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Sono state innumerevoli le difficoltà che ho incontrato nel momento nella quale ho deciso di recensire questo disco.
La prima è chiara sin dalla copertina: metabolizzare ed analizzare questo lavoro come un nuovo album solista di
Ian Anderson è non come il ritorno discografico dei
Jethro Tull, anche se a parte lo storico chitarrista Martin Barre (ben rimpiazzato dal giovane tedesco
Florian Opahle), tutta l'ultima line-up della band ha partecipato alle session di registrazione.
La seconda, forse la più ardua (di difficoltà) da superare, è stata quella di non impormi mai, nonostante l'evidente linea di continuità narrativa, il confronto (e le normali conseguenti aspettative) con Thick As a Brick, storico full length - parodia del mondo progressive dell'epoca - che i
Jethro Tull hanno rilasciato esattamente 40 anni fa, una sorta di impietoso confronto, perchè sarebbe anche intellettuamente ingiusto comparare un complesso nel suo momento di assoluto stato di grazia, in un contesto storico/musicale diverso da quello attuale, con i musicisti che hanno deciso di aderire a questo progetto.
La terza difficoltà è del tutto personale, visto la grande stima che ho per questa band: riuscire a pubblicare una recensione senza farmi influenzare da nessuna componente esterna (ho letto molto su forum e vari blog per documentari a meglio su questa release), nella speranza di esserci riuscito (ma qui mi rimetto al vostro giudizio, siate pietosi!)
Venendo al sodo,
Thick As a Brick 2, arricchito dal pragmatico sottotitolo
Whatever happened to Gerald Bostock?, come accennato ad inizio dello scritto narra - come il suo capostipite - le vicende di Gerald Bostock, all'epoca giovane protagonista dell'album che oggi è in età adulta (ha mezzo secolo di vita), cercando di far capire all'ascoltatore quella che è stata la sua esistenza in queste quattro decadi di assenza. Molto è cambiato da allora (il St. Cleve Chronicle & Linwell Advertiser, il quotidiano apribile dell'epoca del vinile oggi è un sito internet), ma poco o nulla sembra essere cambiato nell'approccio del sempre intenso
Ian Anderson. Musicalmente parlando infatti, è del tutto obbiettivo definire questo disco come un buon album rock, con punteggiature blues e jazz (e di tanto in tanto prog), scritto con grande professionalità e performato davvero alla grande.
Ebbene si, non stiamo parlando di un capolavoro dal punto di vista meramente qualitativo, ma stilisticamente questo è un album riuscito sotto tutti i punti di vista. La narrazione è distinta tra
Divergenza, una prima parte dove si descrive l'essere Gerald oggi, e
Convergenza, dove invece è narrato il suo destino; musicalmente, il disco si presenta piaceole e ben metabolizzabile sin dal primo ascolto, la band fa un lavoro organico e pieno di spunti musicali interessanti e stimolanti che riescono a colpire nel segno e rendono l'ascolto di questo album una vera esperienza.
Eliminato quindi qualsiasi pregiudizio e raffronto storico/musicale,
Thick As a Brick 2 risulta essere forse un pò ostico in alcuni frangenti, ma allo stesso tempo avvolgente e appassionante, un full length costruito con artigianalità sublime e forse con una puntina di sana incoscienza da parte di chi, da quasi cinquanta anni, racconta piccole fiabe musicali con la dedizione di un folletto che attraverso il suo flauto magico, ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo.
78/100
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Ian Anderson: Voce, flauto traverso e chitarra acustica Florian Opahle: Chitarra elettrica David Goodier: Basso John O'Hara: Tastiere Scott Hammond: Batteria, percussioni
Guests: Ryan O'Donnell: Cantante Pete Judge: Tromba, flugelhorn, flicorni e tuba
Anno: 2012 Label: EMI Genere: Rock
Tracklist: DIVERGENZA 01. Pebbles Thrown From A Pebble Thrown Pebbles Instrumental Might-have-beens 02. Gerald the Banker Upper Sixth Loan Shark Banker Bets, Banker Wins 03. Gerald Goes Homeless Swing It Far Adrift And Dumfounded 04. Gerald The Military Man Old School Song Wootton Bassett Town 05. Gerald The Chorister Power And Spirit Give Till It Hurts 06. Gerald, A Most Ordinary Man Cosy Corner Shunt And Shuffle
CONVERGENZA 07. A Change Of Horses 08. 22 Mulberry Walk Confessional Kismet In Suburbia 09. What-ifs, Maybes And Might-have-beens
   

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