto, altrimenti riecheggiava un "DOPO!" con voce secca che non lasciava dubbi. Quando poi si apriva la porta, erano sorrisi e calma.
Potevo sguazzare tra i fogli e i pennarelli "rubando" tutto quello che potevo! Sin da piccolini, io e mia sorella, potevamo utilizzare a piene mani (costosissimi) pennarelli usati.
In realtà, non erano mai troppo consumati giacché a lui piaceva usarli finché il nero era NERISSIMO, ma appena ingrigivano un po’, li scartava e li dava noi.

A&B: che ricordo hai di Castel Del Rio, in quegli anni?

Riccardo: Beh, Castel del Rio, per me, come per lui, era un posto silenziosissimo dove potevo disegnare ore ed ore senza nessun compito scolastico o impegno "noioso" da 15-16-17enne.
Anzi, proprio perchè la porta era aperta, potevo vedere evolvere la storia, tavola per tavola.
Ogni tanto mi portavo dietro un caro amico - compagno di Liceo Artistico - e passavamo 3-4 giorni in un loop-spaziotempo, durante i quali potevamo andare a letto tardissimo e disegnare ore ed ore, senza sosta... un vero paradiso per disegnatori!!

A&B: tornando al Texone…

Riccardo: pur essendo teenager, mi rendevo conto che aveva intrapreso un lavoro lunghissimo.
Mi raccontava le fasi della sceneggiatura, i colpi di scena e le fonti da cui attingeva immagini ed idee… libri su libri su altri libri.
A distanza di venti e più anni, posso dire di aver imparato tante cose soltanto ascoltando e guardando come lavorava.
Oggi sono come lui: mi documento su ogni cosa e capisco l'immane lavoro che ha voluto e dovuto fare per realizzare quel suo ultimo lavoro.



A&B: cosa pensate di tutti gli attuali disegnatori che ricalcano in maniera fedele lo stile grafico di Magnus?

Francesca: alcuni disegnatori lo fanno per devozione al Maestro, altri per apparire. 
Trovo triste apparire per meriti altrui.

Riccardo: ogni disegnatore ha il suo stile e sapere che mio padre è un Esempio da copiare mi inorgoglisce molto!!

A&B: perché dici "da copiare"?

Riccardo: quando diventi "l'esempio", ovviamente tutti sono delle copie… e diventando grande e disegnando per lavoro, oltre che per passione, impallidisco all'idea che ci siano tanti disegnatori che abbiano preso Magnus come punto di riferimento (parlo del segno grafico)...
In ogni caso, è difficilissimo da copiare! Bisogna conoscere benissimo anatomia, teoria delle ombre, architettura.
Il modo di disegnare di Magnus non è soltanto un risultato di "segni", ma un insieme di "sogni" grafici ad occhi aperti. Questo fa sì che sia inimitabile o, più semplicemente, che sia ricalcabile al tavolo luminoso!
Ahi loro, non c'è via di mezzo!

A&B: c'è qualche nome che vale la pena citare?

Riccardo: a mio avviso, Giovanni Romanini è l'unico che si è avvicinato molto al suo stile... agli altri do un abbraccio per il loro Amore per mio padre.




A&B: Sempre parlando di coloro che vi hanno chiesto di riprendere i personaggi creati da Magnus, quali sono i soggetti più richiesti?

Margherita: impossibile non citare, a questo proposito, il seguito de “Lo Sconosciuto” per mano della Bonelli, che è apprezzato dal pubblico. C’è molto lavoro da parte del soggettista, il bravo Daniele Brolli, e dei vari disegnatori che si alternano. 
L’ultimo autore è stato il buon Sergio Tisselli che doveva/voleva realizzare la sceneggiatura de “L’Uomo dalla Schioppa d’Argento” ma è venuto a mancare lo scorso anno, dopo appena 20 tavole.

A&B: Sinceramente, ritengo che abbiate fatto bene a concedere l’autorizzazione a far riprendere da altri il personaggio de “Lo Sconosciuto”. Ho letto il primo volume edito dalla Bonelli, “Le luci dell’ovest”, e concordo sul fatto che sia un buon lavoro: i disegni sono ottimi, pur differenti dallo stile grafico di Magnus, e la sceneggiatura, sebbene sia stratificata e complessa, appare intrigante. Sul formato ho delle riserve: io lo avrei visto bene nelle dimensioni del classico Bonelli, nell’alveo di una serie autonoma.
Pescando nel repertorio di Magnus, io credo che analoga operazione possa essere effettuata anche per la Compagnia della Forca, una serie che secondo me ha ancora un gran potenziale.

