Spettacolo stracolmo di allegria, colori, movimento, in grado di catturare l'attenzione fin dalle prime battute, pur trattando temi scabrosi come corruzione, tradimenti, sete di potere, finanche azioni omicidiarie. La vivacità dell'opera si percepisce fin da subito grazie ad un cast perfettamente coeso per ciò che afferisce al movimento, corale con riguardo ai pezzi cantati: ciò si traduce in una forza collettiva che ha il potere di riempire letteralmente la sala di energia, pur considerando la durata consistente dell'opera (2 ore e 30 minuti, compresa la breve pausa centrale). Lo spettacolo, tuttavia, non è soltanto connotato da azione, ma è anche intelligentemente ironico: valga citare, al riguardo, sia quanto descritto mettendo in scena la conferenza stampa, ove si allude chiaramente all'influenza esercitata da alcuni poteri forti sull'opinione pubblica, sia ciò che traspare nel corso del processo, con attori che vestono i panni di tante figure circensi, allegri e spensierati clown, la cui presenza allude chiaramente allo svilimento della giustizia, presentata in termini cialtroneschi, giacché non sempre applicata secondo termini di correttezza e imparzialità. La psicologia sottesa ad ogni singolo personaggio fa altrettanto riflettere: da un lato una donna talmente accecata dalla gelosia e dall'invidia da diventare assassina; dall'altro il marito, inizialmente tratteggiato quale anima romantica, poi invece inevitabilmente rivelatosi quale soggetto effimero, totalmente votato alla ricerca dell'attenzione su di sé. Sono personalità che si inseriscono in un mondo che è permeato dal tradimento, dalla corruzione, dall'omicidio, elementi ricorrenti per tutta la durata della rappresentazione, sempre rappresentati con sottile e arguta ironia. Preme segnalare le interpretazioni di Stefania Rocca (Velma) e Giulia Sol (Elma), capaci entrambe di interpretare donne in possesso di un substrato caratteriale stratificato: da un lato moralmente corrotte, dall'altro idonee al riscatto, pur in termini effimeri, traguardando ciò che più desiderano e, di fatto, uniche tra tutti ad uscire vittoriose. Ma l'interpretazione che più ha colpito chi scrive è quella di Chiara Noschese (qui anche regista), nei panni di Mama Morton, pienamente padrona del palco, dotata di un magnetismo a dir poco ammaliante. Sullo sfondo, brani di musica jazz con testi in italiano che forniscono allo spettatore l'opportunità di assimilare totalmente lo spettacolo, cosa che sarebbe risultata impossibile con i testi originali. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 29 novembre 2023. QUI la recensione della rappresentazione milanese. |
CHICAGO
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