Scritto da Salvatore Siragusa Giovedì 02 Agosto 2007 21:45 Letto : 2399 volte
Composizioni che stravolgono il concetto di ritmo e melodia, che rivoltano la struttura stessa sia della forma canzone che della base strumentale utilizzata, molti sono infatti gli strumenti "autocostruiti artigianalmente". Rimangono, rispetto ai due precedenti lavori della band californiana le partiture completamente destrutturate anche se in questa occasione risulta molto più semplice riconoscere momenti e passaggi che riescono ad essere più lineari e melodici, come il lunghissimo brano di apertura "The Companions", molto più pomposo e sinfonico rispetto ai precedenti riferimenti degli SGM e capace di regalare momenti decisamente emozionanti e conturbanti grazie alle superbe acrobazie vocali di Nils e Carla, un brano che in alcuni momenti appare come una naturale evoluzione dei migliori Van der Graaf Generator. Dalle caratteristiche più linearmente Metal è invece "Helpless Corpless Enactement" con un Nils che sfoderà un growl estremamente grezzo e cattivo e riff marcatamente heavy. Si continua con brani ricchi di teatralità e di dissimetria sonora mantenendo però rispetto al passato sempre quel tocco maggiormente sinfonico ed attento ad una più accurata ricercatezza melodica e quindi passiamo attraverso l'inquietante "Puppet Show", l'assimetrica "Formicary" o "Angle of Repose" dove si toccano i momenti maggiormente Progressive di "In Glorious Times". Si torna ai ritmi sbilenchi ed ai tempi assolutamente non lineari con "Ossuary", agli abusi psico/musicali di "The Salt Crown" dove la rabbia e la pacatezza di Nils si alternano e dove il finale torna a ricordare i VDGG; tragicamente romantica è la relativamente breve "The Only Dance", mente mistica e quasi estatica appare "The Greenless Wreath" Si va a chiudere con due brani che poco aggiungono a quanto mostrato finora dagli SGM: "The Wildenong Eye" e "The Putrid Refrain" Onestamente descrivere una canzone degli SGM non è impresa semplice tanti sono i momenti, tante sono le sensazioni e tanti sono i particolari che emergono dall'ascolto, momenti, sensazioni e particolari che cambiano, si alternano quasi danzano mutando e cangiando colore ed angolazione ad ogni ascolto successivo, prevalendo talvolta un suono, talvolta uno strumento, talvolta una frase musicale, una musica e sopratutto una capacità compositiva pazzescamente originale e lucidamente trasversale, capace di tessere trame sonore con molteplici fili dai mille colori e capace sopratutto di renderli tutti caoticamente ordinati e visibili. Una grande prova di maturità da parte degli Sleepytime Gorilla Museum, capaci di riuscire a mantenersi completamente fuori dagli schemi e dagli steccati convenzionali riuscendo al contempo a sfornare un prodotto sicuramente più accessibile e più fruibile, certo non per tutti ma sicuramente per tutti coloro che amano un approccio più completo e trasversale alla musica e per coloro a cui piace esplorare e scoprire i lati più oscuri, pazzeschi ed inimmaginabili delle sette note. 80/100
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Nils Frykdahl: Guitar, voice Anno: 2007 |