L’inferiorità mentale della donna- Roma, Teatro Quirino, dal 4 al 9 marzo 2025

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Teatro e altre tendenze

È vero che la donna abbia "mezzo cervello", come affermano alcune interpretazioni errate o distorte di tradizioni culturali o religiose?

Per approfondire questo tema, può essere utile assistere allo spettacolo "L'inferiorità mentale della donna" presentato da Veronica Pivetti. La rappresentazione ci invita a fare un viaggio nel passato più oscuro, accompagnandoci attraverso diverse fasi storiche che hanno definito la posizione della donna e le sue capacità intellettuali, oscillando tra credenze scientifiche obsolete e leggende popolari.
Viene analizzato l’impatto di queste convinzioni sulla vita delle donne e sull’intera società, offrendo spunti di riflessione sulle cause e gli effetti di tali pregiudizi. L’opera ci sprona a rivalutare stereotipi e a comprendere quanto sia importante promuovere l’uguaglianza e il rispetto, basandoci su conoscenze scientifiche attuali e su una visione più equa della dignità umana.
La narrazione è arricchita da una colonna sonora avvolgente, con arrangiamenti musicali curati da Alessandro Nidi, che accompagna emotivamente lo spettatore. La scenografia, straordinariamente curata, racconta la storia delle donne attraverso i secoli: dalle ampie gonne ottocentesche ai tailleur simbolo dell’emancipazione novecentesca. Ogni cambiamento di scena è sottolineato da un’evoluzione nei costumi, che diventano metafora visiva della crescita e della lotta femminile per il riconoscimento dei propri diritti.
L
e luci, sapientemente studiate, seguono il ritmo emotivo della narrazione: tonalità fredde e cupe avvolgono i momenti di maggiore sofferenza e oppressione, mentre colori caldi e intensi illuminano le fasi di riscatto e conquista, amplificando l’impatto emotivo di ogni scena.
A dare anima a questo racconto è l'eccezionale talento di Veronica Pivetti che, con straordinaria sensibilità ed intensità interpretativa, riesce a dar voce alle donne di ogni epoca. La sua capacità di passare con naturalezza da momenti di profonda commozione a sprazzi di ironia coinvolgente rende lo spettacolo ancora più potente, permettendo al pubblico di sentire sulla propria pelle il peso e la bellezza della resilienza femminile. 
Lo spettacolo è consigliato per tutte le età e per tutti i generi, come potente messaggio contro la violenza in ogni sua forma. Un’opera che invita alla riflessione e alla speranza, promuovendo il valore della dignità e del rispetto universale.




La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 4 marzo 2025.







4.9 marzo
a.ArtistiAssociati in collaborazione con Pigra srl
presentano

Veronica Pivetti

L’inferiorità mentale della donna

Un evergreen del pensiero reazionario tra musica e parole

di Giovanna Gra
liberamente ispirato al trattato “L’inferiorità mentale della donna” di Paul Julius Moebius

con Anselmo Luisi
colonna sonora e arrangiamenti musicali Alessandro Nidi
costumi Nicolao Atelier Venezia
luci Eva Bruno
regia GRA&MRAMOR

L’idea che le donne siano state considerate, per secoli, fisiologicamente deficienti può suggerirci qualcosa? Il nostro spettacolo nasce da questa domanda e mette in scena testi che in pochi conoscono, fra i più discriminanti, paradossali e, loro malgrado, esilaranti scritti razionali del secolo scorso.

Veronica Pivetti, moderna Mary Shelley ci racconta, grazie a bizzarre teorie della scienza e della medicina, l’unico, vero, orrorifico Frankenstein della storia moderna: la DONNA. “Come stanno le cose riguardo ai sessi? Un vecchio proverbio ci suggerisce: capelli lunghi, cervello corto”. Esordisce così Paul Julius Moebius - assistente nella sezione di neurologia di Lipsia – nel piccolo compendio “L’inferiorità mentale della donna” scritto nel 1900, opportunamente definito un evergreen del pensiero reazionario. Donne dotate di crani piccoli, peso del cervello insufficiente... secondo Moebius le signore sono provviste di una totale mancanza di giudizi propri. “Per giunta dopo poche gravidanze decadono e, come si dice molto volgarmente, rimbambiscono”. Non solo. Le donne che pretendono di pensare sono moleste e “la riflessione non fa che renderle peggiori”. A queste dichiarazioni fa eco il medico, antropologo, giurista e criminologo italiano Cesare Lombroso: le donne mentono e spesso uccidono, lo dicono i proverbi di tutte le regioni. Fortunatamente, i cervelli delle donne sane pesano più di quelli delle donne criminali. Ed ecco un rapido excursus su delitti eccellenti, per esempio quello compiuto da Agrippina, o da Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio.

“Le donne hanno un solo nemico” rilancia Moebius “il tempo, a cui, però, dopo qualche anno di matrimonio soccombono, sia diventando sciocche, sia disseccandosi sotto forma di vecchie zitelle stravaganti”.

Del resto, laddove si riscontra del talento, la psiche femminile manifesta un evidente ermafroditismo psichico.

Sylvain Maréchal scrittore, avvocato e sedicente rivoluzionario, con il suo “Progetto di legge per vietare alle donne di leggere” sostiene che “imparare a leggere è per le donne qualcosa di superfluo e nocivo al loro naturale ammaestramento”, d’altro canto “la ragione vuole che le donne contino le uova nel cortile e non le stelle nel firmamento”.

 



TEATRO QUIRINO/VITTORIO GASSMAN

Via Vergini, 7  ROMA

tel: 06 6794585

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Date e orari

MAR     4 mar 25  ore 21.00

MER     5 mar 25  ore 21.00

GIO      6 mar 25  ore 17.00

VEN      7 mar 25  ore 21.00

SAB      8 mar 25  ore 17.00

DOM    9 mar 25  ore 17.00

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