Riccardo: Ci sono stati alcuni che han voluto e ci hanno chiesto il permesso di poter ridisegnare o continuare alcune storie ma, “Lo Sconosciuto” a parte, abbiamo sempre rifiutato.
Non per cattiveria, ma chi si prenderebbe la responsabilità di poter finire o continuare “La Pietà Rondanini”? Di Michelangelo ce n'è uno soltanto...

A&B: Che significato assume, oggi, l'eredità artistica di Magnus?

Margherita: tanto lavoro e tanta precisione.

Riccardo: Bella domanda... Oggi l'intrattenimento è completamente cambiato e i fumetti sono diventati ancora più di nicchia! Tuttavia, con tutta la tecnologia possibile, ancora resiste nell'animo di alcuni, l'amore per i fumetti. Spesso è un testimone che si passa da padre/madre in figlio/a...
In qualche modo, con i suoi manga, l’oriente ha tenuto vivo il fumetto qui in Italia e quindi anche le Nuove generazioni hanno piacere a leggere e non soltanto a giocare con i videogames. I fumetti sono giochi di lettura e di fantasia.
Magnus ha lasciato un’Eredità o Patrimonio Culturale? Vedremo il Tempo cosa sentenzierà! In entrambi i casi, ci vuole impegno nel ristampare e profondo studio.
Mio padre ha lasciato un solco profondo di Stile a cui ci si potrà ispirare! Quella sarà l'Eredità!
Ho avuto un riscontro piacevolissimo sapendo che anche ragazzini di 14-15 anni leggono alcuni suoi fumetti.
Sono fiducioso...

A&B: quando penso a certe coppie artistiche, mi viene in mente il genio puro: Mogol/Battisti, Lennon/McCartney, Terence Hill/Bud Spencer, Sergio Leone/Ennio Morricone e molti altri ancora. Tuttavia, terminato il sodalizio, la componente artistica dei singoli individui si è spesso attestata su livelli piuttosto ordinari. Quando è terminato il brillante sodalizio tra Magnus e Bunker, Luciano Secchi è scivolato verso livelli non memorabili, piuttosto piatti, mentre Magnus, al contrario, si è letteralmente innalzato. «Fu una pazzia», dichiarò anni dopo, sempre a proposito dell'abbandono della Corno, «se scendi da cavallo, sei in fanteria» (Sabato Sera n. 6, febbraio 1996) ma, con il senno del poi, l'impressione fu che, chi iniziò letteralmente a galoppare, fu Magnus, non certo il suo collega. Voglio dire: cosa rimane, oggi, dell’arte del Bunker post Magnus? Forse Secchi pensava che il successo di Alan Ford sarebbe perdurato grazie all'efficacia dei personaggi e/o alle sue sceneggiature. Invece, il tempo ha dimostrato che l'assenza di Magnus fu schiacciante e Alan Ford, invece di assurgere a classico, come ad esempio Tex, è diventato un fumetto non memorabile (quantomeno a mio avviso).
Se pensiamo, invece, a quanto fatto da Magnus dopo Alan Ford, non possiamo che sgranare gli occhi: è stato, il suo, un crescendo artistico senza pari, nel mondo del fumetto. Il suo stile grafico si è costantemente evoluto fino a raggiungere livelli eccelsi.
Ad esempio, Tex è un personaggio la cui personalità ha letteralmente soggiogato tutti i disegnatori che si sono cimentati con lui, compreso Galep, che non riusciva, all’inizio, neanche a dargli connotazioni somatiche definite. Nel caso di Magnus, è successo l’inverso: ha piegato Tex al suo stile, senza snaturarne l’essenza. Una cosa che, a mio modesto avviso, è riuscita, anni dopo, soltanto a Paolo Eleuteri Serpieri.

Riccardo: a suo modo, mio padre ci ha insegnato moltissimo. La cura nella ricerca, nel Sapere, nell'amore per i libri e per i contenuti, la bellezza delle diversità... ci ha insegnato cosa sia la fatica della Precisione.


A&B: Chi dei due figli ha ereditato le doti artistiche di Magnus?

Margherita: Riccardo ha sempre disegnato, cominciando dai muri di casa…
Ora fa il tatuatore e coltiva l’hobby del fumetto.

Francesca; mio fratello è bravissimo a disegnare su tanti supporti tra cui la pelle... io ho ereditato la golosità!

Riccardo: dal punto di vista "artistico-grafico-pittorico-ecc", ammetto di aver subito di più l'influenza e la voglia di disegnare. Da quando sono nato, disegno e so fare soltanto questo. Infatti ho frequentato il Liceo Artistico.
Però anche mia sorella è un "artista"...da mio padre ha preso la passione per il mangiar bene e trattarsi bene col bere. Ha frequentato la scuola alberghiera ed è una apprezzatissima e professionalissima bar-tender e sommelier, istruttrice di caffè e olii. Son quasi certo che se fosse vivo oggi, apprezzerebbe di più mia sorella come "brava locandiera", di me straccione artista!!! ahahah

A&B: Riccardo, come disegnatore, quale è il tuo “campo di azione”?

