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Non erano ancora esplosi commercialmente Red Hot Chili Peppers e Faith No More quando nel 1988 con l'album Vivid, i
Living Colour portarono i Crossover nelle case di milioni di persone nel mondo.
Si, perchè se è vero che la band di New York ha poi vissuto all'ombra delle prime due, va anche detto che forse la commistione tra Funk, Hard Rock e Metal che poi è definitivamente divenuta popolare in tutto il globo ha vissuto il suo primo vero apice grazie a loro.
The Chair in the Doorway arriva a ben 6 anni di distanza dall'ottimo CollideØscope, lavoro che sanci il definitivo ritorno sulle scene di
Vernon Reid (l'etichetta di "nuovo Hendrix" non gli ha mai giovato un granchè, ma resta uno dei migliori chitarristi emersi negli ultimi 20 anni) e co. dopo 10 anni di assenza e lo fanno con 10 tracce (+ 1 bonus track) apprezzabili e che mettono in mostra un combo con una
verve ed una tecnica compositiva inalterata, ma che cede un pò il fianco ad un songwriting non sempre all'altezza. Premesso che forse il termine Crossover non si addica più a loro come agli esordi, oggi le atmosfere che si respirano all'interno di questo album sono più "tese" e meno festaiole, con testi meno politici ma sempre molto incisivi, ma dove indubbiamente è latitante un certo effetto sorpresa. Ecco, forse questo capitolo n. 5 nella discografia dei
Living Colour ha il pesante fardello di rilsutare prevedibile. Fatta questa doverosa critica, restano però alcuni brani davvero ottimi, come ad esempio l'opener
"Burning Bridges", dove un filo di tensione sorregge bene il cantato di
Corey Glover oppure il singolo apripista
"Behind The Sun" che gode di un refrain contagioso e che rimanda direttamente indietro di due lustri. Poco incisiva è
"The Chair" che però ha il pregio di esaurirsi in 120 secondi, cosi come convince poco il taglio
sabbatthiano di
"Decadence" con sonorità molto vicine al disco più duro e spigoloso dei
Living Colour, Stain (1993). Va meglio con la funkeggiante e scanzonata
"Hard Times", oppure il groove
"Out Of My Mind" che vede salire sugli scudi la sezione ritmica. Nota a parte la merita
"Not Tomorrow", piena di inserti psichedelici ben giostrata dalla trasversale e liquida parte di chitarra.
In conlcusione, mi sento di consigliare caldamente
The Chair in the Doorway solamente ai fan più accaniti di questa formazione di culto del Rock più alternativo americano, mentre al resto propongo di tenersi da parte i soldi per vederseli dal vivo, dove i
Living Colour danno ancora il meglio di se e magari ripescarsi i primi lavori, tutti a prezzo di vendita molto basso.
67/100
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Vernon Reid: Chitarra Corey Glover: Voce Will Calhoun: Batteria Doug Wimbish: Basso
Anno: 2009 Label: Megaforce Records Genere: Crossover
Tracklist: 01. Burned Bridges 02. The Chair 03. DecaDance 04. Young Man 05. Method 06. Behind The Sun 07. Bless Those 08. Hard Times 09. Taught Me 10. Out Of Mind 11. Asshole (bonu track)
   

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