Scritto da Roberto Cangioli Giovedì 20 Agosto 2015 20:46 Letto : 2646 volte
Di quella esperienza però sono rimaste solo alcune vecchie registrazioni su cassetta. Nel 2012 i vecchi amici si ritrovano per una grande festa ritrovo in cui ripropongono dal vivo alcuni brani di quel repertorio, ottenendo un largo consenso di pubblico. Ciò li induce a dare seguito in maniera più concreta a quella serata. Da quell’opera rock vengono scelti 12 brani tra quelli ritenuti tra i più significativi e attuali e in conseguenza aggiornati con nuovi arrangiamenti. Dalla pubblicazione del disco, risalente a un anno fa, l’ensemble ha iniziato a riproporre lo spettacolo in linea con l’originaria opera rock, avvalendosi di giovani protagonisti al fine di creare un nuovo solido legame tra vecchie e nuove generazioni di artisti. Arlecchino viene ritratto nell’opera come vecchio, depresso, dimenticato dal suo pubblico. Vuole tentare di inscenare un ultimo spettacolo in cui rivendicare il diritto a recuperare i colori, le emozioni autentiche, quelle per cui vale la pena vivere, in contrapposizione al grigio appiattimento e alle banalità quotidiane che prediligono l’apparire all’essere. Durante una cena organizzata con i vecchi amici, le maschere di un tempo, organizza un ultima burla per dimostrare di possedere ancora lo scettro come il “Re dei colori”. L’impresa si dimostrerà ardua e spossante, ma al termine prevarrà la consapevolezza che la musica, con la sua arte, la sua fantasia, i suoi “colori”, vinceranno sul grigiore circostante. Alquanto presumibile che non sia possibile slegare musica e rappresentazione teatrale. Il CD è di fatto un estratto dall’opera rock e risente della narrazione, del canto, delle pause tipiche di queste “colonne sonore”. Tuttavia l’amalgama dei vari musicisti, i loro studi classici prima e la loro maturata esperienza in vari ambiti musicali quali il rock e il jazz, ne hanno determinato gli arrangiamenti, che prediligono soprattutto il folk rock, il rock melodico, ma anche il progressive (David Cremoni, che assieme a Leonardo Morelato e Gustavo Rebonato – tra gli ideatori della prima ora – firma l’opera, è componente dei Moongarden). Perciò “Harleking” si presta all’ascolto come un concept album variegato, in cui si srotola la narrazione dell’opera teatrale; dal folk della “Giostra dei colori”, passando attraverso il rock melodico de “Il faccendiere”, “Da bambina”, “Tutto va bene”, per approdare a sonorità che strizzano l’occhio al prog come in “Scaramouche”, “Il convincimento” e “La Burla”. Brani che suonano straordinariamente attuali, sia dal punto di vista lirico e tematico, sia sotto il profilo musicale. Di quella bellissima e unica esperienza datata 1977 sono rimaste tracce che Gianluca Renoffio ha pazientemente ricostruito e redatto, insieme a interviste, documenti, articoli e foto dell’epoca a creare il libro “La Nuova Creazione” (acquistabile sul sito ilmiolibro.kataweb.it). Ascoltare la musica, le canzoni, e leggere il libro di quello che fu, e che è tuttora l’espressione de “lo spirito di una generazione” è davvero emozionante. 85/100
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Leonardo Morelato: pianoforte e tastiere Anno: 2014
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