Riccardo: come dicevo, ho sempre disegnato e il mio primo Amore sono stati i muri di casa! Un Amore che a 11 anni ho iniziato a praticare anche fuori da casa mia... l'Aerosol Art o Writing (più comunemente noti come “Graffiti”), sono stati e sono (anche se manco da un pò dalla scena) la mia scuola di Stile. Complicatissimi da leggere e difficilissimi da realizzare (se l'interesse è lontano dal semplice scarabocchiare i muri comunali). Per fortuna ho avuto dei Maestri che mi hanno dato i giusti consigli su ciò che concerne il portar "rispetto" all'Arte del writing (Phase 2) e, senza giudizio per chi fa altro, non ho mai vandalizzato.
Quest'arte di strada, nel tempo, si è concentrata su un altro fenomeno artistico "segreto" o "underground": i tatuaggi. Oggi sono di moda, ma a fine anni ‘90, non si era così “scarabocchiati” sul corpo e la cosa mi affascinava moltissimo!! Sarà anche perchè mio padre ne aveva alcuni sugli avambracci e conosceva alcuni tatuatori che son stati veri e propri pionieri del tatuaggio italiano (Marco Leoni, Marco Pisa). Insomma, la mela non cade lontano dall'albero!!
Ad oggi sono titolare di uno studio di tatuaggi, il "Draw Tattoo Studio" [qui la pagina ufficiale Facebook, qui i link per il sito Instagram: link 1 e link 2 - NdA].
La mia passione per inchiostri e scrittura è proseguita parallelamente quando per caso ho scoperto, qui a Bologna, una Scuola di Calligrafia cinese (FeiMo school), curata da due Maestri italiani (Nicola Piccioli e Paola Billi), riconosciuti dall'Accademia di Calligrafia di Pechino!! Sono ora 6-7 anni che cerco di destreggiarmi in quest'arte difficilissima e raffinatissima. Ho dei Maestri bravi, severi e simpatici... non chiedo di meglio!


A&B: molti figli d'arte vivono la illustre parentela con fatica, imbarazzo o disagio. Come si vive ad essere figli di Magnus e quale è il Vostro atteggiamento in occasione di eventi commemorativi? (primo fra tutti il Magnus Day, che si organizza ogni anno a Castel Del Rio)

Margherita: mi sembra con molto orgoglio.

Francesca: sono sempre emozionata quando partecipo a eventi o omaggi dedicati a mio padre. Manteniamo un basso profilo e festeggiamo con affetto il pubblico che non dimentica la sua arte..

Riccardo: personalmente, non ho mai avuto disagio anzi, al contrario, mi ha sempre fatto Onore! Sicuramente, parlo per me, quando hai un padre disegnatore e tu, figlio, fai lo "stesso mestiere", inevitabilmente si crea un paragone. È qui che il gioco si fa duro!!
In ogni caso, non mi sono mai - e sottolineo mai - presentato come "figlio di Magnus", anche se la cosa mi avrebbe forse potuto dare dei vantaggi. Mio padre era un amante delle Filosofie orientali e mi ha insegnato che il "Buon Combattimento" lo fai solo se hai l'etica, la preparazione e la forza di esser te stesso fino in fondo. Lui si è fatto da solo, è diventato importante oltre che bravissimo... se sfruttassi il vantaggio parentale, avrei già perso la battaglia.
Non posso negare di esser stato avvantaggiato nell'avere tante fonti a cui ispirarmi e un "Tempio" preparato all'Arte del disegno, ma lo sforzo e l'impegno bisogna farli da solo se si vuole essere un eccellente guerriero!!
Spero di essere degno allievo oltre che figlio.


A&B: effettivamente, credo che sia oggettivamente riconosciuto che moglie e figli di Magnus vivono con garbo e discrezione questa blasonata parentela.
Ho sempre avuto l’impressione che foste persone di grande riservatezza, lontanissime dalla ostentazione gratuita, e i contatti che ho allacciato con voi per realizzare questa intervista mi hanno confermato in toto questa mia impressione.
Vi lascio con una commovente dichiarazione di intenti fatta da Magnus in passato. Nel 1984, alla rivista "Fumo di China" (n. 20, maggio 1984), rispose in questo modo ad una domanda riguardante i suoi immediati programmi: «Andare in vacanza al mare, quest'estate, a giocare a bocce dietro i capanni... con i miei due figli». E' poi successo?

Margherita: No.

Riccardo: Andammo a Marzocca, vicino Senigallia, da alcuni parenti. Fu l'unica volta che andammo assieme.
Mio padre non amava il mare ed era un po' fotofobico... Venne in spiaggia soltanto un paio di volte, in 15 giorni... Per il resto aveva occupato una stanza solo per lui e, come al solito, ci si chiuse dentro a disegnare.




