Le famose "dark Queen" della storia e della mitologia continuano ad ispirare il regista Stefano Napoli
che, dopo i lavori su Cleopatra ed Elena di Troia, dal 27 al 29 maggio porta in scena al teatro Vascello Vanity dark Queen Niobe regina di Tebe. Il titolo dell'opera già ne da la collocazione: la mitologia greca infatti attribuisce a Niobe l'epiteto di regina di vanità e per questo suo peccato di superbia venne duramente punita dagli dei che sterminarono tutti i suoi figli (sette robusti maschi e sette bellissime femmine). Il mito - ripreso nello spettacolo - racconta che la sventurata Niobe pianse amaramente, riconoscendo ormai troppo tardi la propria colpa, pregando Zeus di trasformarla in pietra. E' questa la triste epopea narrata nell'opera Vanity dark queen attraverso diciotto "quadri" rappresentanti ognuno un momento della vicenda e dove la vanità, la vendetta e la morte sono messi in particolare risalto. La piece non ha praticamente testo e tutto è affidato alla comunicazione che il corpo degli attori riesce a veicolare. Vuoto anche il palco, ornato esclusivamente con qualche attrezzo scenico. Opera complessa e sicuramente non adatta ad ogni tipo di pubblico. Fondamentale risulta la conoscenza della mitologia greca per comprendere alcuni passaggi messi in evidenza nella narrazione. Belle le rappresentazioni corporee delle morti dei giovani ragazzi, sottolineate con una fortissima espressività del volto. Assolutamente adatte ed inclusive le musiche che hanno accompagnato tutta la rappresentazione: praticamente unica sonorità, vista l'assenza dei dialoghi. Certamente lo spettacolo è una rivisitazione molto personale del regista Stefano Napoli del mito della regina di Tebe: Niobe è interpretata da un uomo (un po' in difficoltà su tacchi a spillo altissimi), una sghignazzante fotografa dei nostri giorni riprende tutti momenti della vicenda, uno scultore (fuori scena) lavora ad una testa realizzata con la creta. Alcune scene sono forse un po' troppo forzate (risulta poco collocabile nel contesto l'apparizione per qualche minuto di un attore nudo sul palco), altre risultano veramente toccanti come le brillanti lacrime poggiate sul viso di Niobe trasformata in pietra. L'originalità è certamente il tratto distintivo di tutta l'opera. E rimanendo in tema di mitologia, molte muse in questo spettacolo hanno ritrovato messa in luce la loro arte. Questa recensione si riferisce allo spettacolo del 28 maggio 2022. |
VANITY DARK QUEEN
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