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L'autore di questa intervista è Gianluca Livi, giornalista di formazione giuridica e socio-politica, critico musicale, collezionista di vinili e fumetti.
Scrive fin da giovanissimo, a metà degli anni '80, per la rivista di collezionismo musicale
Sound and Vision e contribuisce poco dopo alla nascita delle fanzines di prog Wings of Sysyphus e Wonderous Stories. Successivamente, firma articoli per le pubblicazioni Paperlate (prog), Musikbox (anni '70), Rondò (jazz), Vintage (anni '60). 
Nel corso della sua esperienza di giornalista musicale, intervista, tra gli altri, Jon Anderson (Yes), Bill Bruford (King Crimson, Yes, Genesis), Rickey Medlocke (Lynyrd Skynyrd, Blackfoot). 
Recensisce tutto ciò che afferisce alla musica anche sulla piattaforma Amazon Italia nella cui graduatoria è arrivato al 69° posto su un totale di 10.000 recensori.
Unendo la passione per la musica e i suoi studi in legge, consegue una laurea e un dottorato di ricerca discutendo tesi incentrate sul rapporto tra diritto d’autore e brevetto industriale ed è tra i primi in Italia a trattare il fenomeno del bootleg sul piano squisitamente giuridico, pubblicando su riviste di settore studi di dottrina dedicati alla pirateria fonografica. 
Approda alla redazione di A&B nel maggio del 2008 in qualità di collaboratore, mentre ne diventa caporedattore agli inizi del 2015. Sua la volontà di creare una rubrica dedicata a varie forme artistiche intitolata "Teatro ed altre tendenze" ove vengono recensiti anche teatro, cinema, tv, fumetti, ecc..    
E' un accanito lettore di fumetti ed ha collaborato con il periodico Comic Soon, edito da NPE. Ha intervistato, fra gli altri, Paolo Eleuteri Serpieri e Giancarlo Berardi.



Magnus
(Roberto Raviola)

Opere

Il vendicatore (inedito) - 1958

Il dottor Kastner (inedito) - 1961

Kriminal - 1964

Satanik - 1964

Dennis Cobb - Agente SS018 - 1965

Gesebel - 1966

Maxmagnus - 1968-1970

Alan Ford - 1969-1975

I Merli - 1970

Ego - 1971

I Briganti - quattro atti (1973-1989)

Mezzanotte di morte (collana Il Vampiro Presenta n.14) - 1974

Dieci cavalieri e un mago (collana Sexy Favole n.33) - 1974

Lo Sconosciuto - 1975-1976/1981-1982 (6 numeri)

Quella sera al collegio femminile (collana Il Vampiro Presenta n.3) - 1975

La compagnia della forca - 1977

Vendetta Macumba (collana Fumetti Dell'Orrore n.4) - 1979

Il teschio vivente (collana Macabro n.7)- 1980

Milady nel 3000 - 1980

Necron - 11 numeri (gennaio 1981 - novembre 1981) + 2 supplementi

Il sogno dello scroscio di pioggia - 1984

Le 110 pillole - 1985

Le femmine incantate - 1987

Sarti Antonio e il malato immaginario - 1988

Il principe nel suo giardino - 1994

Lunario 1995 - 1995

Storie strane - La signora Ning - 1995

Tex, La valle del terrore - albo speciale n. 9 - 1996

Il Conte Notte (incompiuto, inedito) - 1996


Sito Ufficiale
(eredi Raviola)

www.magnus-comics.it/home/

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tel: +39 051 494942



Magnus Day
(Castel Del Rio)

Proloco: Piazza della Repubblica 96
40022 Castel Del Rio (BO)
http://prolococasteldelrio.it/magnus-day/
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Il Grande Magnus

(Corriere della Sera/La Gazzetta dello Sport)

Lo sconosciuto - parte 1

Lo sconosciuto - parte 2

Lo sconosciuto - parte 3

Lo sconosciuto - parte 4

Vendetta macumba e altre storie

I briganti - parte 1

I briganti - parte 2

Eros & Horror

La compagnia della forca - parte 1

La compagnia della forca - parte 2

La compagnia della forca - parte 3

La compagnia della forca - parte 4

La compagnia della forca - parte 5

Milady nel 3000

Le femmine incantate

Necron - parte 1

Necron - parte 2

Necron - parte 3

Necron - parte 4

Le avventure di Giuseppe Pignata

L'apprendistato di un maestro

Magnus oltre Magnus

L'arte della copertina

Un autore e i suoi personaggi

Schizzi e vignette

Il pittore di Castel del Rio

Magnus a fumetti

Interviste

Illustratore, artigiano e scenografo

Roberto Raviola, in arte Magnus


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